PANARIELLO RIPARTE IN TOUR CON "LA FAVOLA MIA"
Dopo il successo delle date teatrali che hanno impegnato Giorgio Panariello tra gennaio e marzo, il nuovo spettacolo dell’attore e comico toscano “La Favola Mia”, nato per festeggiare i 20 di carriera dal successo di “Torno Sabato”, è pronto per ripartire e girare l’Italia durante l’estate. Alle prime date in calendario per questa estate si aggiungono, inoltre, due attesi appuntamenti autunnali al Teatro Brancaccio di Roma (15 novembre) e al Teatro Lirico di Milano (1 dicembre).
Questi i primi nuovi appuntamenti (prodotti e organizzati da Friends and Partners) in calendario:
11 luglio 2022 GROTTAGLIE (TA) Cave Di Fantiano
12 luglio 2022 VICO DEL GARGANO (FG) 25° ediz Estate Teatrale Vichese (Anfiteatro Comunale)
13 luglio 2022 CAPURSO (BA) La Puglia che ride (Sagrato Basilica Madonna Del Pozzo )
23 luglio 2022 AREZZO Arezzo Music Fest (Fortezza Medicea)
12 agosto 2022 CASTELNUOVO GARFAGNANA (LU) Montealfonso Sotto Le Stelle (Fortezza Montalfonso)
13 agosto 2022 MARINA DI PIOMBINO (LI) 20 Eventi (Piazzale Alaggio Porticciolo)
14 agosto 2022 MARINA DI PIETRASANTA (LU) La Versiliana Festival (La Versiliana)
3 settembre 2022 PERUGIA Giardini Del Frontone
15 novembre 2022 ROMA Teatro Brancaccio
01 dicembre 2022 MILANO Teatro Lirico
Tante risate, un pizzico di irriverenza, attualità e grandi classici del suo repertorio: saranno questi gli ingredienti di questo nuovo spettacolo in cui Panariello racconta e si racconta ripercorrendo in una veste inedita e attuale i 20 anni che lo hanno visto protagonista tra teatro, cinema e televisione.
SALA UMBERTO, “OVVI DESTINI” DAL 4 MAGGIO
Dopo il successo della Trilogia di Mezzanotte nelle precedenti stagioni teatrali, Filippo Gili torna a scavare le relazioni familiari con il suo nuovo lavoro drammaturgico, Ovvi Destini in scena dal 4 al 15 maggio al Sala Umberto di Roma (Via della Mercede, 50). Un cast di tre straordinarie attrici sarà protagonista del progetto inedito del regista e drammaturgo romano: Vanessa Scalera (recentemente protagonista della fiction di successo Imma Tataranni – Sostituto procuratore), Anna Ferzetti (da poco al cinema con Valerio Mastrandrea e Marco Giallini in Domani è un altro giorno) e Daniela Marra (reduce di recente da Squadra Antimafia e dalla fiction Rai Il Cacciatore). Al loro fianco, la straordinaria partecipazione di Pier Giorgio Bellocchio (figlio del regista Marco Bellocchio e protagonista in diverse pellicole cinematografiche italiane). Tre sorelle. Laura la primogenita, Lucia la seconda, Costanza la più piccola: sui trentacinque, chi più chi meno. Costanza è su una sedia a rotelle per colpa di un incidente provocato un paio d’anni prima da Laura, la maggiore. Ma né Costanza né Lucia conoscono la disgraziata responsabilità di Laura. Loro no: ma la conosce uno strano essere, Carlo, che comincia a ricattare Laura. Laura è una incallita giocatrice d’azzardo. Violenti gli scontri con Lucia, la sorella di mezzo. Ma su questo si incentra anche il ricatto di Carlo: o dici a tua sorella che due anni fa fosti te, non vista, a fare quel balzo che costò le gambe di tua sorella, o tutti i proventi delle tue vincite li prenderò io. Il senso di colpa per quella disgrazia si fa materiale, sudato, vivo, bollente. Laura resiste. L’altro non spiffera nulla, fin quando, davanti alle due sorelle ‘sane’, non soltanto si dimostrerà tutt’altro che ricattatorio, ma offrirà anche loro un dono: la possibilità di realizzare un desiderio irrealizzabile. Un angelo? Un demone? Metafisico o reale che sia, quell’uomo ha offerto loro una possibilità che, se non grottesca, sembrerebbe sublime. Che desiderio potrebbe esprimere Laura, se non quello, per amore e senso di colpa, di far riavere l’uso delle gambe alla sorella?
