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L’imbarbarimento sociale
e la micro-delinquenza

L’imbarbarimento sociale <br> e la micro-delinquenza

Piero Innocenti

L’imbarbarimento sociale che sta caratterizzando il nostro paese accompagnato da un significativo aumento di delitti (denunciati)i, molti dei quali compiuti con violenza e malvagità anche da giovani, dovrebbe essere al centro dell’attenzione politica e mediatica nazionale, anche in questa fase finale di campagna elettorale dove si continua a parlare per slogan e a fare promesse spesso irrealizzabili.
Il tema della lotta alle mafie, alla corruzione, alla delinquenza di strada (una vera piaga) non è tra le priorità della politica e questo è davvero scandaloso. Da anni, d’altronde, rileviamo questo menefreghismo diffuso tra la classe politica e parlamentare refrattaria persino alla lettura delle varie relazioni periodiche sottoposte alla sua attenzione da importanti uffici interforze come la DIA e la DCSA sulla diffusione delle mafie in Italia e all’estero e sul narcotraffico nazionale e internazionale. Le forze di polizia cercano di fare prevenzione e di contrastare le varie forme di criminalità ma le risorse umane, come vado ripetendo da tempo, sono insufficienti innanzi ai tanti fenomeni criminali, senza contare norme penali e procedurali inadeguate.
Così, stando a indiscrezioni fornite da fonti attendibili del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, nel corrente anno i delitti denunciati (ai quali si dovrebbero sommare quelli che non vengono denunciati dai cittadini per vari motivi e che rappresentano la cosiddetta “cifra oscura”) sarebbero già circa due milioni e quattrocentomila, in netto aumento rispetto agli ultimi anni ( nel 2013 si registrò il record con oltre 2.800.000 delitti).
Alcuni dei tanti episodi criminali degli ultimi giorni possono, forse, aiutare a comprendere meglio la situazione di grave insicurezza pubblica che si vive in diverse città. Così, a Dinami (Reggio Calabria), viene ucciso a colpi di fucile, mentre era sul trattore, il figlio di un boss del paese assassinato nel 1998; nel quartiere di Fuorigrotta (Napoli), un giovane viene colpito a pistolettate mentre guidava la sua auto; a Mestre in un tentativo di rapina in un centro commerciale affollato di clienti una guardia giurata viene ferita da alcuni colpi di pistola esplosi dal bandito arrestato poco dopo; sempre a Napoli, in pieno centro, diversi colpi vengono esplosi verso un pregiudicato; a Bari, in un agguato notturno, viene ferito un uomo ritenuto dalla Polizia un pezzo grosso del clan degli Strisciuglio. La malvagità trova la sua massima espressione a Padova dove una coppia, l’uomo 83 anni la moglie 79, viene rapinata in casa da tre banditi che rubano persino le loro fedi nuziali; a Bologna dove una donna anziana viene rapinata in strada e finisce in ospedale, a Genova dove la stessa sorte tocca ad un’altra anziana rapinata da due ragazzini bloccati dai poliziotti grazie anche all’aiuto di alcuni cittadini, a Cagliari con una novantenne indifesa rapinata in casa.
Proseguono gli accoltellamenti in un quartiere di Reggio Emilia; l’ultimo episodio un paio di giorni fa con un minore che ha ferito un coetaneo alla spalla. Analoghi episodi sono avvenuti ad Ancona; a Cassino, a Lodi, alle Cascine di Firenze. Si è perso il conto delle risse, tante quelle per il controllo delle piazze di spaccio, l’uso di corpi contundenti ( spranghe e bottiglie rotte come a Genova e a Venezia, di martelli e tirapugni come a Ladispoli) e di rapine in strada in danno di turisti ( una decina al giorno, a Napoli, secondo i dati della Procura della Repubblica) con un impressionante numero di coltelli sequestrati nei controlli di polizia. Una situazione generale di insicurezza pubblica che peggiorerà con l’aggravarsi della crisi economica ed energetica che ci attende nel prossimo autunno.

(© 9Colonne - citare la fonte)