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ARTE, CULTURA E SCIENZA
“SOFT POWER” ITALIANO

ARTE, CULTURA E SCIENZA <BR> “SOFT POWER” ITALIANO

Creare consenso attraverso la persuasione e non la coercizione. Questo, in estrema sintesi, il significato dell’espressione “soft power”, coniata negli anni Novanta del secolo scorso dallo scienziato politico statunitense Joseph Nye. Un concetto secondo il quale il potenziale d'attrazione di una nazione non è rappresentato esclusivamente dalla sua forza economica e militare, ma si alimenta attraverso la diffusione della propria cultura e dei valori storici fondativi di riferimento. E se tale concetto è di fatto stato elaborato in origine per definire una prassi politica tipica degli Stati Uniti, è ormai possibile applicarlo anche ad altre realtà, tra cui quella italiana. Proprio di questo si è parlato questa mattina al museo dell’Ara Pacis di Roma, in un evento organizzato dal Soft Power Club e incentrato sull’importanza e sulla composizione dell’”altra faccia del potere” in accezione peninsulare.

Ad aprire i lavori l’intervento di Francesco Rutelli, presidente del Soft Power Club, che ha sottolineato il peso e l’impatto che l’arte, la cultura e la lingua italiane hanno avuto, ed hanno tuttora, nel mondo. L’ex sindaco di Roma ha rimarcato come l’Italia possieda una capacità di soft power che ha reso il Belpaese un attore riconoscibile e fondamentale nel panorama internazionale. In tal senso, ha aggiunto Rutelli, “Io non credo che dobbiamo mai dar prova di provincialismo rispetto all’attrazione di investimenti, di talenti, di contributi di rango internazionale, sarebbe il contrario della nostra diplomazia culturale”.

L’evento è proseguito con un intervento video pre-registrato del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani. In riferimento alla guerra in Ucraina, il ministro ha evidenziato come il soft power (nello specifico, quello rappresentato dai valori ed ideali democratici occidentali) sia efficacie anche in situazioni tragicamente pragmatiche come la guerra. “la coraggiosa resistenza dell’Ucraina dimostra quanto l’adesione ai valori liberi della democrazia possa motivare un intero popolo a sostenere enormi sforzi di fronte all’hard power, l’utilizzo della forza. L’unità dell’occidente si basa proprio sulla condivisione di principi e valori, un capitale di soft power che alla prova dei fatti si è affermato con forza in risposta all’aggressione russa”. Anche l’ex presidente del Parlamento Europeo trova che l’Italia abbia molte armi nel suo arsenale di soft power che devono essere impiegate come strumenti di dialogo. “L’Italia ha uno straordinario capitale umano, abbiamo la possibilità e la responsabilità di impiegare istruzione, formazione, imprenditoria, ricerca scientifica e cooperazione culturale come strumenti di dialogo, dialogo sempre più necessario per trovare soluzioni alle crescenti sfide globali”. “promuovere il marchio Italia nel mondo – prosegue – contribuisce alla crescita economica dell’Italia, alla sua reputazione, alla sua capacità di influenza ed attrazione dei talenti, agli investimenti ed ai flussi turistici. Per questo la politica estera non la fanno solo i ministri degli esteri e i diplomatici ma tutto il sistema Italia, dalle nostre forze armate impegnate nelle missioni di pace, dalle nostre aziende, dai nostri connazionali all’estero e dalla nostra società civile”.

L’evento ha visto anche la partecipazione ed il contributo del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che nel suo intervento ha voluto fornire un'altra interpretazione del concetto di soft power, reinterpretandolo come “immaginario italiano da proiettare nel mondo” che, a detta del ministro, rappresenta meglio quello che il nostro paese può dare al mondo. Continuando, l’esponente dell’esecutivo ha spiegato come questa capacità sia propria del concetto di potenza di una nazione: “in passato la potenza delle nazioni noi la misuravamo in termini demografici, in termini militari. Oggi questi elementi contano ancora, ma credo che oggi la più grande forza che una nazione possa avere e possa sviluppare sia la sua capacità di conoscenza e di cultura e la capacità di diffondere e di far concorrere questa cultura ad una cultura di dimensione globale”.

Ha dato il suo contributo alla conferenza, tramite video preregistrato, anche il Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni. Il commissario, nel suo intervento, attribuisce al soft power un ruolo cruciale, dovuto al ritorno all’esercizio dell’hard power. “Si sta riaffermando una logica di potenza, di contrapposizione tra blocchi, di frammentazione del quadro globale. Di soft power c’è bisogno, la comunità internazionale ha di fronte una serie di sfide, su tutte quella climatica, che richiedono dialogo e cooperazione. La capacità di persuasione, caratteristica essenziale del soft power, è fondamentale per trovare soluzioni condivise a queste sfide comuni”. (14 MAR - sem)

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