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direttore Paolo Pagliaro

ELEZIONI, LETTA: SCELTA
TRA NOI E MELONI

Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, il segretario del Pd Enrico Letta avrebbe incontrato nel pomeriggio a Roma il leader di Insieme per il futuro Luigi Di Maio e il sindaco di Milano Beppe Sala. Un incontro preceduto questa mattina dalla direzione nazionale dei dem, svoltasi a Montecitorio, in cui il segretario ha ribadito la lettura della competizione elettorale del 25 settembre come una scelta tra Pd e Fratelli d'Italia. "Mai come questa volta, mai come in queste elezioni, credo dal '48 a oggi, il voto italiano sarà così determinante sugli equilibri politici continentali. Penso di poter dire che sarà il voto italiano più determinante di sempre nella storia europea" afferma Letta, spiegando che per via della legge elettorale il  risultato sarà "chiaro e questo può andare nell'una o nell'altra direzione, sappiamo che il pareggio non è contemplato in questa legge elettorale e sappiamo che  con questa polarizzazione evidente o vince l'Europa, l'Europa comunitaria, di Delors, del Next Generation Eu, dell'Erasmus e della speranza oppure vince l'Europa dei nazionalismi, di Orban, di Kaczynski, di Vox e di Marine Le Pen". "Non ci sono terze vie – continua il segretario del Pd - la scelta è tra queste due opzioni ed è per questo che gli italiani devono avere assolutamente chiaro che la scelta è tra noi e Meloni. Per un motivo molto evidente: a livello europeo è questo l'impianto che si è creato, con l'alternativa secca di una campagna elettorale che ci carica di responsabilità e rispetto alla quale noi dobbiamo fare delle scelte che siano all'altezza di queste responsabilità". Il segretario del Pd vuole inoltre "derubricare questa assurda discussione sulla premiership dicendo che se voi lo volete assumo completamente il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, della nostra lista". Letta conferma infine che le porte restano chiuse a un'alleanza con il Movimento 5 Stelle: "A chi dice 'ripensiamoci' l'invito è a guardare a cosa pensano gli elettori, il loro giudizio è lapidario". Una scelta a sinistra non condivisa, ad esempio, dal deputato di Leu Stefano Fassina, secondo cui "è incomprensibile la preclusione verso il M5S, pur dal punto di vista di chi ha radicalmente dissentito dal comportamento del Movimento al Senato il 20 luglio scorso. Così, andiamo al naufragio e le conseguenze le pagheranno quelle fasce di popolo che tutti dichiarano di voler salvaguardare e sostenere. Il 13 agosto è ancora lontano, anche il M5S si dovrebbe far sentire per provare a riaprire una discussione per l'alleanza tecnica con il Pd" conclude Fassina, facendo riferimento al termine  per la presentazione dei simboli delle liste. (Roc -  26 lug)

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