Ponti, edifici, rivestimenti, stadi e arene, sparsi in ogni angolo del globo. L’azienda Cimolai è passata, in pochi anni, dal costruire cancelli e infissi a progettare alcune delle più grandi opere che è possibile visitare nel mondo, il tutto grazie all’impegno costante dei coniugi Armando e Albina, che l’hanno fondata nel 1949, e dei loro figli. A guidare oggi questo colosso della progettazione è Luigi Cimolai, che, il 16 luglio, ha ritirato il premio riservato alle eccellenze italiane, consegnato dal Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel corso nel corso del XXIV appuntamento di “Senato&Cultura”. Il riconoscimento, si legge nelle motivazioni del premio, è andato alla famiglia Cimolai “per essersi affermati come leader a livello internazionale nella progettazione, fornitura e montaggio di strutture complesse in acciaio, associando un marchio italiano, fortemente radicato sul territorio, a strutture iconiche, conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Per il contributo offerto al progresso dell’ingegneria, coniugando tecnologia, design e sostenibilità”.
D: Quanto pesa la presenza dei suoi genitori in azienda?
R: Loro sono ancora in azienda e, proprio per non condizionare la giornata lavorativa, si sono ritagliati una società per conto loro. Così sono indipendenti e lavorano: mia mamma rimane in ufficio anche fino alle otto di sera, e mio padre continua ad avere iniziative sempre più sfidanti.
D: Tutto ebbe inizio con suo padre, dai cancelli d’acciaio. Vi ha aperto le porte del mondo?
R: Dopo i cancelli è andato via via facendo capannoni industriali, poi ponti, poi ha lavorato per la difesa e infine siamo andati verso delle strutture iconiche, progettate da architetti quali Calatrava e Delucchi.
D: Quali sono gli ingredienti del successo?
R: Diciamo che è dovuto al coraggio, alla volontà di fare, alla famiglia. Tutti ingredienti necessari, che vanno mescolati nella maniera giusta. Ci vuole poi anche una piccola dose di fortuna.
D: Da simbolo del nostro Paese nel mondo, come difendete l’italianità?
R: La difendiamo dando la nostra collaborazione non solo dal punto di vista della costruzione, ma anche dal punto di vista dell’ingegneria e di quello che serve per rendere possibili queste strutture.
D: Sentite il sostegno delle istituzioni?
R: Sì. Noi viviamo tra l’altro in una regione, piuttosto piccola, nella quale le istituzioni ci sono molto vicine. Anche a livello nazionale ho solo da ringraziare di essere italiano e di avere queste istituzioni che ci accompagnano all’estero.
D: Quanto conta il fattore umiltà per diventare un’eccellenza italiana?
R: L’umiltà deve essere una delle caratteristiche dell’italianità che va in giro per il mondo a proporre le proprie opere.