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direttore Paolo Pagliaro

RIAPRE L’AMBASCIATA
ITALIANA A KIEV

“Gli ucraini hanno molto apprezzato che siamo stati l'ultimo importante Paese europeo a evacuare l'ambasciata di Kiev in seguito all'invasione russa per spostarla a Leopoli subito dopo. E domani riapriremo ufficialmente la sede qui nella capitale, nonostante ancora suonino le sirene degli allarmi. In realtà, tranne una parentesi di poco più di 24 ore ai primi di marzo, l'Italia ha sempre mantenuto la sua rappresentanza diplomatica in Ucraina, fondamentale per aiutare i nostri connazionali e dare un segnale di solidarietà al governo Zelensky”, anche se “soltanto circa 130 italiani hanno scelto di restare”. Così l'ambasciatore italiano a Kiev Pier Francesco Zazo in una intervista al Corriere della Sera nella quale spiega che il ministro degli Esteri Kuleba ha molto apprezzato le pressioni italiane affinché l'Ucraina divenga membro della Ue: “Ci sono molto grati. Noi adesso gestiremo gli aiuti umanitari, l'arrivo di volontari, faciliteremo i rapporti con gli oltre 230.000 ucraini in Italia e adesso anche i quasi 100.000 profughi”. “La nostra condanna dell'invasione russa è stata subito netta, tanto che neppure mi hanno mai chiesto del noto incontro tra imprenditori italiani e Putin prima della guerra. Qui nei miei incontri vedo che plaudono agli sforzi di Draghi e Di Maio per cercare fonti energetiche in Medio Oriente alternative al gas russo, dicono che stiamo facendo molto meglio della Germania, che ancora percepiscono come anello debole del fronte europeo”. Quindi sottolinea che “la guerra non ha fatto che rafforzare l'identità nazionale ucraina anche in luoghi come Odessa, Mariupol, Kharkiv e Kherson dove la cultura era completamente russa. Neppure più fanno la differenza tra regime e popolo russo”. “Il grande errore di Putin è stato confondere l'essere russofoni con i russofili. Soltanto due decadi fa poteva avere qualche ragione, però negli ultimi anni il clima è mutato: c'è stata la Rivoluzione arancione nel 2004, le rivolte di Maidan e quindi il trauma della guerra del Donbass nel 2014. Putin si è illuso, ha ignorato il profondo cambiamento generazionale. Ormai qui solo gli anziani guardano con nostalgia all'Urss”. (17 apr – red)

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