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direttore Paolo Pagliaro

SE L’INFLAZIONE
E’ UN’OPPORTUNITA'

“Quelli dell'inflazione sono stati anni straordinari. Gli italiani avevano il doppio lavoro, c'erano i Bot people, tutti compravano le case: se la gente reagisse come allora saremmo di fronte a un'opportunità. Siamo abituati ultimamente a pensare a una realtà molto ordinata, e l'inflazione crea invece un pi’ di disordine, ma nel disordine gli italiani fioriscono, tirano fuori la loro abilità, la loro furbizia. Certo bisogna vedere se anche adesso dopo tanti anni c'è questa voglia di reagire”. Lo afferma il sociologo Giuseppe De Rita (NELLA FOTO), fondatore del Censis, in una intervista a Repubblica. “La crisi crea lo spazio per l'iniziativa personale, ma bisogna capire se in ogni singola persona prevale quella voglia di non dare ragione al processo inflazionistico, come allora. Io nel 1969 me ne accorsi andando a Prato: fu uno shock. Ero lì per fare una ricerca, ero ancora un giovane intellettuale della Svimez, non mi aspettavo di trovare una realtà di quel tipo. Avevano tutti almeno il secondo lavoro, si arrangiavano in ogni modo possibile, c'era moltissima evasione fiscale. Lavoravano con i telai negli scantinati, nei sottoscala. Da Livorno arrivavano le balle di stracci dagli Stati Uniti, le facevano lavare nel fiume Bisenzio, rischiando le multe. E io non riuscivo a capire: ma come, riutilizziamo gli stracci delle famiglie americane...rimasi sconvolto. Prato era la capitale dell'economia sommersa”. Una economia “dalla quale è scaturita anche la voglia di non darla vinta al fato negativo, di superare la crisi. È così che negli anni Ottanta siamo riusciti anche a lasciarci alle spalle l'inflazione, riuscendo anche a fare a meno della scala mobile”. Inoltre sottolinea: “Allora quando si lavavano gli stracci nel Bisenzio rischiando le multe e andando consapevolmente contro le regole c'era il senso dell'avventura, adesso non c'è nemmeno quello. Dalla fine degli anni Sessanta a oggi siamo diventati più ricchi. Alle generazioni successive abbiamo trasmesso l'agiatezza, l'eleganza, il Made in Italy, ma non la centralità della sfida: non c'era niente di cui preoccuparsi, i soldi continuavamo a farli noi. Ecco perché la reazione più naturale a fronte di una crisi è quella di adattarsi, di mantenere le posizioni magari scendendo dalla scala di uno o due gradini. Non so se c'è la voglia di vincere contro l'inflazione, e non credo di essere io il solo a non saperlo: credo che al momento non lo sappia nessuno”. (4 lug - red)

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