“Sbaglia chi dice che con l'elezione di Elly Schlein nel Pd non c'è più posto per i cattolici. Noi siamo un partito democratico, plurale. Anzi. Siamo l'ultimo partito sulla scena. E un Pd senza i cattolici non sarebbe più il Pd. Ma Schlein non ha alcuna intenzione, come non l'aveva Bonaccini, di creare l'ennesimo partito del capo”. Intervistato da Avvenire, Pierluigi Castagnetti non cambia casacca. Non ha ruoli nel Pd, e tantomeno aspira ad averne, ma da presidente dell'associazione "I popolari" si considera in qualche modo "custode" dell'intesa che portò alla nascita del Pd. Rivendica diritto di cittadinanza anche sui temi sensibili. Ma questa diventa, ora, anche una sfida: “I riformisti, con questa legge elettorale, vincono solo se uniti, lo abbiamo imparato il 25 settembre”. “La maggior parte di noi – spiega Castagnetti – ha votato Bonaccini, anche io, ma è stata legittimamente eletta Schlein ed è lei la segretaria di tutti. Avevamo lanciato un allarme per il rischio di cambiare la Carta dei valori del Pd senza legittimazione. Ma nessuno si è spinto a tanto”. C'è chi non si fida, Fioroni ha deciso di lasciare. “La sua scelta la rispetto ma non la condivido. In ogni caso questi interrogativi non si pongono mai nei partiti di destra, dove comanda uno solo. Il confronto si avvia adesso, va portato alla prova dei fatti”. (10 MAR - deg)
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