di Paolo Pagliaro
In Italia ci sono dai sette ai dieci milioni di abitazioni vuote. E ci sono alcuni milioni di persone che una casa non la trovano o non posso permettersela. E’ una contraddizione stridente che l’Istat ha fotografato in un rapporto sull’emergenza abitativa. 18 milioni di famiglie vivono in un casa di proprietà, ma molte hanno un problema con il mutuo. 5 milioni vivono in affitto, ma molte hanno un problema con il canone, e lo hanno dunque anche i proprietari delle loro case. Ci sono i giovani che non si sposano perché non sanno dove andare. C’è la massa dei senzatetto, che nessuno ha censito tranne forse la Caritas. E ci sono i lavoratori stranieri. il 48% dei quali vive in abitazioni sovraffollate. E’ difficile trovare privati disposti ad affittare loro un casa. Per restare sul mercato, alcune industrie, come la trentina Tama spa, dove i 150 dipendenti parlano 20 lingue diverse, stanno pensando di ampliare il welfare aziendale fino a comprendere anche l’alloggio, che l’azienda provvederà a costruire.
La povertà abitativa, pur essendo un capitolo del Pnrr, è un tema che fatica a trovar posto nell’agenda delle politiche pubbliche. Non così in altri Paesi dell’Unione. In questi giorni il governo portoghese del socialista Antonio Costa ha annunciato un pacchetto di misure per venire incontro a chi non si può permettere un’abitazione in affitto. La principale prevede che lo Stato prenda in gestione per 5 anni i circa 700mila immobili vuoti che appartengono a privati. In questo modo, ai proprietari sarebbe garantita una rendita fissa e il governo potrebbe sub-affittare le case a un prezzo ridotto.
Il governo intende anche scoraggiare l’utilizzo degli alloggi come B&B, che sta trasformando le città in contenitori senz’anima del turismo mordi e fuggi. Fenomeno ben noto anche in Italia.