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Fare un tampone a Milano,
cronaca di un calvario

Fare un tampone a Milano,  <br> cronaca di un calvario

di Roberta Pelachion Giorello

Questa storia  di attesa-tampone è assolutamente vera. Sono la moglie di Giulio Giorello e so cosa significa avere a che fare con chi è malato e poi muore per postcovid. Giulio aveva iniziato a star male nel marzo 2020, all'inizio della pandemia, e io gli sono stata accanto senza mascherina, né guanti (non c'erano) e non mi ero ammalata.  Dicembre 2021. Ho tre dosi di vaccino e l'antifluenzale. Sabato 18 dicembre. Cena tra amici. a Milano.  Lunedì 20 uno di loro mi dice che non sta bene e martedì 21 l'esito del tampone è positivo. Lunedì 20 sera. Ho i primi sintomi di un malessere simile all'influenza.  Martedì 21. Febbre (lieve), stanchezza, mal di testa, raffreddore, respiro pesante.   Mercoledì 22. Faccio il tampone rapido nella mia farmacia, per gentile concessione. Esito negativo. Ma so che c'è un certo tempo di latenza prima che il virus si manifesti.  Nei giorni successivi il malessere continua altalenante. La febbre sparisce.

 Venerdì 24 cerco di prenotare online un tampone sia molecolare sia rapido.. Impossibile. Devo aspettare la settimana successiva, ma non posso. Sarei ospite da amici in montagna dal 4 al 7 gennaio, ma non posso andare se non ho un tampone che confermi davvero la negatività.
 Lunedì 27 sto meglio. Cerco ancora di prenotare sia strutture pubbliche che private. Impossibile. Contatto il medico curante. Mi prescrive un certificato per presunto covid e tampone naso-faringeo, anche se gli avevo chieso quello molecolare. Impossibile prenotare attaverso le sue strutture di medico di famiglia. Tutto è bloccato fino alla settimana successiva. 

     Martedì 28 sono in via Pace 9, al Centro tamponi. Ore 9.00. Tre ore di coda al freddo. Mentre sono in prossimità dell'entrata un ragazzo accompagna due anziani e chiede che abbiano la precedenza. Li avevo visti, ma non riuscivo a definire l'età. Discreti e gentili. Hanno più di ottant'anni, vengono lasciati passare da noi tutti. 

     L'esito del tampone (quello molecolare senza prenotazione è impossibile) mi sarà consegnato attraverso il fascicolo del cittadino. Entro 48 ore: sarà verò? 

     Sono allibita e arrabbiata. E molto. Per me e per tutti gli altri che hanno deciso di fare il tampone per la sicurezza loro, dei parenti, degli estranei. Quasi tutti sono vaccinati. 

     La ragione di queste richieste consistenti è una conseguenza dal fatto che NOI cittadini siamo  RESPONSABILI e quindi vogliamo essere certi del nostro stato di salute. La REGIONE LOMBARDIA è ed è stata conseguente alle nostre richieste? Qui le responsabilità ci sono. Questo credo. Non si può dare sempre la colpa all'emergenza e all'inatteso. Era ampiamente atteso che ci sarebbe stata una situazione difficile nei giorni di festività. 

     In Lombardia non ci sono molti no vax e le persone in coda erano perlopiù vaccinati. Ora si parla di sette giorni di quarantena per i vaccinati, ma mi chiedo: i giorni li definiscono i politici  in un gioco di bussolotti o autorità competenti? Non sono solo esterrefatta (e ancora infreddolita) per quello che sta accadendo, ma molto, molto arrabbiata, 

     Chiedo che le domande abbiano risposte, possibilmente credibili. 

NdR. Aggiornamento al 30 dicembre. Dopo tre ore di coda al gelo ho avuto una ricaduta il 29 sera.. La testa mi girava, respiro affannoso, non riuscivo a stare in piedi, sudore freddo. Dopo non so quanto tempo la situazione si è stabilizzata. Ho avuto paura. Ora va meglio. Temperatura sui 35, 3, stanchezza, mal di testa e di gola. Sono in casa. Il mio medico curante mi ha comunicato che per la richiesta del tampone negativo dovrò arrangiarmi da sola. I medici di famiglia non possono fare nulla, troppe domande. E questo è stato detto agli altri amici positivi dai loro medici. Io potrei anche uscire con le dovute precauzioni dopo le ultime disposizioni con tre dosi di vaccino, ma non è corretto, sono ancora positiva! Cosa sta succedendo? 

(© 9Colonne - citare la fonte)