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direttore Paolo Pagliaro

Iaria racconta il 'parroco' di Padre Pio
a vent’anni dalla canonizzazione

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Iaria racconta il 'parroco' di Padre Pio <br> a vent’anni dalla canonizzazione


CON “ZI’ TORE” IARIA RACCONTA IL “PARROCO” DI PADRE PIO A VENT’ANNI DALLA CANONIZZAZIONE

Una immensa folla, il 16 giugno di venti anni fa, riempiva Piazza San Pietro e tutta via della Conciliazione, fino al lungotevere sotto Castel Sant’Angelo per la canonizzazione di Padre Pio da Pietrelcina. Si calcolarono circa 300mila fedeli venuti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Migliaia anche coloro che seguirono l’evento a Pietrelcina dove il frate era nato il 25 maggio 1887  e  a San Giovanni Rotondo dove Padre Pio ha vissuto 50 anni fino alla morte avvenuta il 23 settembre del 1968. In occasione di questo anniversario l’Editrice Tau ha dato alle stampe un volume del giornalista Raffaele Iaria dal titolo “Zi’ Tore. Il ‘parroco’ di Padre Pio. Don Salvatore Pannullo”. Una figura, quella del sacerdote, significativa per la formazione del futuro frate cappuccino. “Molte volte ad orientare una vocazione è stata decisiva la testimonianza di un'altra anima votata senza riserve a Dio: testimonianze semplici, fatte di vita quotidiana, eppure capaci di mostrare Dio, di far percepire a tutti la sua voce, di rendere chiara - con un discernimento sapiente, la sua volontà”, scrive nella prefazione l'arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca. Un prete, don Pannullo, che si fa storia in un piccolo comune del Meridione d’Italia oggi noto a tutti: Pietrelcina; un uomo, come scrive l'autore, che “scopre la santità di un giovane che diventerà il primo sacerdote stigmatizzato della storia e tra i più seguiti al mondo: padre Pio da Pietrelcina”. Don Pannullo, infatti, è stato parroco di questo centro dal 1901 al 1928. Una figura piuttosto trascurata nelle biografie di padre Pio ma importante per essere stata accanto a Francesco Forgione nel corso della maturazione della sua vocazione religiosa e che fu per certi versi consigliere e guida, maestro e amico, prima alla vigilia dell'inizio del noviziato nei Frati Minori Cappuccini e poi nei periodici soggiorni nel borgo natio per ristabilirsi in salute. Un sacerdote che seguì il giovane Forgione negli ultimi mesi di preparazione al sacerdozio, offrendogli istruzioni inerenti la liturgia e accompagnandoli per l'esame finale e il giorno dell'ordinazione sacerdotale il 10 agosto 1910 nel Duomo di Benevento. Il primo a conoscere la storia delle stimmate, cosiddette invisibili, del frate, un mese dopo l'ordinazione sacerdotale e “testimone privilegiato” di tanti eventi straordinari.  Il volume è arricchito da un saggio dello storico Marco Roncalli sui "parroci dei grandi", dalla presentazione del sindaco di Pietrelcina, Salvatore Mazzone e da una postfazione del coordinatore dei Gruppi di preghiera di Padre Pio della Campania, fra Daniele Moffa.(10 giu - red)


IL LIBRO NERO DEL RINASCIMENTO DI CATHERINE FLETCHER

Il Rinascimento costituisce il capitolo forse più glorioso della storia d’Italia. Animate da una vivacità culturale ineguagliata anche nei secoli a venire, città come Roma, Firenze, Mantova e Urbino hanno visto all’opera alcuni degli artisti più straordinari di tutti i tempi: da Leonardo a Michelangelo, da Raffaello a Tiziano, da Botticelli a Veronese. Ma abbagliati dalla bellezza che quest’epoca d’oro ha prodotto si finisce per dimenticarne il volto più cupo, che pure ha contribuito a fare dell’Occidente il mondo che conosciamo oggi. Perché la Gioconda, celebre per il suo sorriso, fu anche la moglie di un trafficante di schiavi, mentre il genio che la dipinse un grande inventore di armi e macchine da guerra; e se alcuni dei più grandi capolavori di sempre vennero commissionati da pontefici e cardinali, fu proprio la Chiesa a stilare, nello stesso periodo, l’Indice dei libri proibiti, e a potenziare il tribunale dell’Inquisizione. Lo splendore che tuttora contempliamo non può dunque essere scisso dalla propaganda, dai conflitti e dai fatti di sangue che macchiarono quegli anni. Rifacendosi a un ricco apparato di fonti e riportando alla luce anche le vicende di quanti –  donne, ebrei, contadini, mercenari – vengono regolarmente esclusi dai libri di storia, Catherine Fletcher nel saggio “Il libro nero del rinascimento” (pubblicato da Garzanti)  ci avvicina alla realtà autentica di un’epoca sorprendente in cui è impossibile separare la bellezza dal terrore. Catherine Fletcher è una studiosa del Rinascimento e dell’Europa moderna. Insegna alla Manchester Metropolitan University e collabora regolarmente con la BBC.

