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ROLLING STONE ELEGGE I 100 DISCHI ITALIANI PIU’ AMATI, AL TOP "BOLLICINE"

ROLLING STONE ELEGGE I 100 DISCHI ITALIANI PIU’ AMATI, AL TOP

Nove anni di pubblicazioni - esattamente 2947 giorni dal primo novembre 2003, giorno di uscita sul mercato del primo numero di Rolling Stone Italia - cento dischi italiani tra i migliori di sempre attraverso cinquant'anni di musica del nostro paese: sono questi gli ingredienti che Rolling Stone ha mixato per celebrare l'appuntamento con il suo centesimo numero, in edicola da domani. Non solo la canzone d'autore o il pop orchestrale, ma anche il rock, il metal, la new wave, la disco, il post-rock, il post-pop, l'hip-hop, il reggae, l'industrial. La selezione è stata effettuata da una speciale giuria decisamente trasversale composta da 100 tra i protagonisti della letteratura, dell'arte, della musica, della moda: da Niccolò Ammaniti a Carlo Verdone, da Renzo Rosso a Matteo Renzi, da Stefano Boeri a Fabio Novembre, fino a Mario Calabresi, Marco Travaglio, Valentino Rossi e Francesco Bonami, solo per citarne alcuni in campo extramusicale. Ai giurati è stato chiesto di osservare solo due semplici regole e cioè includere esclusivamente album successivi alla nascita del rock and roll, considerando un solo album per artista, e votare i propri dieci dischi preferiti di sempre. La classifica elegge al primo posto "Bollicine" di Vasco Rossi, seguito a ruota da "La voce del Padrone" di Franco Battiato", "Una donna per amico" di Lucio Battisti, "Crêuza de mä" di Fabrizio De André e "Lorenzo 1994" di Jovanotti. All'interno del mensile, uno speciale inserto è dedicato a tutte le copertine che l'edizione italiana di Rolling Stone ha pubblicato in questi nove anni e i lettori troveranno un'intervista con Vasco Rossi rilasciata qualche mese fa in cui, tra le altre cose, l'unica rockstar italiana - come lui stesso si definisce - fa un bilancio della propria carriera a partire proprio dall'uscita di "Bollicine": "Tutto quello che è successo dopo non l'avevo immaginato anche se sentivo che quello che facevo io ci stava, aveva uno spazio ben preciso. Al pubblico non arrivavo, perché avevano fatto di me un personaggio su cui c'erano pregiudizi pazzeschi. Poi, quando è caduto quel pregiudizio, tutti si sono accorti che le mie erano canzoni normali - come minimo - e a quel punto si è creata una bolla, che negli anni '90 è stata perfino esagerata, e che tutto sommato dura ancora, e io me la godo. Credo di aver dato credibilità al rock cantato in italiano". (red - 30 gen)

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