Dalle frasi provocatorie sulla paternità pronunciate mesi fa dalla stilista Elisabetta Franchi è nato #senzagiridiboa, una campagna social lanciata da un collettivo di scrittrici e giornaliste che vogliono dare voce a chi non ne ha, o a chi ne ha troppo poca, mantenendo vivo il dibattito sulla situazione occupazionale femminile nel nostro Paese; dove la maternità resta ancora una sfida complicata. Nonostante le leggi che proteggono le lavoratrici madri, infatti, in Italia una donna che desidera un figlio deve pensare non solo se sia il momento giusto per averlo, ma anche se la sua azienda lo gradirà, o se riuscirà a conservare quel lavoro “non standard”, precario, da freelance o a tempo determinato, che non perdona quasi mai un allontanamento dalla propria attività. Inoltre, culturalmente, la cura dei figli resta appannaggio delle madri. Un problema sociale che deve trovare una soluzione sociale. Questo il messaggio racchiuso in “Senza giri di boa” e raccontato attraverso alcune delle centinaia di testimonianze di lavoratrici, precarie, affermate o sfruttate, accomunate dalla voglia di alzare la testa, denunciare e costruire, in contrapposizione al “modello Franchi”, un modello diametralmente opposto. “Questo libro è il loro libro. Ma - spiegano le autrici - è anche il nostro libro. È un racconto corale. Uno sforzo collettivo che avevamo disimparato a compiere in questo mondo, il nostro mondo, in cui l’individualismo sfrenato ha spesso il sopravvento: noi ci siamo unite. Abbiamo condiviso idee, impressioni. Ci siamo confrontate, scornate, amate. Questo libro, per noi, è molto più di un libro. È un metodo, un approccio solidale alla vita. Da questo libro ne è nato poi uno spettacolo teatrale, che vedrà la sua prima al Festival di Internazionale a Ferrara. Ma non ci vogliamo fermare, per questo i nostri canali rimangono aperti per chiunque vorrà scriverci”.
LA BIOGRAFIA AGGIORNATA DI AXL ROSE
“Axl – La biografia del leader dei Guns N’Roses”, torna aggiornata al 2021 la biografia non autorizzata dedicata al leggendario leader dei Guns N’Roses Axl Rose. Il libro firmato dal misterioso scrittore neozelandese Ken Paisli, è disponibile nelle librerie italiane e nei digital store da mercoledì 28 settembre, pubblicato da Il Castello marchio Chinaski Edizioni. Proprio nell’anno in cui ha compiuto 60 anni, Paisli unisce i punti di una vita costellata da abusi sessuali, problemi con la legge e milioni di dischi venduti. Donne bellissime, amori e rivalità, droga, alcool e sullo sfondo sempre il rock a scandire il tempo di questa storia sempre sul filo del rasoio. Nelle oltre trecento pagine del volume un compendio completo della vita del frontman e della band, attraverso le voci dei protagonisti. Una ricostruzione minuziosa che ha passato al setaccio dieci libri e oltre 500 tra interviste e dichiarazioni dal 1986 al 2021. Aneddoti più o meno noti come quella volta che “Axl mandò affanculo la nonna di Slash”, retroscena a volte drammatici a volte divertenti come quando “Steven Tyler degli Aerosmith ha salvato Axl dalla prigione, dopo che aveva insultato Bon Jovi”. Retroscena sui turbolenti rapporti coi membri storici della primissima formazione Slash, Duff McKagan, Izzy Stradlin e Steven Adler (“Nel periodo in cui non parlavamo, Slash venne di notte a casa mia ubriaco per lasciarmi un bigliettino”). Gli infiniti cambi di line up che riguardarono Gilby Clarke, Matt Sorum, Buckethead e un'altra decina di musicisti che hanno fatto capolino alla corte di Re Axl da Use Your Illusion in poi. Le fidanzate Erin Everly e Stephanie Seymour, i manager Alan Niven, Merck Mercuradis e Doug Goldstein, discografici e produttori, i colleghi musicisti (“I Rolling Stones smisero di suonare per fargli una ramanzina”). “Axl – Ognuno ha aggiunto un tassello per disegnare questa storia fatta di rock, business ed eccessi (Il primo tour dei Guns fu merito di un camionista strafatto di anfetamine). Dalla furiosa lite con Kurt Cobain che per poco non degenerò in una mega rissa, agli scherzi di James Hetfield che lo bullizzava chiamandolo “Axl Pose”, fino a quella volta che litigò con David Bowie ubriaco a causa di una donna. Nella versione aggiornata, oltre ad una ricca sezione fotografica, è documentata la storia recente della band. Dall’interminabile gestazione dell’album “Chinese Democracy” fino alla recente reunion e tour. In particolare i motivi per cui l’ex membro fondatore Izzy Stradlin non ha partecipato al “Not In This Lifetime” tour, i rumors sulla spartizione dei guadagni tra i tre gunners e molto altro ancora. La reunion del 2016, infatti, pare sia il frutto di un delicato impegno diplomatico da parte del bassista Duff McKagan (“Non c’era nessun altro che comunicasse sia con Slash sia con Axl, è stato un buon intermediario”). La mancanza di Izzy, invece, sembra dovuta a problemi economici che Stradlin imputa alla band (“Non volevano dividere il malloppo”). (Par)
