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direttore Paolo Pagliaro

IIC Stoccarda: le proposte del direttore tra tradizione e innovazione

IIC Stoccarda: le proposte del direttore tra tradizione e innovazione

La Germania è la nazione che, nel corso degli anni, ha ospitato il maggior numero di italiani. Non stupisce quindi che in una città come Stoccarda si trovi una comunità italiana viva, attiva e battagliera, ben integrata nel tessuto sociale ma con una propria identità. A servizio di questa comunità, e di tutti coloro che nella città si interessano alla lingua, all’arte, alla musica e alla letteratura italiana, opera l’Istituto Italiano di Cultura guidato da Giuseppe Restuccia, un direttore impegnato a far scoprire le nuove tendenze del paese, senza però dimenticare le tradizioni.

Giuseppe Restuccia, lei è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, dove c'è una delle comunità italiane più attive e battagliere. Che rapporto ha con loro?
“Da un anno appena compiuto ho l'onore di dirigere l’Istituto. Qui ho trovato una realtà molto viva e dinamica sia dal punto di vista del versante italiano che di quello tedesco. Tendenzialmente il nostro pubblico è composto da italiani di nuova o vecchia generazione, che spesso frequentano i nostri eventi con grande partecipazione, e in buona misura da tedeschi che sono interessati a titolo personale o a titolo professionale. Il più delle volte a muoverli infatti è la passione verso la lingua e la cultura italiana: in Germania è facile destare un interesse sempre vivo per la nostra comunità, per la nostra storia e per la nostra cultura. Ci interfacciamo anche molto con la comunità locale: io, come direttore, mi sono rapportato in questi primi mesi di mandato con molte associazioni regionali, dall'Emilia Romagna alla Basilicata, dalla Puglia alla Sardegna, a conferma della ricchezza e della vitalità della minoranza italiana. Anche se definire minoranza una comunità di 200 mila persone è riduttivo: si tratta di una delle comunità di immigrati più grandi al mondo, è perfettamente integrata nella realtà di Stoccarda e questo consente all’Istituto, nel suo raggio di competenza, di poter costruire tanti eventi sia per gli italiani che per la comunità tedesca, affinché ci possa conoscere meglio”.

Quali sono le proposte che vengono accolte con più entusiasmo?
“La comunità italiana e quella tedesca di Stoccarda amano molto la tradizione e sono aperte agli stimoli dell’attualità: andiamo dall’opera ai pittori più famosi agli scrittori. Quest’anno, per esempio, celebriamo gli anniversarti di Pasolini e Canova. Ciononostante, cerchiamo anche di promuovere quanto di più contemporaneo ci sia nel nostro panorama culturale: da quest’anno l’Istituto fa parte della giuria del premio Strega. Si tratta di un grande onore per noi poter esprimere, attraverso un collegio di 7 votanti di cui anche io faccio parte, il nostro voto per la selezione di quello che è il fior fiore della letteratura contemporanea. Quindi tradizione e innovazione, non solo per quanto riguarda l’offerta culturale, ma anche per quanto riguarda il raggiungimento di nuovi target di pubblico. Il pubblico tradizionale va ovviamente rispettato, ma stiamo cercando, grazie al mio brillante staff, di raggiungere anche i giovani attraverso un’azione sempre più mirata e sinergica nelle scuole e nelle università. Abbiamo già fatto tanto quest’anno, e ancora di più cercheremo di fare nel futuro”.

Quella italiana è un’emigrazione di alto livello, ben preparata, motivata e agguerrita. Che energie vi sta portando?
“Per noi è fondamentale ricevere questa linfa, sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista culturale. Sia la diplomazia culturale che quella scientifica fanno parte del raggio di azione dell'Istituto; è bello poter ospitare, attraverso residenze di artisti, borse di studio o collaborazione con le università ricercatori, docenti, scultori e rappresentanti del patrimonio artistico e culturale italiano. Loro apportano una grande dose di contemporaneità in quello che ci propongono, e questo permette di attualizzare il classico ed il contemporaneo”.

Da voi c’è un’università che vi fa da filo diretto con il Santo Padre, la Tübingen.
“Come circoscrizione copiamo in realtà un'area ben più vasta: oltre al Baden-Württemberg, la regione a cui Stoccarda fa da capitale, copriamo anche la Renania e il Saarland; andiamo quasi al confine con il Lussemburgo e con la Baviera. Di università ne abbiamo tante e con tante di queste collaboriamo: Tübingen, Heidelberg e, grazie ad un recente accordo di collaborazione, anche con l’università di Trier. Questa diversità di Lander all’interno della circoscrizione ci permette di diversificare e incrementare l’offerta, e siamo molto lieti di questo”.

Un obiettivo che si è prefissato da qui a 12 mesi?
“Diversificare l'offerta quanto più possibile e raggiungere un target sempre più giovane di pubblico, perché l'Italia deve essere conosciuta non solo dalle vecchie generazioni che già la amano e amano la sua cultura e la lingua, veicolo di trasmissione di conoscenze, ma anche e soprattutto dai giovani. In questo il Ministero, attraverso le competenti direzioni generali, ci sostiene tantissimo. Nel corso dei due giorni di conferenza dei direttori degli Istituti Italiani di Cultura a Napoli abbiamo ricevuto tantissimi input, e abbiamo visto come il Ministero sia attento all’innovazione, pur nel rispetto della tradizione, attraverso i progetti che saremo chiamati a far circolare all’estero, sia dal centro attraverso le strutture ministeriali che nelle ‘periferie’, dove operano gli Istituti Italiani di Cultura. L’attenzione verso le nuove generazioni ed il contemporaneo è quanto mai viva”. (sab – 24 ott)

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