PLACIDO AL DUSE DI BOLOGNA CON ‘MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE’
“’Morte di un commesso viaggiatore’ è una tragedia moderna che rivela il lato crudele del sogno americano”. Così Leo Muscato, nelle sue note di regia, sintetizza il senso del celebre capolavoro di Arthur Miller che andrà in scena dal 6 all’8 maggio al Teatro Duse di Bologna (via Cartoleria 42 - ore 21, domenica ore 16). Sul palco Michele Placido nel ruolo del protagonista Willy Loman e Alvia Reale in quello della moglie Linda. L’opera di Miller, presentata nella traduzione di Masolino D’Amico, “mischia verità e allucinazione - prosegue Muscato - si svolge contemporaneamente sulla scena, sotto gli occhi del pubblico, e nella testa del protagonista, nella quale noi spettatori siamo chiamati a entrare”. “Willy vuole così tanto essere benvoluto, che spesso trascura il fatto di essere amato. Infatti, contrariamente a quel che pensa, la sua famiglia lo adora”. Willy Loman è “uno dei personaggi teatrali più tragici del ventesimo secolo. Nella sua mente c’è qualcosa di fratturato. Ci sono diversi momenti in cui si rende conto che la sua famiglia è più importante del denaro” eppure, conclude Muscato, “Willy Loman sogna un futuro che non è in grado di raggiungere; perché vive in un paese che all’apparenza offre illimitate opportunità e lui va alla ricerca disperata del successo. Ma fallisce, e non riesce a perdonarsi. E fallisce per aver creduto eccessivamente nel sogno americano, che non lo ha ripagato, e questo gli ha fatto perdere autostima”. Da qui il disfacimento di una vita, il senso di vergogna e di inadeguatezza, l’ossessione di riscatto riversata sui propri figli fino all’estremo, disperato tentativo finale di cambiare lo stato delle cose. “’Morte di un commesso viaggiatore’ è la storia di un sogno, di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui – sottolinea Masolino D’Amico - senza alcun dubbio è la grande commedia americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente loro”. Il protagonista perde la sua battaglia esistenziale perché “non ha pazienza – conclude - è nato in un Paese giovane e impaziente, forse figlio di immigrati; non ha radici, vuole salire nella scala sociale. Sogna a occhi aperti il successo facile, veloce”. “Dopo ‘Uno sguardo dal ponte’ che ho recitato per tre anni, avevo il desiderio di interpretare quest’altro capolavoro di Arthur Miller. Quando Haber mi ha telefonato per dirmi ‘fratello mio solo tu mi puoi salvare’, non ho esitato” racconta Michele Placido, subentrato nel ruolo ad Alessandro Haber, che ha dovuto interrompere la tournée per motivi di salute. “Ed eccomi qui – prosegue Placido - con questo mio Willy Loman che racconta i drammi quotidiani di un uomo caduto nel baratro”. “Miller parla della sconfitta del sogno americano, di una società che non ti permette di realizzare un’aspirazione. ‘Morte di un commesso viaggiatore’ è un grande classico, quindi universale e attuale. Pensiamo ai giovani, alla grande crisi che stiamo vivendo e alla foga di apparire attraverso il denaro” sottolinea Placido, ricordando che “Pasolini, anni fa, diceva che si allevavano le persone a diventare consumatori. La storia gli ha dato ragione. L’insuccesso oggi riguarda il settanta percento o di più di tutti noi, costretti a un ritmo che inaridisce e rende feroci”. Miller “era un drammaturgo influenzato dalla tragedia greca. Il mio Loman vorrebbe non dover più sfacchinare in giro, e ottenere una promozione. Ma il figlio del capo gli stronca le aspettative, lo condanna al fallimento, gli procura regressione mentale e lui capisce che è già morto. Una fine decretata dal non avere soldi in tasca, da stati confusionali di uomo che parla da solo, dai rimpianti per non aver seguito il fratello più intraprendente in Alaska, dal sentirsi senza talento. Sono i presentimenti della sua morte”. In scena, dunque, una vicenda umana “che ti nega prospettive e questa è la più micidiale delle prove”. Infine, una riflessione sul ritorno a teatro dopo il lungo stop dovuto alla pandemia. “È una specie di risorgimento – conclude Placido - alla fine di ogni replica esco sul palco a ringraziare direttamente il pubblico di non aver rinunciato a questo rito umano chiamato teatro e dico: grazie per la mascherina che indossate e che ci permette di respirare cultura”. Lo spettacolo è un recupero delle recite inizialmente previste dal 20 al 22 marzo 2020. Tutti i biglietti precedentemente acquistati restano, pertanto, validi per le nuove date.