“L’ABBRACCIO DI KIEV” DI MARIANGELA ROSSI
Dieci anni fa Mariangela Rossi raggiungeva il Donbass per adottare Anastasia. La sua storia è raccontata nel libro “L’abbraccio di Kiev. Lettera a una bambina rinata”, edito da Solferino, in cui la giornalista racconta l’incontro fondamentale ed emozionante con sua figlia adottiva, Anastasia, ma anche con il popolo ucraino. Una storia a lieto fine, che parla di accoglienza, di bisogni reciproci, di aperture, di mondi diversi che si incontrano e di anime che si trovano. In sintesi, di amore. Ricca di vari piani di lettura, con una descrizione toccante e inattesa di Kiev e del Donbass di ieri, alternata a rimandi alla realtà di oggi e al conflitto, che continua a essere uno scenario di cronaca, in attesa di un possibile negoziato. Pagine che si trasformano in una condivisione di sentimenti, di incontri, ma anche in un invito a coltivare la speranza. L’autrice supporta l’Associazione Hope Onlus, che sostiene progetti umanitari per bambini e comunità, con più di 30 missioni già portate a termine in Ucraina dall’inizio del conflitto, e con cui la figlia Anastasia, oggi 19 anni, è appena tornata da un viaggio a Leopoli come volontaria in un orfanotrofio di bambini provenienti dalla sua stessa città, Luhansk, e sfollati a causa dei bombardamenti. Un atto di coraggio e di amore, per non dimenticare e per ricordare al mondo di tenere sempre l’attenzione alta, con la speranza di un futuro democratico e di un nuovo volto per l’Ucraina. (Par)
“IO E LA MIA FAMIGLIA DI BARBARI”, LA STORIA DEL CANTAUTORE PACIFICO
Edito da La nave di Teseo, in Io e la mia famiglia di barbari (176 pagine – 18 euro) il cantautore Pacifico racconta la storia dei suoi genitori, Pia e Guido, e della sua famiglia – una sorta di armata Brancaleone – che dalla Campania degli anni ’60 si trasferisce a Milano per cercare fortuna e lavoro, fino ad arrivare al suo trasferimento a Parigi. Costruisce a piccoli passi, soffermandosi su particolari momenti, situazioni o gesti, la saga dell’emigrazione, tra umorismo, commozione e amore per la sua stramba famiglia. “È un libro pieno di sguardi, quelli che i ragazzini indirizzano ai grandi, ai genitori, che sbadigliano, litigano, brindano, fanno acquisti imprudenti, sperano in una promozione, mettono insieme di anno in anno una vacanza – racconta Pacifico – È una raccolta di momenti minimi, ogni tanto una scena madre. Un raduno di fantasmi buoni, di facce amate, di tutti coloro che sono rimasti nel setaccio della mia memoria bucherellata”. Sin dalla copertina, scatto realizzato intorno agli anni ‘50 dal grande interprete della fotografia contemporanea Nino Migliori (classe 1926), ci si immerge immediatamente nell’atmosfera intima e delicata del romanzo, che cattura momenti di una quotidianità fragile e solida, allo stesso tempo. “Io e la mia famiglia di barbari conferma che Pacifico è uno scrittore, un romanziere, capace di uscire dalla forma canzone per distendersi su una misura più ampia. Ma questo libro autobiografico, divertente e commovente, mostra anche quanta vita sta all’origine, magari involontaria, dei suoi bellissimi testi per la musica” commenta Elisabetta Sgarbi, fondatrice e Direttrice Generale ed Editoriale de La nave di Teseo. (Par)
IL RUOLO DEL MEZZOGIORNO IN “LA SOCIETA’ CALDA” DI GAETANO QUAGLIARIELLO
Come può la crescita del Mezzogiorno – in tempi di post-pandemia, di crisi energetica e di sconvolgimenti internazionali – trainare lo sviluppo dell’intero Paese? Come può una “società calda”, fondata su un’umanizzazione dei rapporti economici e sociali, liberarsi delle tare ataviche che la affliggono per proporsi come modello in grado di ribaltare cliché che si ritenevano consolidati? Come non sprecare l’occasione della ripartenza, mettendo a frutto con una visione strategica le ingenti risorse disponibili per il Sud, invece di ripetere sempre gli stessi errori delle micro-erogazioni a pioggia e della spesa improduttiva dettata da logiche assistenziali quando non addirittura clientelari? Sono questi gli argomenti affrontati nel libro di Gaetano Quagliariello, edito da Rubbettino, dal titolo “La società calda – Dall’Italia che deve crescere, una proposta per il Paese”. (Par)