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CAMILLERI: I MIGLIORI SCRITTORI DI MAFIA SONO I GIUDICI E I MARESCIALLI

Roma, 16 nov – "La parola 'mafia' così come il verbo 'ammazzare' non compaiono mai nei pizzini di Bernardo Provenzano". Lo sa bene Andrea Camilleri che ha studiato a fondo i pizzini del boss di Corleone prima di cimentarsi con la sua ultima fatica letteraria, "Voi non sapete", un libro che vuole essere una sorta di dizionario nel quale lo scrittore siciliano racconta "gli amici, i nemici, il mondo nei pizzini" del boss di Corleone. Un libro dedicato agli investigatori che "sono stati appresso a quell'uomo per 8 anni", dedicato a chi alla guerra alla mafia ha dedicato la propria vita e del quale, non a caso, lo scrittore ha parlato in una lunga intervista rilasciata al sito della Polizia di Stato. Così come non è un caso che il ricavato delle vendite del libro andrà "tutto in beneficenza ai figli di poliziotti caduti in servizio perché l'idea di guadagnare sulla mafia mi ripugnava". "Voi non sapete" è "una frase un po' minacciosa", dice Camilleri, che nel romanzo cala nelle vesti del narratore non il suo "collaudatissimo" Salvo Montalbano, ma il papà del commissario, che in 60 voci racconta, passo per passo, la serrata sfida che ha portato la Polizia a catturare il boss della mafia, dopo 43 anni di latitanza. Se nei precedenti episodi della saga di Montalbano, dunque, la mafia era sempre esistita "come rumore di fondo", in questo viene sviscerata attraverso il suo stesso lessico, attraverso "l'alfabeto con cui il boss dei boss ha parlato per più di quarant'anni alla sua organizzazione". Una scelta precisa quella di Camilleri che spiega di aver sempre evitato l’impatto diretto con il tema mafia perché “anche il peggiore scrittore del mondo, se scrive della mafia, finisce per nobilitarla. Io penso che i migliori scrittori di mafia siano i marescialli, i commissari, i giudici”. Meglio dunque soffermarsi sul linguaggio, perché “sotto la superficie di parole apparentemente comuni” può celarsi “la feroce banalità del male”. Si parte dalle "A" di "affari" per snocciolare l’analisi fino alla "V" di "voi non sapete quello che state facendo", la frase che Provenzano rivolse ai poliziotti al momento dell'arresto. 
(Gco)

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