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L'intervista / femminicidio, Valente: bene unanimita', lavoro commissione e' responsabilita' importante

Roma, 24 nov - "Sicuramente c'è soddisfazione per un voto unanime, in una fase non facile della politica, a dimostrazione del fatto che proviamo a rappresentare una pagina di una politica nuova, almeno sul contrasto alla violenza maschile sulle donne, che deve diventare sempre più una priorità". Valeria Valente, senatrice del Pd, presidente uscente della Commissione parlamentare sul femminicidio e le violenze di genere, accoglie con emozione l'approvazione all'unanimità, da parte del Senato, dell'istituzione di una commissione anche per la nuova legislatura, con un salto di qualità: stavolta l'organismo non sarà presente solo a Palazzo Madama, ma diventerà bicamerale. Valente, a 9Colonne, esprime soddisfazione "soprattutto per il fatto che ci si impegna a proseguire un lavoro che noi abbiamo provato a tracciare nel corso di 4 anni, con 12 relazioni più una tredicesima finale, più una legge approvata, un lavoro imponente e noi ci auguriamo prezioso per dare indirizzi al nuovo governo". E il fatto "di aver approvato l'istituzione di una nuova commissione, questa volta bicamerale, ci lascia ben sperare che si parta da quanto fatto e si prosegua da quel lavoro".

Lavoro che resta da fare in grande mole, alla luce dei dati aggiornati che vedono nel 2022 ancora una donna uccisa ogni tre giorni per il fatto di essere donna: "Oggi i dati ci inchiodano a una grossa responsabilità - spiega Valente -  La politica deve fare questo salto di qualità, capire che le norme da sole non sono sufficienti perché camminano sulle gambe degli uomini e delle donne che sono chiamati a a interpretarli e applicarli, e nelle loro capacità di analisi. Dobbiamo superare stereotipi e pregiudizi sessisti che purtroppo ancora sono profondamente radicati".  Proprio questo, aggiunge la senatrice, "è il salto culturale che abbiamo fatto in questi 4 anni, non ho la presunzione di dire grazie solo alla Commissione, ma sicuramente grazie anche al nostro lavoro, e alle tante verità e parole coraggiose che abbiamo detto". Un lavoro riconosciuto da tutti in maniera bipartisan: "E' bello sentire oggi tante forze politiche, che fino a qualche anno fa mettevano al centro solo la repressione e la punizione, chiedere all'unisono di investire soprattutto in formazione nei nostri giovani, in un cambio di mentalità nel riconoscere il fenomeno. La violenza è l'espressione di una sperequazione di potere esistente nella relazione tra l'uomo e la donna". Una sperequazione economica, ma non solo.  "Il livello economico incide tantissimo per la fuoriuscita dai percorsi di violenza e questo dobbiamo tenerlo in considerazione. Ma la violenza la troviamo anche in tante donne affermate, in regioni dove i tassi di occupazione sulle donne sono alte: il tema vero è la sperequazione nella relazione". (PO / Sis)

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