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direttore Paolo Pagliaro

Storie di Capi
in attesa di Stato

Storie di Capi <br> in attesa di Stato

di Paolo Pagliaro

Nel libro pubblicato da Marsilio, Marzio Breda li chiama “Capi senza Stato”, per dire quanto le diserzioni della politica abbiamo spesso reso difficile e nello stesso tempo prezioso il compito dei Presidenti della Repubblica.  

Sergio Mattarella, l’ultimo dei cinque inquilini del Quirinale seguiti da Breda per i lettori del Corriere,  ha dovuto risolvere tre crisi di governo in tre anni ma soprattutto ha impedito che l’antieuropeismo di sovranisti e populisti facesse troppi danni a un paese che di li a poco avrebbe avuto bisogno della solidarietà europea per risollevarsi. .
Negli ultimi tempi il tormentone per confermare Mattarella ha raggiunto toni parossistici. Tutti gli chiedono di restare: passanti che lo incrociano per strada, attori e artisti, scolaresche e ovviamente gli esponenti dei partiti. Ma Breda si chiede che senso abbia affidarsi a Mattarella come  ci si affida al pilota automatico, tentando di rinviare fino a chissà quando il momento della responsabilità.
Ora si tratta di trovare un altro uomo capace di farsi istituzione, per usare l’immagine utilizzata da Alberto Orioli, il vicedirettore del Sole 24 Ore che in “Dodici presidenti” ripercorre la recente storia d’Italia vista dal Palazzo del Quirinale.  Ricorda Orioli che trent’anni fa Mattarella metteva in guardia contro i  rischi della «politica dell’insulto, dell’invettiva, dell’offesa, dell’irrisione, della demonizzazione dell’avversario» . come  sintomo di un malessere della democrazia. Guardava lontano Mattarella, non immaginando (o forse sì) che un giorno qualcuno abituato a  far politica in quel modo si sarebbe candidato a succedergli. 

(© 9Colonne - citare la fonte)