Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Tra arte e giustizia
nella Roma Antica

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Tra arte e giustizia <br>nella Roma Antica

L’esperienza e la produzione giuridica di Roma antica costituiscono un’imprescindibile eredità per lo studio del diritto e per lo sviluppo delle istituzioni giuridiche moderne. Dallo scorso 27 maggio fino al 10 settembre, il Museo dell’Ara Pacis di Roma ospiterà la mostra “Lex. Giustizia e Diritto dall’Etruria a Roma” proporrà una riflessione proprio sul concetto di Giustizia e sull’ordinamento giuridico degli antichi romani, attraverso personaggi, luoghi e testi di legge. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai beni Culturali e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo (CET) con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. La mostra e il catalogo, edito da Gangemi Editore, sono a cura dell’archeologo Vincenzo Lemmo. Il percorso si snoda attraverso più di 80 opere provenienti dalle collezioni dei Musei civici di Roma Capitale, da musei e istituzioni nazionali e da collezioni private, suddiviso in 11 sezioni tematiche, e muove da alcune premesse a carattere storico e sociale sul concetto di giustizia, sul ruolo del diritto nella società etrusco-italica e nel tessuto della Roma monarchica, per poi sottolineare l’importante passaggio da una tradizione orale ai vincoli dei dispositivi fissati dalla scrittura. Al di là di una contestualizzazione cronologica di alcuni fenomeni e istituti, lo scopo della mostra è offrire al visitatore una sintetica panoramica degli elementi fondanti il diritto romano, la sua pervasività nella vita quotidiana di un “civis”, e le più importanti istituzioni giuridiche. Da una prima sezione, dedicata a narrazioni mitiche attraverso cui leggere aspetti sociali e culturali fondamentali a comprendere il concetto di giustizia e la sua connessione con il mondo degli dèi e l’etica degli eroi, il percorso propone delle riflessioni sul diritto nella Roma monarchica, evidenziandone gli elementi essenziali, anche in virtù delle difficoltà legate alla scarsità delle fonti a disposizione. Forte era, infatti, il legame tra giustizia, diritto e religione. La parte centrale della narrazione si focalizza su alcuni temi caratterizzanti la politica e l’amministrazione della giustizia nella Roma repubblicana: da un importante momento di transizione, la fissazione scritta delle leggi, alle principali magistrature, fino al concetto di “imperium” e ai simboli che accomunavano alcune di esse, essenzialmente distinte per competenze. In questo contesto, una piccola finestra sulla quotidianità del lavoro del magistrato sarà testimoniata da alcune opere provenienti da collezione privata. Il percorso offre poi una riflessione sulla persistenza della relazione tra politica, amministrazione della giustizia e religione in epoca imperiale: lo si legge attraverso le testimonianze delle rappresentazioni di “Aequitas” e “Iustitia” sulle monete e la personificazione di questi stessi concetti con membri della famiglia imperiale. La narrazione a carattere più generale si conclude con una sezione dedicata ai luoghi di amministrazione della giustizia, scenografia quotidiana dei processi, sia in epoca repubblicana che in epoca imperiale. Nell’ultima parte, il percorso si sofferma sulla pervasività del diritto e delle istituzioni giuridiche sulla vita quotidiana del cittadino romano, attraverso l’esemplificazione del matrimonio e della condizione servile. Non manca poi una sezione dedicata specificamente all’amministrazione giuridica in ambito militare con rare e preziose testimonianze a mostrare simboli del potere e oggetti del giudizio. A chiudere il percorso, una breve disanima dei meccanismi attraverso i quali nascevano i testi di legge, con alcuni esempi pratici. Il percorso di mostra è, infine, arricchito da una sezione che testimonia l’importante attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri con opere di tipologia varia e trasversali dal punto di vista cronologico, esposte per la prima volta al pubblico. La Sovrintendenza Capitolina rinnova, anche in occasione di questa mostra, l’impegno a rendere accessibili le mostre temporanee ad un pubblico il più ampio possibile: per le persone con disabilità visiva sarà disponibile un calendario di visite tattili gratuite, accompagnate da operatore specializzato. Anche per il pubblico sordo saranno disponibili visite guidate gratuite alla mostra con interpreti della Lingua dei Segni Italiana - LIS, servizio messo a disposizione dal Dipartimento Politiche Sociale e Salute - Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale e realizzato dalla Cooperativa Segni d’Integrazione - Lazio.

