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direttore Paolo Pagliaro

A Todi le cinque
domande sull’Italia
di Paolo Pagliaro

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

A Todi le cinque <br> domande sull’Italia <br>  di Paolo Pagliaro

“Questo libro non parte da posizione di preconcetti, ed è per questo che me ne sono innamorato: siamo abituati a persone che ci dicono la loro ‘verità’ e pensano che il mondo sia solo bianco o nero, mentre è fatto di grandi sfumature”. Così il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, che oggi presso il Palazzo del Comune ha fatto da padrone di casa per la presentazione del libro di Paolo Pagliaro, “Cinque domande sull’Italia. I dilemmi di un Paese inquieto”, edito dal Mulino.  “Si tratta di un libro ricco di dati e di analisi e oltre alle domande offre anche qualche risposta, o almeno apre una finestra su alcune possibili risposte – ha affermato invece Catiuscia Marini, ex presidente della Regione Umbria, tra i relatori - Mi hanno colpito in particolare le analisi sulla distribuzione del peso fiscale tra i cittadini italiani, si tratta di dati impressionanti, visto che il peso maggiore della tassazione è concentrato su poco più di 5 milioni di persone”.   In uno dei passaggi del suo intervento, l’autore si è concentrato su una delle domande a cui cerca di rispondere il saggio: “Siamo ricchi o siamo poveri?”. “Una persona – afferma Pagliaro - si definisce povera se ha un reddito inferiore a 640 euro al mese, ma si può essere poveri anche guadagnando il doppio: una famiglia con un figlio a carico è considerata relativamente povera se il suo reddito netto mensile non raggiunge i 1.400 euro. In Italia ce ne sono 2 milioni e 600 mila, che sono il 10% delle famiglie. Esistono tanti modi di essere poveri: ci sono alcune povertà mai conosciute prima, come quella di molti insegnanti  o delle persone che si prendono cura di altre persone, degli addetti all’economia dei ‘lavoretti’, o dei piccoli esercenti rovinati da Amazon prima e dalla pandemia poi. C’è poi la povertà generata, più che dai bassi salari, dalla diffusione del part time involontario che finisce con il dimezzare i salari in linea teorica accettabili. È la situazione in cui si trovano tre lavoratori dipendenti su dieci, in grande maggioranza donne. Poi c’è la miseria degli esclusi dal mercato del lavoro, in particolare giovani e di nuovo donne, e quella dei braccianti e dei manovali stranieri. Infine – conclude l’autore - c’è la povertà posticcia degli evasori fiscali, le facce di bronzo che addomesticando l’Isee sono esentati dal ticket per la mensa del bambino che ogni mattina accompagnano a scuola con il suv”. C’è poi il tema dell’ambiente: “La questione è quella di arrivare a dei compromessi accettabili - sottolinea Pagliaro - e il principale compromesso è quello tra i due ambientalismi, quello del paesaggio e quello delle rinnovabili, che devono trovare un punto di incontro. E solo la politica può fare in  modo che lo trovino”. (Roc – 26 nov)

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