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TURISMO DELLE RADICI

Palermo, alla scoperta del monastero di Santa Caterina

Palermo, alla scoperta del monastero di Santa Caterina

Tra cultura millenaria e dieta mediterranea, tra mar Tirreno e tradizioni popolari come le marionette dell'Opera dei Pupi, il capoluogo siciliano di Palermo è la "Conca d'Oro" fondata dai fenici e una perla imperdibile. Il sito è abitato sin dalla Preistoria, come dimostrano le grotte dell'Addaura, mentre il succedersi di numerose civiltà ha regalato alla città un prestigioso patrimonio artistico e architettonico: dai fenici ai greci, passando per cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e spagnoli. Fu l'arrivo dei normanni a Palermo, con la conquista dell'isola dal 1098, che portò alla costruzione di numerosi edifici cristiani e al massimo splendore sotto il governo di Ruggero II. Tra questi, una perla imperdibile di Palermo è il monastero di Santa Caterina, considerato uno dei monasteri primari di Palermo. Il monastero sorse dopo il 1311 per volontà testamentaria di B. Mastrangelo. Nel 1532, a causa dell'accrescersi del numero delle religiose ospitate, venne acquistata dal monastero la chiesa di San Matteo per ingrandire l'edificio. Nel XVII secolo il monastero era diventato, per ricchezza ed estensione, uno dei più importanti della città e occupava ormai un intero isolato. Le ultime religiose hanno lasciato il monastero nel 2014 e oggi è aperto al pubblico e gestito dalla curia. L'elegante e prestigiosa decorazione fa dell'interno un significativo esempio dell'estro e della maestria dei decoratori, che riuscivano a trasformare un semplice involucro murario in un delizioso scrigno di movenze plastiche: putti, fregi e stucchi dorati sono mescolati a rilievi e statue a tutto tondo. La decorazione fu realizzata da Giacomo Serpotta e, successivamente, dal figlio Procopio. Per quanto riguarda la chiesa di Santa Caterina, venne edificata per volontà della priora Suor Maria del Carretto nel 1566 e ultimata nel 1596, sulla chiesa pre-esistente. Menzione speciale per la spezieria o dolceria, che trova posto negli spazi del monastero, parte del progetto "I segreti del chiostro" per la riscoperta e valorizzazione delle antiche tradizioni della pasticceria conventuale. La spezieria o dolceria di Santa Caterina era, infatti, il luogo del monastero preposto alla realizzazione di biscotti, pasticciotti ripieni, frittelle e conserve, poiché la vendita di dolci rappresentava una fonte di reddito importante per la sopravvivenza del monastero. Per chi è più interessato alle radici culturali siciliane, come nel caso delle ricette conventuali, Palermo ha da offrire molto altro ancora. A santa Rosalia è dedicato l'evento più atteso dai palermitani, la Festa di Santa Rosalia o "U fistinu", attiva fin dal 1624 e che si conclude ogni 14 luglio. Partecipano migliaia di persone, pronte a guardare la processione dei carri trionfali per il viale noto come Cassaro, con il finale della festa colorato dai giochi pirotecnici sul lungomare del Foro Italico. L'occasione è perfetta per assaggiare la cucina tipica palermitana: caponata, pasta con le sarde, sarde a beccafico, arrosto panato, panino con la milza, "sfincione" (focaccia ripiena), cannoli e cassate. La bevanda tipica alcolica è l'Anice Unico Tutone, mentre per quanto riguarda i dolci, il cuoco palermitano Francesco Procopio dei Coltelli è ritenuto il padre del gelato. Cibi assolutamente da non perdere che racchiudono l'anima siciliana.
COME ARRIVARE: Palermo è servita da un aeroporto e da una stazione ferroviaria. In automobile da Messina (raggiunta con un traghetto da Villa San Giovanni): prendere A20/E90 in direzione di Viale Regione Siciliana Sud Est, uscire verso PA/Sciacca, prendere Via Ernesto Basile, Via Antonio Mongitore, Via Giardinaccio e Via Roma in direzione di Vicolo Paternò.
ALTRI LUOGHI DA VISITARE: Da vedere l'affascinante borgo di Bagheria. Vale la pena visitare anche il Monumento alla Strage di Capaci.

(© 9Colonne - citare la fonte)