Il rischio di un Armageddon nucleare è drammaticamente reale, come mai successo dalla crisi dei missili di Cuba del 1962. A dirlo, nella notte italiana, è stato questa volta il presidente americano Joe Biden, per il quale “l’apocalisse” ormai il pianeta a causa delle reiterate minacce del ricorso alle armi atomiche da parte di Mosca. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, il presidente russo Vladimir Putin “non bluffa quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche o biologiche o chimiche, perché il suo esercito, è evidente, è molto poco efficiente”, ha affermato Biden durante una campagna di raccolta fondi del Senato democratico a New York. “Non abbiamo affrontato la prospettiva di un'apocalisse dai tempi di Kennedy e dalla crisi dei missili cubani” nel 1962, ha avvertito il presidente degli Stati Uniti. Va detto che la maggioranza degli analisti concorda sul fatto che un attacco atomico implicherebbe probabilmente armi nucleari tattiche, con una carica distruttiva di un missile “da fine del mondo”, ovvero strategico, ma Washington ritiene che anche in questo casi si potrebbe innescare una conflagrazione più ampia. In una simile contingenza, per Biden diventa dirimente identificare una via d’uscita per il leader del Cremlino: “Come può uscirne? Come può posizionarsi in modo da non perdere la faccia né perdere una parte significativa del suo potere in Russia?”, si è domandato. Anche se la domanda è al momento rimasta senza risposta, è da sottolineare che qualche ora dopo l’intervento di Biden è giunta l’importante apertura del Segretario di Stato Antony Blinken il quale ha dichiarato che il suo Paese è “pronto” a cercare una soluzione diplomatica con la Russia, deplorando però che Mosca stia andando “nella direzione opposta”. “Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti, noi ci saremo”, ha dichiarato Blinken in una conferenza stampa a Lima, dove si trova in visita ufficiale. (7 ITT – DEG)
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