Roberto Burioni, virologo, immunologo, accademico e divulgatore scientifico, che gli italiani hanno avuto modo di conoscere e apprezzare da quando ci va spiegando con competenza e garbata pazienza tutto quanto è dato e occorre sapere sul Covid19, sostiene che dopo due anni di pandemia, non solo conosciamo bene il nemico ma abbiamo anche armi efficaci per contrastarlo.
Detto così il messaggio appare rassicurante e comunque meno tragico rispetto alle notizie che ci porta il vento dalla martoriata terra ucraina in questo inizio dell’estate 2022. Nell’attesa che i due eventi vengano archiviati definitivamente, c’è chi, potendo permettersele, pensa alle ferie, che non saranno comunque quelle degli anni ruggenti, e chi si è rassegnato già all’idea di dovervi rinunciare. In molti provano a sfruttare con calcolata o incauta disinvoltura la presunta uscita dal purgatorio emergenziale. Mentre lo sguardo della politica, come si può facilmente constatare da quanto si legge sui giornali o si sente alla tivvù, non va oltre l’orizzonte corto delle ormai prossime elezioni amministrative e in non pochi casi di quelle che seguiranno.
A fronte di questo scenario non si può non recuperare e rileggere con l’attenzione che merita il messaggio di Burioni che a ben vedere non si presta a essere confuso con un annuncio della fine della pandemia. Allora è d’obbligo la domanda su che cosa si intenda fare per evitare che un ritorno del virus sotto forma di una qualche variante ancora ignota ci crei in autunno nuove difficoltà come quelle già sperimentate o anche peggiori. La campagna vaccinale, che avrebbe potuto e può ancora fare più di quanto ha fatto (che non è stato poco) ha riacceso sicurezze che altre volte avevamo sperimentato per poi doverci ricredere. Non dobbiamo ricaderci.
Abbiamo adesso davanti tre mesi che andrebbero impiegati per fare quello si sarebbe dovuto fare e che era stato promesso nel corso delle due ultime estati. La revisione e il potenziamento delle strutture sanitarie con personale aggiuntivo e attrezzature sufficienti, l’adeguamento delle scuole e degli uffici anche in questo caso con interventi sugli immobili e una copertura dei vuoti di personale, l’adattamento dei trasporti pubblici cittadini e ferroviari in termini di efficienza e sicurezza del servizio, l’attuazione di un reale controllo delle regole nelle fabbriche e negli uffici pubblici. Tutto questo e altro ancora non può essere inventato in pochi giorni, come pure è successo, dopo avere dissipato il tempo durante il quale si sarebbe dovuto intervenire. Le elezioni passano e ne arriveranno altre, il rischio di un nuovo autunno alle prese con una qualche variante rimane. Il ritorno alla normalità inseguito in questi giorni dai cittadini non deve farcelo dimenticare.
Potrebbe anche allentarsi la morsa del pericolo di un perdurare del dramma ucraino ed è quello che molti si aspettano da un giorno all’altro. Questo dipende dagli uomini che sono al potere mentre la pandemia risponde a meccanismi ancora oscuri. Una ragione di più per non sprecare i tre mesi dell’estate privilegiando le spiagge a trascurando gli ospedali. Per dirla con Burioni, non basta avere le armi per sconfiggere il nemico, occorre volerlo fare.
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