“IL CLUB DEI MANCINI” DEL PREMIO NOBEL GUNTER GRASS
Esce per Marotta&Cafiero "Il Club dei Mancini", la raccolta di racconti del Premio Nobel per la Letteratura Günter Grass. Un volume unico che racconta di una fantomatica associazione in cui sono ammessi solo i mancini, dove si esalta la “mancinitudine”. Diciannove racconti comici e surreali, satirici e grotteschi, dove viene fuori tutta la potenza della scrittura aggressiva dello scrittore tedesco. Tra le pagine di questa raccolta il lettore conoscerà una donna che non sopporta il suono delle mele masticate o un toro murato nella parete di un matador in pensione che prende vita alla vista di un drappo rosso.
Un volume stampato su cinque carte lisciate e colorate di alta gamma della cartiera italiana Favini, serie Lightset, da 80 grammi nei colori arancio, fucsia, limone, rosa e verde. “Dopo gli scritti di Patrie abbiamo deciso di portare in libreria queste storie grottesche dove la normalità è bandita”, dichiara il direttore editoriale della Marotta&Cafiero, Rosario Esposito la Rossa. “Lo facciamo partendo dalla stampa: ogni libro è infatti una copia unica – continua Esposito La Rossa -. L’alternanza delle pagine colorate è diversa per ogni esemplare che trasformano questo libro in un oggetto di design. Abbiamo deciso di stamparlo con queste caratteristiche per evidenziare la bellezza della diversità e dell’unicità degli esseri umani che vengono fuori dai racconti di questo libro”. “Se la mancinitudine è comunemente intesa come un problema, una devianza, un errore, noi invece l’abbiamo associata al fascino della bibliodiversità, una ricchezza che è nostro compito difendere”, conclude l'editore. Il testo è tradotto da Madeira Giacci, già traduttrice di Joseph Roth, Juli Zeh, Elizabeth Eslami oltre che di Günter Grass. Typedesigner del testo è Otl Aicher, designer tedesco che fu grande oppositore di Hitler e del nazismo, al punto da essere arrestato nel 1937.
RAP CRIMINALE, IL NUOVO LIBRO DI F.T. SANDMAN
La storia di una sincera amicizia e l’amore per il rap, il music business e la criminalità di strada. Queste le tematiche portanti del libro “Rap criminale. Tupac, Biggie e gli altri martiri del gangsta rap” di F.T. Sandman, in tutte le librerie da mercoledì 25 maggio pubblicato da Il Castello marchio Chinaski Edizioni. Chi ha ucciso Tupac Shakur e Notorius BIG? Che ruolo hanno avuto la polizia, le gang e la discografia? Sono alcune delle domande a cui l’autore prova a dare risposta, a quasi trent’anni dai fatti, ricostruendo minuziosamente le dinamiche e i protagonisti delle vicende. Sandman ha unito i punti consultando le fonti, confrontando le testimonianze e incrociando le informazioni provenienti da decine di libri, interviste, film, articoli e documentari. Ma è andato oltre: nel libro, infatti, è inclusa l’unica intervista italiana esclusiva a Greg Kading, il detective della polizia di Los Angeles che ha coordinato l’ultima indagine conclusa nel 2009. Una storia che ruota sempre attorno a due duplici e opposti protagonisti. Due rapper afroamericani: Tupac Shakur e Notorius BIG; le loro rispettive ragazze madri Afeni Shakur e Voletta Wallace. Due discografici senza scrupoli e le loro etichette, Suge Knight con la Death Row e Puff Daddy con la Bad Boy. Due lati della costa americana, la East e la West, con le gang rivali Crips e Bloods.
Sullo sfondo la vita di strada, il razzismo, le armi, lo spaccio e il culto della ricchezza. La passione che per molti anni hanno condiviso i due protagonisti della storia, l’amicizia di due ventenni innamorati delle rime del rap prima che la vita prendesse il sopravvento.
Oltre 300 pagine che descrivono le rispettive biografie dal ghetto al successo, il background sociale, culturale e privato dove sono maturate le vicende. Decine di personaggi dello showbiz che a vario titolo hanno avuto a che fare con queste vicende: da Mike Tyson a Snoop Dogg, dagli Aerosmith a Madonna, ma anche un excursus storico delle centinaia di morti, agguati e sparatorie che hanno attraversato il mondo del rap statunitense. Se il primo omicidio illustre è stato quello di Scott La Rock nel 1987, il volume prende in analisi anche le morti più recenti come quella di XXXTentacion del 2018.
