Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

E se provassimo
a pagarli meglio?

di Paolo Pagliaro

L’ Italia raccontata dall'Ispettorato nazionale del Lavoro è decisamente meno attraente di quella a cui ammicca la Venere di Botticelli ministeriale. Mentre l’ibrido slogan open to Meraviglia si presta invece benissimo ai risultati delle ispezioni, Che l’anno scorso sono state in tutto 100.192 e hanno dato risultati sconcertanti, in particolare nel settore del turismo e dei pubblici esercizi. Qui sono state contestate irregolarità più o meno gravi al 76% delle aziende visitate. Il dato più sconfortante è che il 26% degli addetti, dunque uno su quattro, lavora completamente in nero.   Nero significa imposte evase, nessuna pensione quando sarà il momento, concor­renza sleale per le imprese.

Ma certo non possono sentirsi dei privilegiati neppure gli assunti  a tempo indeterminato, che secondo l'Istat hanno un reddito inferiore ai 22 mila euro lordi l'anno. Chi sta peggio sono i lavoratori intermittenti della ristorazione, i quali  secondo l’Inps  guadagnano in media 1.650 euro al mese. Ovviamente lordi.
Da qualche giorno, in coincidenza con l’avvio della stagione turistica,  è partita la campagna con cui il sindacato Filcams Cgil si propone di spiegare che si troverebbero più facilmente camerieri, baristi e cuochi  se le regole venissero rispettate.  E’ stato realizzato anche uno spot .  "Se mi fai un contratto regolare, se lo stipendio è decente, se gli orari sono umani, se il riposo è rispettato e se mi paghi gli straordinari - dicono i ragazzi del filmato - io sono qui”.   

(© 9Colonne - citare la fonte)