di Paolo Pagliaro
C’è un orologio che ogni anno dal 1947 segna quanto tempo rimane prima che a mezzanotte il mondo di autodistrugga. Si chiama Doomsday Clock, “orologio dell’apocalisse” , e le sue lancette sono azionate da un gruppo internazionale di 20 scienziati.
75 anni fa all’inizio della guerra fredda la prima indicazione fu di mezzanotte meno sette minuti. Ma già nel 1949, con l’acquisizione delle armi nucleari da parte dell’Unione Sovietica, le lancette dell’orologio metaforico vennero posizionate a mezzanotte meno tre. Un ulteriore peggioramento, meno due minuti, si ebbe nel 1953 con lo sviluppo delle armi termonucleari.
Nel corso degli anni, con l’evoluzione del confronto fra le superpotenze e gli sviluppi geopolitici, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte; il momento relativamente più tranquillo si è registrato nel 1991, alla fine della guerra fredda. Poi le cose sono andate peggiorando a causa dell’incapacità della comunità mondiale di affrontare unita la fida del cambiamento climatico. E così da un paio d’anni il Doomsday Clock ci dice che al giorno del giudizio mancano solo 100 secondi. Ci dice cioè che il proliferare di armi nucleari e biologiche, i cambiamenti climatici, la pandemia e una varietà di tecnologie dirompenti e per niente amichevoli hanno portato il mondo sul ciglio dell’apocalisse.
In questi giorni, con la guerra in Europa, il tempo che ci separa dalla mezzanotte si è ulteriormente ridotto.
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