 

 

"IL MEGLIO TEMPO. 1893, LA RIVOLTA DEI FASCI NELLA SICILIA INTERNA", INCONTRI CON ENZO BARNABÀ

Palermo, 29 giugno 1892, si registra la Costituzione ufficiale del Fascio dei lavoratori della

Città che raggruppa circa 7.000 associati suddivisi in 63 categorie. Presidente è eletto Rosario

Garibaldi Bosco che ne aveva ideato l’organizzazione visitando la Bourse du Travail di Parigi, scrive lo storico Enzo Barnabà nel volume dal titolo Il meglio tempo. 1893, la rivolta dei Fasci nella Sicilia interna (Infinito edizioni, € 17,00 – pag. 224).

Nel 1893, quando gli iscritti al Partito socialista sono alcune decine di migliaia, in Sicilia ha luogo un’imponente quanto tumultuosa crescita delle organizzazioni legate ai Fasci dei Lavoratori che, a fine anno, giunsero – si disse allora – ad avere 300mila aderenti, dando vita forse al “più grande movimento popolare del XIX secolo in Europa dopo la Comune”, è stato sostenuto, che impressionò i contemporanei e che ha lasciato tracce non trascurabili in Sicilia e nell’intero Paese.

Nella Sicilia interna – un’“isola nell’isola”, connotata dal latifondo e dalle miniere di zolfo, nella quale operano coraggiosi dirigenti che devono far fronte all’offensiva mafiosa e padronale anche mediante un’azione pedagogica sui lavoratori – l’incontro tra le masse popolari locali e il socialismo fu però interrotto sul nascere dal precipitare degli avvenimenti. L’auspicata nuova società – quella che un poeta popolare dell’epoca chiamava “il meglio tempo” – diventava una lontana prospettiva. E la frattura tra le due Italie veniva ulteriormente accentuata.

Il nostro autore Enzo Barnabà nel saggio Il meglio tempo. 1893, la rivolta dei Fasci nella Sicilia interna traccia un’analisi lucida, accurata e documentatissima di questo periodo storico.

Vi invitiamo a partecipare agli incontri con l’autore organizzati in un vastissimo tour siciliano secondo questo calendario:

 – sabato 11 giugno, ASSORO (EN), presso la Sala Consiliare del Municipio, ore 18,30;
– lunedì 13 giugno, GIARRE (CT), presso la Biblioteca Comunale, ore 17,30;
– martedì 14 giugno, CATANIA, presso Tacchi & Sapori Factory, via Artale Alagona 22L, ore 18,00. Dialoga con l’autore Paola Insanguine. Seguirà un rinfresco, prenotazioni tel: 391/3711239;
– mercoledì 15 giugno, ACIREALE (CT), presso il Collegio Pennisi, ore 10,00;
– venerdì 17 giugno, PALERMO, presso la Biblioteca Francescana di Via del Parlamento, ore 17,30. Evento in collaborazione con ANPI Palermo;
– sabato 18 giugno, VALGUARNERA (EN), presso il Circolo Unione, ore 18,00;
– lunedì 20 giugno, PIETRAPERZIA (EN), presso il Palazzo Comunale, ore 18,00;
– mercoledì 22 giugno, SIRACUSA, presso l’Hôtel Alfeo, via Bixio, ore 18,30;
– giovedì 23 giugno, VALGUARNERA (EN), presso la Sala Consiliare, ore 18,00;
– venerdì 24 giugno, PIAZZA ARMERINA (EN), presso l’ex refettorio del convento San Pietro, ore 18,30. Dialoga con l’autore Fausto Carmelo Nigrelli, iniziativa a cura dell’Università Popolare del Tempo Libero “Ignazio Nigrelli” Piazza Armerina;
– sabato 25 giugno, BARRAFRANCA (EN), presso il Circolo di Cultura, ore 18,30;
– domenica 26 giugno, VILLAROSA (EN), presso il Comune, ore 18,00;
– lunedì 27 giugno, ENNA, presso Hennaion, Via Roma, 414, ore 18,00;
– martedì 28 giugno, PIEDIMONTE ETNEO (CT), presso il Museo dell’Uva, ore 19,30.

