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LANDINI: LA SETTIMANA
SIA DI QUATTRO GIORNI

Intervistato da La Stampa, il leader della Cgil Maurizio Landini annuncia che, al congresso del primo sindacato italiano di metà marzo, sarà lanciata la proposta della settimana lavorativa di quattro giorni, già sperimentata in diciotto paesi. “È una delle proposte che, come Cgil, avanzeremo a metà marzo al nostro congresso. Di fronte alla rivoluzione tecnologica, che porta ad un aumento di profitti e produttività, si deve praticare la ridistribuzione della ricchezza e di come viene accumulata, anche attraverso la riduzione dei tempi di lavoro”. Come? “Contrattando modelli organizzativi su quattro giorni di lavoro settimanali e per le imprese la possibilità di utilizzare gli impianti sino a sei giorni la settimana. Il tutto, prevedendo il diritto alla formazione e all'aggiornamento per tutta la vita lavorativa”. Ma se si lavora meno, si è pagati di meno? “No. Perché aumenta la produttività. Non è un problema individuale, ma di sistema. La riorganizzazione del lavoro, e la disponibilità ad un maggior aumento dei servizi e della produttività, vanno redistribuiti in ricerca e innovazione, ad esempio. Abbiamo già orari più alti, e salari più bassi in Europa. Si può fare”. Credete negli incentivi per frenare il precariato? “Queste cose sono già state fatte, in passato. Si è visto che non servono. Oggi abbiamo più di tre milioni di contratti a termine e sono aumentati i part-time involontari. Ci sono 5-6 milioni di persone che, pur lavorando, non arrivano a diecimila euro l'anno. L'unica vera riforma possibile è cancellare le forme di lavoro precario assurde e indicare che c'è un unico contratto di ingresso al lavoro che sia basato sulla formazione. Bisogna voltare pagine”. (27 FEB - deg)

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