La nostra classe politica alle prese con la grave crisi economico sociale collegata alla pandemia da Covid-19 e sue varianti che va avanti da oltre due anni (ancora molti contagi e morti ogni giorno), crisi accentuata dalla guerra scatenata in Ucraina con l’invasione russa, continua a sottovalutare la preoccupante situazione generale di violenza che si vive nel paese a causa di una criminalità di strada e organizzata soffocanti. Abbiamo più volte sottolineato la necessità di avere nelle strade presidi di polizia adeguati ad una realtà criminale che si manifesta ogni giorno in molte città dove si torna a parlare (Milano) di ronde ( “passeggiate di sicurezza”) affidate ai cittadini con funzioni, appunto, di osservazione, di controllo, di annotazione che sono momenti di prevenzione di polizia affidati alle forze dell’ordine.
Troppe le carenze di organico in uffici di polizia e comandi dei carabinieri. Insufficienti gli arruolamenti che si fanno mentre l’invecchiamento del personale ed il pensionamento nei prossimi anni porteranno ad ulteriori “buchi” (si parla di diecimila unità nella Polizia di Stato nei prossimi cinque anni) con i conseguenti problemi di sicurezza che non potrà essere garantita.
Troppi i fatti di cronaca che contribuiscono ad alimentare paure e ansie come è successo nei giorni scorsi nel salernitano con una serie impressionante di furti nelle abitazioni, a Roma con l’ennesima rissa a bastonate tra stranieri, questa volta tra albanesi e nordafricani,a Bologna con un regolamento di conti a colpi di machete tra marocchini, a Voghera con una ottantacinquenne, con le stampelle, rapinata e scaraventata a terra, a Cernusco sul Naviglio (Milano), con un colpo in banca da tre milioni ( in oro e gioielli) dopo che i malviventi avevano legato i dipendenti, a Pescara con un giovane barista ferito all’interno di un locale a colpi di pisola.
Se, poi,si leggono anche soltanto le conclusioni contenute nella recente relazione della DIA ( si riferisce alle attività del primo semestre del 2021) laddove si evidenzia che le varie mafie, italiane e straniere, controllano buona parte del territorio nazionale, la situazione appare in tutta la sua drammaticità. Aspettando i concorsi per assunzioni straordinarie di poliziotti si potrebbe, nel frattempo, pensare ad un processo di riorganizzazione interno alla Polizia di Stato con il coinvolgimento di altre istituzioni, naturalmente,prevedendo il trasferimento di alcune attività amministrative ai Comuni e alle Prefetture come, per esempio, quelle attinenti l’immigrazione che vedono impiegati molti poliziotti dei vari livelli (con l’obiettivo di recuperare ai servivi di polizia almeno due mila operatori) o rimpiazzare nei suddetti uffici il personale del ruolo ordinario di polizia con personale dei ruoli tecnici incrementando adeguatamente anche quello dell’amministrazione civile dell’interno già presente. Questo processo andrebbe realizzato con un provvedimento normativo modificando il testo unico sull’immigrazione. Altro personale potrebbe essere recuperato riesaminando i servizi di scorta di sicurezza e di tutela alle tante “personalità” per verificare se sussistono ancora le esigenze per tale servizio. Gli italiani sono comprensibilmente spaventati e si attendono un sostanziale mutamento nella politica della sicurezza.