 

L’AUTORE. Enzo Barnabà (Valguarnera, 1944), scrittore di saggi storici e romanzi, ha insegnato in vari licei del Veneto e della Liguria. È stato lettore di Lingua e letteratura italiana presso le Università di Aix-en-Provence e insegnante-addetto culturale ad Abidjan, Scutari e Niksic. Vive a Grimaldi di Ventimiglia. Ha pubblicato, tra gli altri, per Infinito edizioni: Morte agli italiani! (2008), Il Partigiano di Piazza dei Martiri (2013), Il sogno dell’eterna giovinezza (2014), Aigues-Mortes, il massacro degli italiani (2015); Il Passo della Morte (2019, con Viviana Trentin); Il sogno babilonese (2020); Il meglio tempo (2022).

 

 

“TRA LE STELLE E IL CUORE”, SILVIA CASINI CI PORTA NEI MANICOMI CLANDESTINI

 

Per Bibi Book Editore, Silvia Casini pubblica “Tra le stelle e il cuore”, una storia vera sui manicomi clandestini. Chi è Alma? Ha diciassette anni e vive a Canale Monterano dove trascorre le giornate a cercare erbe sacre nella “città morta”, il cuore fantasma del vecchio borgo, proprio come faceva sua madre, sapiente erborista. Arrivata a La Leggendaria, antica residenza di famiglia, dopo la perdita di entrambi i genitori, le si conficcano addosso l’odore dei fiori e degli infusi dai nomi fatati, ma spesso la sua mente vacilla e allora viene trascinata in un incubo fatto di vicoli bui e soffitte anguste. Quando succede, si ritrova a fare i conti con un uomo dal volto mascherato e con una ragazzina esperta di veleni. Sono personaggi inventati o la verità è nascosta dentro di sé, sommersa da un diluvio di dolore? Sarà Canale Monterano, dominato da un sole maestoso e fiero, a fare da cornice alla sua memoria senza tempo, ai venti che girano instancabili e che spandono nell’aria profumi dai nomi impronunciabili. Grazie a Leonardo Mancini, amico di vecchia data, verrà a galla un mondo nuovo, fatto di crudeltà subite dagli invisibili. Perché Alma non è chi dice di essere. Alma non ha diciassette anni.

L’AUTORE.  Silvia Casini dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha ricoperto il ruolo di project manager presso l’Istituto Internazionale per il Cinema e l’Audiovisivo dei Paesi Latini di Gillo Pontecorvo e Sandro Silvestri. Si è occupata di relazioni internazionali e della promozione dei film italiani all’estero. In seguito, si è specializzata in marketing strategico e ha iniziato a collaborare con diverse case di produzione e distribuzione cine-tv nel settore del product placement. Negli anni, ha collaborato con diverse testate giornalistiche e siti web. Ha pubblicato Magia e altri amori. Pensieri e micro-racconti strampalati alla fermata del treno (Edda Edizioni), L’appendifiabe (Nadia Camandona editore), Tutto in una notte (Libro/mania), Di magia e di vento (Antonio Tombolini editore), Il gusto speziato dell’amore (Leggereditore/Fanucci), L’astro narrante (Fanucci), Gli occhi invisibili del destino (Golem edizioni; vincitore del Premio della Critica al Premio Internazionale Montefiore), Un tè con Mr. Darcy (Ultra edizioni), Il taccuino delle parole perdute (Giulio Perrone), Christmas love - Di amore, biscotti e fortuna (Watson edizioni), La cucina incantata - Le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki (Trenta editore), 50 sfumature di caffè (Sonda edizioni), Indomite in cucina (Trenta editore), Lettere d'amore in dispensa (Magenes) e Storie della buonanotte per principesse pestifere e mostri favolosi (Voglino editrice). Attualmente collabora come ghostwriter per l'agenzia Comon, scrive per l’inserto LunediFilm de Il quotidiano del Sud, gestisce Upside Down Magazine, collabora con WeShort ed è consulente esterna di diverse case di produzione cine-tv.

