Qualcuno ricorderà, qualche decennio fa, la serie di cartoni animati, dei soliti Hanna e Barbera, “I pronipoti”, che faceva pendant agli “Antenati”. Il cartone era ambientato in un lontano futuro, allora, in cui si vivevano gli immaginifici effetti del progresso, fra cui il fatto che ci si spostava normalmente in città con macchine volanti, che decollavano dal balcone di casa.
Fra circa 18 mesi sul piazzale dell’aeroporto di Fiumicino, a Roma, insieme alle file in attesa degli introvabili taxi, comincerà il servizio di Elitaxi per il centro della città. Il servizio, denominato, ovviamente, VoloCity. permetterà in meno di 20 minuti di raggiungere i diversi quartieri della capitale, azzerando ogni variabile legata al traffico. Si tratta di una svolta che inciderà in maniera rilevante sia nella dinamica metropolitana, che nella sua composizione sociale. Basti pensare all’impatto dei monopattini, che già identificano una classe sociale- giovane, prestante, dinamica, ambiziosa, veloce, competitiva- e spostano il baricentro della mobilità dal trasporto pubblico, sempre più relegato alle nicchie meno intraprendenti e pretenziose, verso quello individuale.
Su questa tendenza bisognerà riflettere e la politica, l’amministrazione della città, dovrà capire quale siano le tendenze da favorire e promuovere per dare una risposta complessiva e non discriminatoria.
L’elitaxi accentuerà ancora di più questa distanza, rendendo sempre più evidente come ormai nelle nostre città si viva a due dimensioni- da una parte chi è tecnologicamente ma anche economicamente e fisicamente in grado di sfruttare opportunità e servizi sempre più sofisticati- dall’altra chi invece ricade sulle forme tradizionali, più lente e soprattutto meno personalizzate, meno in grado di cogliere bisogni e necessità specifiche.
Paradossalmente più si accentua la pressione anti elitaria, di cui anche l’ultimo voto è stata espressione, con l’affermazione delle forze più populiste e plebiscitarie nei diversi campi, e più si consolidano i confini fra un ceto privilegiato, cittadino di un mondo omologato su alti livelli di reddito e consumo, e invece una moltitudine esclusa che si guarda alle spalle in maniera rancorosa.
Il nuovo servizio che indubitabilmente accredita lo scalo romano fra gli aeroporti più competitivi e ricettivi, si inserisce in questa segmentazione sociale, che identifica e separa le aree di vantaggio da quelle di disagio o comunque di frustrazione. La distanza fra un rider in bicicletta e un passeggero di elitaxi apparirà incolmabile e produrrà ulteriore prostrazione e rancore. Magari dimostrando che proprio le previsioni degli sceneggiatori dei Pronipoti, negli anni 50, in cui si vedeva che normali impiegati usavano le macchine volanti non fosse solo fantascienza.