Fin dalle prime battute della campagna elettorale emerge con evidenza che nelle elezioni del 25 settembre non si confronteranno soltanto due schieramenti alternativi, ma due modi di vedere la società, l'Italia, l'Europa e il futuro.
La destra propone una società più dura e ingiusta, un'Italia arroccata in un nazionalismo fuori tempo, un'Europa prigioniera degli egoismi nazionali. E se ne ha conferma leggendo i programmi presentati da Berlusconi, Meloni e Salvini.
Sull'Europa la Lega si schiera con quanti si arroccano a difesa dell'unanimità e del diritto di veto di un solo paese che significa condannare l'Unione europea all'impotenza. E la Meloni per parte sua rifiuta di riconoscere l'ordinamento normativo europeo e il suo recepimento nell'ordinamento dei paesi membri, il che significa la liquidazione di qualsiasi diritto comune europeo. Sul PNRR la destra propone di "riscriverlo" il che significa compromettere il lavoro svolto dal governo Draghi e mettere a rischio i finanziamenti europei.
Sul fisco Berlusconi e Salvini sbandierano la Flat tax, un'unica aliquota fiscale del 17% su tutti i redditi che fa pagare le stesse tasse a chi ha tanto e a chi ha poco. Un tassa che comporterebbe una riduzione di oltre il 50% degli introiti fiscali dello Stato con conseguente impossibilità di garantire ai cittadini sanità gratuita, scuola gratuita e servizi sociali essenziali. Su energia e ambiente la destra proclama ritorno al carbone, centrali nucleari e investimento sulle energie fossili.
Sull'immigrazione la destra rispolvera le ricette più oscurantistiche: blocco navale - peraltro illegittimo per il diritto marittimo -, chiusura dei porti, riduzione delle politiche di accoglienza. Nei programmi della destra non si trova una parola sui diritti civili, né su come contrastare la precarietà del lavoro. E sulle Istituzioni la destra ripropone il presidenzialismo sovvertendo il regime parlamentare e liquidando il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica.
Si potrebbe continuare, ma bastano questi esempi per rendere evidente i rischi di deriva nazionalistica, antieuropea e populista a cui l'Italia è esposta.
Di segno radicalmente diverso il Programma proposto dal PD e i suoi alleati. Lo potete leggere qui sulla newsletter e sarà agevole constatare la serietà e la concretezza di proposte che raccolgono il dibattito e il confronto sviluppato per mesi in centinaia di Agorà pubbliche a cui hanno partecipato oltre 100.000 persone.
Noi proponiamo un'Italia saldamente ancorata all'Europa e impegnata a concorrere alla ricostruzione di un ordine mondiale fondato su pace, sicurezza e cooperazione. Un'Italia che contrasti ogni forma di precarietà e restituisca dignità al lavoro e certezze di reddito e di vita a ogni persona; che investa in primo luogo sul futuro dei figli, a partire da un sistema scolastico e universitario di qualità; che assicuri a ogni famiglia i servizi sociali essenziali per una vita serena e sicura; che tuteli i diritti e riconosca la piena legittimità delle scelte affettive, relazionali e di vita di ogni persona; che investa in uno sviluppo sostenibile e consenta alle imprese e a chi lavora in proprio di promuovere al meglio le proprie competenze; che realizzi effettiva parità di genere e uguaglianza di diritti e opportunità per le donne; che doti il Paese di un fisco giusto e di una burocrazia agile e amica; che assicuri una giustizia rapida, accessibile e certa.
Sono gli obiettivi per una società aperta, inclusiva, capace di non lasciare indietro nessuno e di offrire a ciascuno le opportunità per perseguire le proprie aspirazioni di vita.
Con questo programma ci rivolgeremo agli italiani, confrontandoci con le tante energie e i tanti saperi di cui la società italiana è ricca e chiamando i cittadini a essere protagonisti con il loro voto di una nuova stagione di crescita, prosperità e diritti.