 

 

GHERARDO COLOMBO TORNA SU DOSTOEVSKIJ CON “RIBELLIONE”

“Ribellione” è il capitolo dei Fratelli Karamazov che precede il celebre ‘poema’ Il Grande Inquisitore. In questo brano due dei figli di Fëdor Karamazov, Ivan e Aliosha, discutono a proposito della natura dell’uomo e della libertà, e in particolare del male nel mondo e di come si possa amare il prossimo. Ne scaturisce un discorso serrato e profondo, che porta per mano il lettore fino alle radici della libertà umana e del male nel mondo, del senso della sofferenza e del dolore dei bambini innocenti, dell’accettare o ribellarsi al male, del tema della felicità e del perdono costellato di esempi che ci riportano al cuore della nostra realtà e in tempo di guerra. Dopo essersi dedicato al Grande Inquisitore e aver affrontato i problemi del peso della libertà, della fede e del libero arbitrio, della giustizia e del peccato, dell’individualismo e della responsabilità universale, in “Ribellione”, con “Il prezzo dell’armonia, lo scandalo del male” (Salani editore) Gherardo Colombo ci accompagna, passo dopo passo, a riscoprire la profondità di Dostoevskij nell’affrontare altre tra le domande più difficili della condizione umana, le più fondamentali, sul senso della vita, dalle quali di solito veniamo distratti, ma che in tempi come questi tornano prepotenti a occupare la nostra mente e i nostri cuori. In uno dei momenti più difficili della storia contemporanea, Gherardo Colombo ritorna a parlare attraverso Dostoevskij con un libro che colpisce per l’attualità degli argomenti trattati.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij nacque a Mosca l’11 novembre 1821. Pensatore, scrittore tra i massimi dell’epoca moderna, è l’autore di opere come Il giocatore, Delitto e castigo, L’idiota, I demoni e I fratelli Karamazov, di molti racconti tra cui Le notti bianche, e del saggio Diario di uno scrittore. Morì a San Pietroburgo nel 1881. Gherardo Colombo, ex magistrato, è presidente della casa editrice Garzanti. Ha pubblicato diversi libri nei quali mette la sua esperienza di magistrato al servizio di una divulgazione attenta e scrupolosa dei concetti di democrazia, giustizia e cittadinanza. Tra questi ricordiamo Sei Stato tu? e, con Liliana Segre, La sola colpa di essere nati.

 

CON STEFANO ARDITO SUL MONTE BIANCO, IL GIGANTE DELLE ALPI

È uno dei monumenti naturali più belli d’Italia e del mondo. È il simbolo dell’alpinismo, che inizia ufficialmente nel 1786 con la prima ascensione ai 4810 metri della sua vetta. È un crocevia della nostra storia, perché ai suoi piedi sono passati soldati, mercanti e pellegrini, e i suoi ghiacciai e le sue rocce hanno affascinato viaggiatori, artisti e scienziati. È il Monte Bianco, il massiccio più alto d’Europa, che Stefano Ardito racconta in un libro pubblicato da Laterza, dal titolo “Monte Bianco. Il gigante delle Alpi”. I suoi ghiacciai e le sue vette, le sue pareti di granito e le sue creste di neve dove s’incontrano Italia, Francia e Svizzera, formano paesaggi di straordinario fascino. La prima ascensione ai 4810 metri della cima è stata compiuta nel 1786 da Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard. Da allora, uomini e donne d’avventura come Edward Whymper e Albert Frederick Mummery, Giusto Gervasutti e Walter Bonatti, Christophe Profit, Catherine Destivelle e tanti altri hanno compiuto imprese straordinarie. Il libro racconta le loro speranze, i loro trionfi, le tragedie che hanno segnato questi due secoli e mezzo. E ancora, l’evoluzione dei materiali e delle tecniche di progressione, dei rifugi e degli impianti di risalita. Il Monte Bianco, da secoli, è anche un perno della storia d’Europa. Per il Piccolo San Bernardo sono passati soldati, pellegrini e mercanti. Nel 1924, a Chamonix, sono nate le Olimpiadi invernali. Attraverso il Col de la Seigne, nel 1940, l’esercito dell’Italia fascista ha attaccato la Francia già invasa dalle armate di Hitler. Infine sono arrivati il Traforo del Monte Bianco, il boom del turismo estivo e invernale, le corse in montagna e il cambiamento climatico con il drammatico ritiro dei ghiacciai. L’autore è giornalista, scrittore e filmmaker specializzato in montagna, natura, storia e viaggi. Scrive per “Il Messaggero”, “Meridiani”, “Montagna.tv” e “Plein Air” e ha collaborato con “la Repubblica”, “Airone” e “Specchio”, il settimanale de “La Stampa”. Ha all’attivo un centinaio di guide di trekking e sentieri, una cinquantina di documentari, in buona parte per Geo&Geo di Rai Tre, e una ventina di testi. Tra i suoi lavori dedicati al massiccio più alto d’Europa, i libri Monte Bianco. Scoperta e conquista del gigante delle Alpi (White Star 1996), Giorni di granito e di ghiaccio (Versante Sud 2009), Le grandi scalate (Newton Compton 2014) e la raccolta di interviste Incontri ad alta quota (Corbaccio 2017). Per Laterza è autore di Everest. Una storia lunga 100 anni (2020).

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