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Italiani in Francia raccontano
l'alternanza scuola-lavoro

Italiani in Francia raccontano <br> l'alternanza scuola-lavoro

Palermo-Borso del Grappa-Strasburgo-Wissembourg è l’asse lungo il quale si snoda l’esperienza di Nizar e Wafaa, due giovani studenti italiani che, nati ai due poli opposti della Penisola, si sono trasferiti in Francia giovanissimi con le loro famiglie. Il racconto a due voci che fanno a 9 Colonne ha al centro il tema dell’alternanza scuola-lavoro, un aspetto che in Francia ha una tradizione più radicata sul territorio rispetto all’Italia. Sia Nizar sia Wafaa lavorano per una multinazionale, nel customer service.

NIZAR E IL SOGNO DI UNA CARRIERA IN BUSINESS INTELLIGENCE

Classe 1997, Nizar è nato a Palermo, primo di quattro figli. Il padre all’età di 18 anni ha lasciato la Tunisia per trasferirsi a lavorare nel capoluogo siciliano, dove lo ha raggiunto poi anche la moglie. La famiglia decide di trasferirsi a Strasburgo, dove viveva già la zia materna, appena Nizar conclude gli studi al liceo scientifico.  Nizar si iscrive così all’università in Francia: “Non conoscevo il francese quindi ho iniziato studiando italiano, poi Lingue straniere applicate – il russo, l’inglese, ho rinforzato il francese – e mediazione linguistica. Dopo tre anni mi sono iscritto al master in relazioni internazionali con indirizzo in business intelligence. Il primo anno ho dovuto fare un prestito, poi è arrivato il lavoro in alternanza e sono riuscito a pagare interamente i miei studi”. In Francia l’alternanza studio lavoro non è, infatti, limitata al percorso delle scuole superiori ma va dai 16 ai 25 anni, con una durata massima di tre anni che, in alcuni casi, può essere estesa a quattro anni. Gli studenti sono retribuiti con una percentuale variabile in base alla scuola e allo stato di avanzamento dello studente, considerando i parametri certificati dallo SMIC, ovvero il salario minimo di crescita. “Questa esperienza mi permette di formarmi adeguatamente e di ricevere un salario con cui ho pagato il prestito universitario e sto iniziando a fare progetti per il mio avvenire – spiega Nizar – certo, quando gli altri studenti vanno in vacanza io resto a lavoro, ma sono ritmi tra studio e lavoro che riesco a sostenere e che si devono sostenere se si vuole costruire un futuro. Ci sono stati degli esami difficili, c’è stato poco tempo per prepararli, però alla fine li ho superati: sto preparando la tesi che discuterò a settembre, quando finirà il mio contratto. Sto facendo un’esperienza molto formativa che penso abbia indirizzato la mia carriera: se si ama quello che si fa, si può lavorare meglio. Come prima esperienza professionale seria non potevo avere di meglio: ho trovato l’offerta su Facebook, su un post pubblicato sulla pagina degli Italiani a Strasburgo, è stato fortuito ma è stata un’occasione fondamentale”.

WAFAA, TRA MARKETING E VOLONTARIATO INTERNAZIONALE

Millennial sin dalla data di nascita, classe 2000, Wafaa è nata a Bassano del Grappa (Vicenza) ma è cresciuta a Borso del Grappa (Treviso). Suo padre dal Marocco ha risalito l’Italia lavorando per quarant’anni in diverse città, da Lampedusa sino al nord Italia, dove è stato raggiunto dalla moglie. “Borso del Grappa è un piccolo luogo in cui ci conosciamo tutti, una grande comunità italiana” racconta la giovane studentessa a 9colonne. Quando Wafaa conclude la terza media la famiglia decide di trasferirsi in Francia, a Wissembourg, una cittadina al confine che permette al padre di lavorare da frontaliero in Germania. “In Italia ero iscritta al liceo di relazioni internazionali, con il trasferimento ho dovuto cambiare tutto. Mi sono iscritta al liceo di scienza della tecnologia e della gestione, ambito marketing. Poi all’università ho studiato tra Strasburgo e Nancy, per tornare poi a Strasburgo per il master su management con specializzazione in marketing e studi del mercato”. Al secondo anno di esperienza professionalizzante, Wafaa ricorda come non sia facile per gli studenti trovare l’alternanza – obbligatoria nel corso di studi e che la ricerca è a carico degli studenti, senza dimenticare che il mancato conseguimento del percorso di formazione professionale possa pregiudicare la finalizzazione degli studi. Una pressione che può portare a scelte non sempre semplici: “Se mi confronto con i miei compagni di studio la mia esperienza è di gran lunga migliore, anche in termini economici: ci sono anche casi però in cui lo SMIC non è rispettato, ci sono aziende che non seguono i parametri”.  Particolarmente interessante per Wafaa è il contesto internazionale in cui sta maturando la sua alternanza: “Ho lavorato in imprese piccole e non è la stessa cosa, in una multinazionale non ritrovo la mentalità chiusa che si può trovare altrove, sono felice perché lavoro in un ambiente molto aperto e vario”. Nel percorso gli studenti sono assistiti, sia in ambito scolastico sia in ambito aziendale, da un tutor che segue e monitora lo stato di avanzamento dell’alternanza. “Il tutor aziendale e il tutor universitario sono in contatto tra loro e periodicamente discutono su come sta andando, se mi trovo bene, se si aspettano qualcosa di più, se io mi aspetto qualcosa di più. Sono veramente presa in considerazione da ambo le parti, sia a scuola sia in azienda”.  Ma l’alternanza aiuta a ragionare sul futuro? Wafaa non ha dubbi: “Sì: quando vedi persone che hanno fatto anni di studio senza esperienza lavorativa è diverso, quando finisci lo studio senza alcuna esperienza nel mondo del lavoro è difficile trovare qualcosa, però quando passi attraverso l’alternanza hai maggiori possibilità rispetto agli altri. Io dopo aver terminato vorrei fermarmi e fare del volontariato internazionale prima di passare direttamente nel mondo del lavoro: vorrei vivere un’ulteriore esperienza significativa per la mia vita”.

 

(Ede- 11 mag – BIG ITALY)

(© 9Colonne - citare la fonte)