A MILANO ESPOSTA LA COLLEZIONE DI INTESA SANPAOLO

Intesa Sanpaolo apre al pubblico, dallo scorso 26 maggio fino al 22 ottobre, alle Gallerie d’Italia di Milano, il percorso espositivo temporaneo “Una collezione inattesa. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura” a cura di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle Collezioni di Arte Moderna e Contemporanea della banca, che presenterà una selezione di opere in dialogo con l’esposizione permanente “Cantiere del ‘900”. Con oltre 70 opere generalmente non esposte nella sede milanese, tra le quali le più recenti acquisizioni della Collezione Intesa Sanpaolo, questo percorso dedicato all’arte italiana e all’arte contemporanea internazionale si incentrerà sul dialogo tra le diverse ricerche scultoree di alcuni dei maggiori protagonisti del XX Secolo in confronto ad importanti approfondimenti intorno alla pittura del Secondo Dopoguerra. Ulteriore, fondamentale contributo all’allestimento, proviene dalle opere selezionate dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico gestito da Intesa Sanpaolo. Al riguardo, Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, dichiara: “Questo nuovo percorso espositivo, in continuità con il Cantiere del ‘900, rientra nel programma indirizzato a diffondere la conoscenza e la condivisione delle nostre raccolte di arte moderna e contemporanea”. In particolare, si offre nuovamente al pubblico l’opportunità di apprezzare opere facenti parte della Collezione Luigi e Peppino Agrati che ha arricchito con capolavori di respiro internazionale il patrimonio artistico della banca. Nei magnifici spazi delle Gallerie di Piazza Scala si propone un viaggio appassionante nell’arte del Novecento. Nel monumentale spazio d’ingresso nel museo i visitatori saranno accolti dalla grande opera in marmo bianco “Femme Paysage” di Jean Hans Arp del 1966, a rappresentare l’ampia raccolta di sculture della Collezione Henraux oggi confluita in Intesa Sanpaolo. Arp apre, come una sorta di punto focale, all’allestimento dedicato all’artista Bruno De Toffoli, autore firmatario di uno dei Manifesti dello Spazialismo, movimento espressione della ricerca plastica e strettamente legato a Lucio Fontana. Sarà questa una rara occasione di approfondimento per vedere riunite le nove sculture di questo artista meno noto al grande pubblico e mai esposte in un così serrato confronto. Un allestimento con radici cronologiche che partono dai grandi Maestri della scultura del XX Secolo destinati a segnare la produzione figurativa delle arti plastiche italiane. Sarà così possibile ammirare nelle prime sale, tre grandi artisti del Novecento come Arturo Martini con “La Pisana”, Marino Marini con la “Pomona” e Giacomo Manzù con il “Grande Cardinale Seduto”, opere raramente esposte insieme e qui riunite come emblematiche delle radici della scultura italiana. Un momento completamente inedito sarà la sala dedicata a Fausto Melotti nella quale verrà mostrato per la prima volta al pubblico un importante corpus fittile del maestro, protagonista anche della scultura ceramica, attraverso un particolare allestimento che presenterà 19 opere rappresentative dei suoi contenitori e vasi ceramici, tra cui quattro importanti Korai. Interessante il dialogo tra l’opera “Coppia in filo di rame” già esposta nel percorso permanente delle Gallerie d’Italia e un’altra opera, anch’essa in filo di rame, proveniente dalla collezione Luigi e Peppino Agrati. Grazie al confluire delle varie raccolte ci sarà una sala interamente dedicata a Lucio Fontana come evidente rimando al tema dello Spazialismo. Di questo maestro, figura centrale dell’arte contemporanea del XX Secolo e riconosciuta internazionalmente, si esporranno importanti opere, tra cui il grande “Concetto spaziale. Attese” del 1965. Qui riuniti per dare continuità alla tradizione moderna e contemporanea della scultura in ceramica vi saranno alcuni piatti denominati Antica Savona, creazioni fittili spazialiste e l’importante nucleo delle tre “Nature” in bronzo e terracotta. Particolarmente significativa sarà la sala dedicata all’azzeramento e alla monocromia nell’arte contemporanea internazionale dei primissimi anni Sessanta, il cui perno sarà la scultura “Complex Form” di Sol LeWitt, recentemente entrata nelle Collezioni Intesa Sanpaolo. In questo spazio il pubblico troverà un confronto armonico tra un maestro del minimalismo americano come Robert Ryman e protagonisti della ricerca italiana come Piero Manzoni, Alberto Burri, Toti Scialoja ed Enrico Castellani presente con il monumentale lavoro “Superficie bianca 35” del 1966. Nelle due sezioni successive sarà invece possibile indicare in modo preciso, seppur sintetico, alcune ricerche legate all’astrazione e al segno della pittura alla fine degli anni Cinquanta. Emblematici di quella ricerca sono artisti come Carla Accardi con l’opera “Senza Titolo”, Giulio Turcato e Antonio Sanfilippo con “Superficie 45/C/63”. Si presenta al pubblico un importante dipinto di Corrado Cagli, “Il flauto di canna”, che rappresenta la continuità del grande pittore aprendo le sperimentazioni degli anni Sessanta. L’opera introdurrà idealmente al nucleo di sculture di Pietro Consagra, tra cui “Bifrontale malachite”, dedicate al tema della ricerca sulle Pietre e sui Marmi che l’Artista conduce negli anni Settanta e Ottanta del Novecento e che, tramite l’utilizzo delle preziose e seducenti materie, esemplifica con queste opere quella scultura frontale di cui egli è teorico e scultore. Il percorso espositivo prevede nel passaggio verso il “Cantiere del ’900”, un ideale cannocchiale tematico e visivo con opere di artisti che, partendo dall’astrazione classica, giungono nel Secondo dopoguerra ad una pittura sempre più minimale e procedurale. È il caso di un’artista come Bice Lazzari qui presente con “Misura 9”, Mario Nigro con un’astrazione pittorica prossima alla pittura analitica e di concetto come Roman Opalka che procede giorno per giorno alla stesura numerica componendo queste grandi e rarissime tele che sono alla soglia del monocromo. Di Sol LeWitt sarà l’accenno dell’importante scultura “Three Cubes (Straight)” del 1969, appena giunta nelle Collezioni Intesa Sanpaolo, ad assumere quasi l’aspetto di una scala architettonica entrando nello spazio di “Cantiere del 900”, la cui prospettiva costituita da profili cubici inquadrerà il punto di arrivo di questo percorso rappresentato dalla recente acquisizione “Abstraktes Bild” del 1984 di Gerhard Richter. Il percorso espositivo sarà dunque una nuova occasione di approfondimento e valorizzazione dei numerosi temi, autori, movimenti presenti nelle Collezioni Intesa Sanpaolo. Il museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici della banca.