Tra una biografia musicale, un saggio e una crime story, il libro conduce il lettore attraverso un crescendo di sospetti, vendette e provocazioni, che portano poi all’inevitabile conclusione consegnata alla storia. Onore e regolamenti di conti si mescolano alla musica Hip-Hop, alla povertà, al degrado ma anche all’orgoglio culturale afroamericano.
Prefazione a cura di Metal Carter e postfazione di Alberto Castelli.
PAOLO PAGLIARO RISPONDE A CINQUE DOMANDE SULL'ITALIA
“Assemblando i pezzi del mio racconto, come raccogliendo in un album le istantanee scattate in questi anni, mi accorgo che ho a che fare con tante narrazioni contrastanti, ciascuna contenente uno scampolo di verità. E ho la conferma che i nostri umori e la nostra sorte sono nelle mani dell'informazione”. Dal 2008 ogni sera, nel programma Otto e Mezzo su La7, Paolo Pagliaro seleziona e commenta in due minuti un fatto particolarmente rilevante o significativo della giornata. Una sorta di diario pubblico che si interroga sulle grandi e piccole trasformazioni che hanno riguardato l'economia, la comunicazione, le abitudini sociali, la demografia e l'ambiente nel nostro paese. Siamo ricchi o siamo poveri? È vero che il lavoro ci sarebbe per tutti, se solo volessimo? Dove ci sta portando e come si arresta il declino demografico? Ambientalismo significa pale eoliche e pannelli solari, oppure nulla di tutto questo, se il prezzo è una modifica del paesaggio? E quanta parte della nostra vita si sta trasferendo online? Questi gli interrogativi da cui prende le mosse “Cinque domande sull'Italia”, il saggio pubblicato dal Mulino (pp. 208, 16 EURO, in libreria dal 26 maggio) in cui il giornalista illustra i “dilemmi di un paese inquieto”. Interrogativi che si prestano a innumerevoli esercizi ideologici e che costituiscono altrettanti aspetti controversi, ma essenziali, della nostra autoconsapevolezza di italiani.
L’AUTORE. Paolo Pagliaro, giornalista, è stato redattore capo della Repubblica e vice-direttore dell’Espresso. Ha diretto l’Adige e altre testate quotidiane locali. Nel 1996 ha fondato l’Agenzia giornalistica 9Colonne, di cui è direttore. Dal 2008 cura l’editoriale “Il punto” nella trasmissione “Otto e Mezzo” su La7. Per il Mulino ha pubblicato nel 2017 “Punto. Fermiamo il declino dell’informazione”.
“STORIA DAL MARE” DI ALESSANDRO VANOLI”
Una storia del mare. Che racconti la geologia, gli uomini delle coste, le scoperte, le navi, le guerre, i miti e i sogni. Ma anche e soprattutto i pesci e gli altri esseri marini. Una storia insomma che tenga assieme tutto, uomini e animali. E naturalmente un viaggio del genere non può e non vuole essere una cronaca minuziosa di fatti e cose. Piuttosto, intende essere un racconto, fatto di volti, immagini, suoni e colori, con la speranza di restituire un po’ di quello stupore che gli abissi ci hanno sempre dato. Tutto questo è “Storia del mare” di Alessandro Vanoli (Laterza). Così ecco il grande libro del mare: comincia in un infinito passato, quattro miliardi di anni fa, raccontando una geologia antica e gli inizi della vita, i dinosauri e i pesci primitivi, i mari scomparsi e le grandi catastrofi. E poi giù negli abissi, per riemergere tra barriere coralline, zone acquitrinose, scogli o spiagge di sabbia. Quindi naturalmente la storia. Quella delle prime colonizzazioni, dei mezzi e delle antiche imbarcazioni per affrontare il mare e della nascita dei porti. La storia dei grandi miti, quelli biblici e quelli omerici. E le civiltà: i fenici, i greci, i romani; e attorno a questo le rotte dei mercanti, le storie delle anfore, del corallo; i racconti dei pellegrini e dei vichinghi in America e dei cinesi nell’Oceano Indiano. Una storia fatta anche delle cose più note: la bussola, le caravelle, Cristoforo Colombo, Magellano, Vespucci e i pirati dei Caraibi. Senza mai dimenticare che tutto questo ha a che fare anche con le balene e gli squali, con i tesori nascosti, con le leggende del kraken, del maelstrom, dell’olandese volante e di tutto quanto ha alimentato la nostra fantasia per secoli. Sino al presente, ovviamente, alla crisi ambientale e allo scioglimento dei ghiacci. Perché fare una storia del mare vuol dire sì parlare dei nostri sogni più profondi, ma anche ricordarci che alla fine siamo solo una specie tra altre specie. Siamo parte del mare ed è questa forse la cosa che più conta in tutta questa avventura millenaria.
