“Credo che tutti gli italiani abbiano ancora negli occhi e nel cuore il mandato di Sergio Mattarella, probabilmente il presidente che ha meglio interpretato il suo ruolo di garante della costituzione e di simbolo dell’unità nazionale. Credo che quello sia il profilo al quale ispirarsi, un profilo ovviamente super partes, che superi i contrasti a livello politico: spero che in queste ore sia possibile trovare un accordo su una figura che rappresenti tutti gli italiani in Italia e anche quelli che vivono all’estero”. Così a 9colonne Fabio Porta, del Pd, da poco proclamato senatore dopo che Palazzo Madama ha dichiarato decaduto Adriano Cario per una vicenda di brogli elettorali nella circoscrizione America Meridionale. “Sono felice di aver vinto una battaglia lunga e difficile per la legalità, la trasparenza e la correttezza del voto all’estero – commenta Porta -. Sono onorato di essere tra i grandi elettori del presidente della Repubblica e spero di onorare il mandato che i miei elettori in sud America mi hanno affidato”. Secondo Porta le personalità in grado di ricoprire il ruolo di Capo dello Stato ci sono (“Ovviamente Draghi avrebbe tutte le caratteristiche per questa missione”), ma quello che manca è “la volontà da parte di tutti i partiti di convergere su un nome comune”.
Al nuovo inquilino del Colle, il senatore del Pd eletto all’estero chiederebbe come prima cosa “un’attenzione più forte rispetto alle nostre collettività all’estero, una maggiore valorizzazione dell’Italia e degli italiani nel mondo, a partire dal sistema di rappresentanza, che deve essere riformato e adeguato ai tempi, ma anche del grande mondo dell’associazionismo e delle tante realtà imprenditoriali, che sono eccellenze italiane nel mondo”. Per quanto riguarda il voto all’estero, “ci sono accorgimenti semplici ma significativi che si possono fare subito per correggerlo – sottolinea Porta -: dalla stampa delle schede al miglioramento del sistema di scrutinio e all’utilizzo di sistemi come il codice a barre, introdotto ma mai utilizzato”. Si può intervenire anche “sulla legge elettorale, sulle ripartizioni, i collegi e le preferenze”. Ma “dobbiamo avere anche in questo caso la volontà di farlo. Il mio auspicio è che in questo anno che ci separa dalla fine della legislatura si possa veramente correre e lavorare con più determinazione e competenza, per fare le cose che non abbiamo fatto finora”, conclude Porta. (sab – 27 gen)