TRICARICO, “BIGGER THAN LIFE” AL TEATRO GARBATELLA DI ROMA
Un viaggio nella musica del cantautore milanese, dove non mancheranno piacevoli sorprese per il suo affezionato pubblico: è Bigger Than Life di Francesco Tricarico in programma il 13 maggio alle 21 al Teatro Garbatella di Roma (Piazza Giovanni da Triora 15 ) che vedrà protagonista Tricarico – voce e flauto - e Michele Fazio - pianoforte. “Sono passati ventun anni dalla pubblicazione del mio primo brano Io sono Francesco. Viviamo tempi terribili, ostaggi della pandemia e della guerra. Tempi drammatici in cui non c'è più spazio per l’humor, non c'è più comicità, non c'è più nessun sorriso - dice Tricarico - Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore – diceva Charlie Chaplin. Siamo animali, anzi no, siamo bestie. Siamo bestiole confuse, anzi più che bestiole siamo insetti...omini. Siamo solo uomini? Avrei voluto scrivere uno spettacolo teatrale su questo “Agente Interstellare” mandato sulla terra per capire se i terrestri fossero all'altezza delle più evolute civiltà delle galassie. Alla fine “l'Agente”, nel momento in cui stava dichiarando inadeguata la razza umana, vide un ragazzo e una ragazza passeggiare tenendosi per mano e decise di dare agli uomini ancora un breve tempo. Questo è lo spettacolo. Il tempo di questo spettacolo. Il tempo di questo Show è il tempo che potrebbe salvare l'umanità. Le mie canzoni scritte in questi ventuno anni sono il mio personale, personalissimo tentativo di capire cosa ci siamo a fare su questo bellissimo pianeta o almeno che cosa ci sto a fare io. Riconosco anche di aver fatto di tutto per non avere successo così da potermi muovere più liberamente nell' ombra, così da poter continuare ad osservare senza essere osservato. Ma ora devo ritornare alla luce o l'ombra mi assorbirà fino a ritornare nel buio. I brani saranno cantati da me e accompagnati al piano del mio amico e grande musicista Michele Fazio. Il Titolo dello Spettacolo BIGGER THAN LIFE prende ispirazione da un dialogo con la mia grande amica Elisabetta Sgarbi. Speriamo che questo concerto-spettacolo Vi porti e Ci porti un po' di Pace e Amore” conclude Tricarico. (red)
ROMA, SI RIDE AL TIRSO CON LA COMMEDIA "QUELLA PICCOLA PAZZA COSA CHIAMATA AMORE"
Andrà in scena a Roma fino al 15 maggio uno degli spettacoli più divertenti della storia del teatro Tirso de Molina, l'unico teatro comico di tradizione romana (via Tirso 89), scritta e diretta da Danilo De Santis: “Quella piccola pazza cosa chiamata amore". Sul palco insieme allo stesso De Santis saliranno: Roberta Mastromichele, Piero Scornavacchi, Roberto Belli, Marco Aceti, Chiara Buratti, Eleonora D'achille. Come qualsiasi altra ossessione, o forse di piu', l'amore fa muovere gli esseri umani in modi irrazionali, fa assumere spesso comportamenti ridicoli e surreali. Ed è proprio ciò che accade in questa divertentissima, ma sentimentale commedia. Scritta in modo lieve, ma mai scontato da Danilo De Santis, un modo divertente di raccontare l'amore, mai volgare, ma sempre sopra le righe. In “Quella piccola pazza cosa chiamata amore” ognuno è innamorato di un altro o di un'altra e nessuno riesce a cancellare dalla propria mente il ricordo e l'attaccamento verso l'oggetto del desiderio anche dopo tantissimi anni. Ed è a causa di quest' ossessione che tutti sono disposti a sottostare ai più incredibili sotterfugi, ad inventare strategie spesso ridicole, a volte anche imbarazzanti pur di tentare di conquistare o riconquistare la persona amata. Ed è così che Luigi diventa Lulù per entrare e restare nelle grazie di Ferdinando, omosessuale, da 27 anni innamorato ed in attesa che il suo amore torni da lui. Ferdinando ospita quindi Luigi/Lulù, che vuole vivere a casa di Ferdinando per tentare di riconquistare il cuore di Elena che vive nella casa di fronte. Ferdinando lentamente inizia ad avere un debole per Luigi/Lulù, che per scappare dalle attenzioni del padrone di casa si dichiara innammorato di Mario che però è innammorato follemente di Ilaria che non riesce a dimenticare Vittorio... Due case…una di fronte all’altra…la finestra diventa il punto di vista di quella piccola pazza cosa chiamata Amore. (red)
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