L’AUTORE. Alessandro Vanoli, storico, scrittore e divulgatore, è esperto di storia mediterranea. Ha insegnato all’Università di Bologna e per un breve periodo all’Università Statale di Milano, occupandosi di storia del Mediterraneo e della presenza islamica in Spagna e Sicilia. Da anni si occupa anche di comunicazione e divulgazione con progetti teatrali e attività didattiche legate alla conoscenza del mondo islamico e alla promozione della storia come parte irrinunciabile del rapporto tra culture differenti. Collabora con la RAI e con il “Corriere della Sera”. Per Laterza è autore, con Amedeo Feniello, di Storia del Mediterraneo in 20 oggetti (2018).
MASHA GESSEN RACCONTA PUTIN, “L’UOMO SENZA VOLTO”
A dieci anni dalla prima pubblicazione italiana ritorna con Sellerio il fondamentale libro di Masha Gessen su Vladimir Putin (traduzione dall’inglese di Lorenzo Matteoli, nota di Masha Gessen). Pubblicato per la prima volta in Italia nel 2012, “L’uomo senza volto”, qui con una nuova introduzione dell’autrice, è forse il più importante e influente libro su Vladimir Putin, quello che ha aperto la strada alla comprensione di un vero e proprio enigma politico. Masha Gessen nasce in Russia, emigra con la famiglia negli Stati Uniti, torna a Mosca come giornalista e attivista. Negli anni Novanta vive la fine dell’impero sovietico con l’entusiasmo di un’intera generazione che vede aprirsi un’epoca di cambiamento, l’avvento di una politica nuova, la fine della corruzione, la trasformazione dei costumi. E invece la Storia prende un’altra direzione. Gessen si impegna da subito ad analizzare la complessità e l’oscurità degli eventi che accadono nel paese. Tra questi eventi c’è l’emergere di una figura che in modo singolare e improvviso subentra a Boris Eltsin e si accinge a prendere il potere. L’imporsi di Putin sulla scena politica, da agente di basso profilo del KGB a presidente della Russia, da ragazzo di provincia a personaggio pubblico dall’immensa popolarità, è una storia che sfida ogni verosimiglianza. Gessen la vive in prima persona, raccogliendo informazioni, sfidando divieti e reticenze, rintracciando fonti affidabili prima di chiunque altro. A partire da questo scrupoloso lavoro di indagine scrive un resoconto impegnato e implacabile, che contiene e anticipa gli sviluppi di una concezione del potere e del destino russo che hanno portato agli avvenimenti del 2022 e al conflitto bellico nel cuore dell’Europa. Nelle parole e nello sguardo di Masha Gessen l’ascesa di Putin è un elemento centrale e ancora in divenire della storia europea e mondiale. Leggendo questo libro, che possiede “il coraggio di raccontarci con chi esattamente facevamo affari, a chi avevamo appaltato settori strategici della nostra economia”, come ha scritto Roberto Saviano, si affronta una realtà che forse ci era sfuggita.
L’AUTRICE. Nata a Mosca nel 1967, Masha Gessen si è spostata con la famiglia negli Stati Uniti nel 1981 per tornare in Russia dieci anni dopo e lavorare come giornalista e attivista Lgbt. È stata redattrice capo della più longeva rivista russa, Vokrug sveta, e nel dicembre 2013 è tornata a stabilirsi negli USA, a New York, a causa delle minacce legali rivolte alla comunità gay. È autrice di diversi libri, tra cui Putin. L’uomo senza volto (2012) e I fratelli Tsarnaev. Una moderna tragedia americana (2017), su due ceceni responsabili dell’attentato alla maratona di Boston del 2013. Il futuro è storia ha vinto il National Book Award 2017 ed è stato finalista al National Book Critics Circle Award.
(© 9Colonne - citare la fonte)