L’insofferenza mostrata dai giovani in questi ultimi tempi si è tradotta, spesso, in manifestazioni di devianza. In particolare molti gli episodi di “mala movida” che si sono registrati in diverse città, nelle fasi di allentamento delle misure restrittive, nei luoghi tipici di aggregazione dei giovani - locali pubblici o piazze ,- con gravi episodi di violenza contro persone e cose. A differenza di un anno fa, quando si rilevarono solo pochi episodi, oggi, in molte città, in particolare nei fine settimana, si assiste ad una recrudescenza di violenza giovanile mai annotata in passato. Inquietanti episodi di violenza urbana si sono avuti in questi ultimissimi giorni a Pisa, Arezzo, Livorno, Siena, Lodi, Lecco, Napoli, Massa Carrara, Bologna, Pavullo (Modena), Parma, Cremona, Milano, Roma, l’Aquila, Reggio Emilia. Tra le “follie” giovanili va segnalato il fenomeno delle challenge (sfide ) e, tra queste, la viralizzazione della black-out game ossia della pratica di lasciarsi soffocare da altri con l’uso di corde per provare il “sollievo” del recupero di ossigeno ( pura follia!).
In questo contesto la “vita on line” ha reso i minori sempre più esposti ai pericoli della rete. Tramite lo smartphone, come emerso in indagini della polizia postale, sono risultati sempre più frequenti la circolazione e lo scambio tra minori ( i genitori latitanti!) di immagini e filmati del cosiddetto genere “gore”, quali video di pornografia violenta, di pestaggi, di abusi sessuali su bambini, di torture e di violenze di vario genere, nonché di materiale relativo ad immagini sessualmente esplicite.
“Tutto questo comporta il crescente rischio di traumatizzazioni precoci e di influenze negative sullo sviluppo psicosessuale del giovane” come viene evidenziato dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel documento “ I minori nel periodo della pandemia”. Ma c’è di più. In questo lunghissimo periodo di emergenza sanitaria, il maggior utilizzo del web e delle app di messaggistica, ha esposto i giovani alla propaganda estremista on line, con il concreto rischio di attivare processi di radicalizzazione. E la Polizia di Stato ricorda come “..sia stato rilevato anche il tentativo da parte di singoli e di compagini, attivi soprattutto on line, d’infiltrare gruppi di opinione, insistenti prevalentemente sulle piattaforme di messaggistica istantanea, con lo scopo di radicalizzare i toni”. Uno scenario, dunque, sconfortante e preoccupante in cui è andato acquisendo maggiore spazio anche il mercato illegale e clandestino del dark web, dove vengono vendute le droghe sintetiche e le nuove sostanze psicoattive molto in voga tra i giovani.