di Paolo Pagliaro
Si torna a volare dopo due anni di pandemia, quando i decolli si erano ridotti del 90%. La ripresa del trasporto aereo supera le attese e potrà ulteriormente irrobustirsi dopo che il governo, come ha annunciato ieri il ministro Giovannini, avrà speso il miliardo di euro stanziato nell’ambito del Piano nazionale di ripresa per collegare la rete ferroviaria con i 17 principali aeroporti. Oltre 6 italiani su 10 hanno detto a Demopolis che le limitazioni agli spostamenti aerei hanno inciso sulla qualità della loro vita. C’è un ampio consenso sul fatto che il rilancio di questa modalità di trasporto sia decisivo per la crescita dell’economia, del turismo e dell’occupazione. Nel sondaggio commissionato da Assaeroporti, ai 4800 intervistati, un campione particolarmente ampio, si chiedeva di dire cosa li spinge a servirsi di un mezzo di trasporto piuttosto che di un altro. Le risposte più gettonate sono state nell’ordine: costo del viaggio, comodità e tempi di percorrenza. Seguono la sicurezza rispetto al contagio covid e la sicurezza in assoluto. Solo il 7% valuta anche l’impatto ambientale.
Ciò non toglie che per 82 italiani su 100 occorra investire nello sviluppo sostenibile degli aeroporti, perché anche il traffico aereo è tra i nemici dell’ambiente. Giudicato peraltro come una sorta di male minore in una classifica in cui è preceduto dallo sversamento di materiali inquinanti nei fiumi e in mare, dal proliferare delle discariche, dal traffico e dal trasporto su gomma; dai fumi delle fabbriche, dagli allevamenti e dalle colture intensive. Comunque una pessima compagnia
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