A ROMA GLI SCATTI CHE RACCONTANO GINA LOLLOBRIGIDA

Un’occasione per scoprire una delle grandi attrici del cinema italiano e gli aspetti meno noti della sua vita: con oltre 120 fotografie, la mostra “I mondi di Gina”, realizzata dal Luce nelle sale di Palazzo Poli-Istituto centrale per la grafica a Roma e promossa dal Ministero della Cultura con Archivio Luce-Cinecittà, sarà dedicata a Gina Lollobrigida e alle mille arti della “diva eterna”, che fu attrice ma anche fotografa, disegnatrice, scultrice e cantante di grande talento. Ideata e curata dal sottosegretario del MIC, Lucia Borgonzoni, e dalla presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, sarà aperta al pubblico dal 9 giugno all’8 ottobre. L’esposizione è un tributo all’eclettico talento di una delle più grandi attrici della storia cinematografica italiana e internazionale, un viaggio affascinante che ripercorre la sua intera vita, illustrata da foto provenienti dall’Archivio Luce-Cinecittà, dal Centro Sperimentale di Cinematografia e dal MuFoCo - Museo di Fotografia Contemporanea, con il contributo di altri archivi.

“GESTI UNIVERSALI”: PROROGATA L’ESPOSIZIONE DI GIUSEPPE PENONE A ROMA

Visto il grande successo di pubblico, la Galleria Borghese di Roma ha deciso di prorogare fino al 9 luglio la mostra “Giuseppe Penone. Gesti Universali”, a cura di Francesco Stocchi. Esposte per l’occasione oltre trenta opere del maestro dell’Arte Povera, che intrecciano un nuovo dialogo tra i concetti di natura e storia, a dimostrazione dell’immutata vitalità della scultura. L’esposizione, infatti, offre una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura che la statuaria antica presente nella collezione del museo racconta secondo canoni classici. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa con un’intervista all’artista di Francesco Stocchi e un saggio di Andrea Cortellessa. L’esposizione è stata realizzata grazie al supporto di Fendi, sponsor ufficiale della mostra. “Con la mostra di Giuseppe Penone - afferma la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti - concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista ed elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo”. “La mostra ‘Gesti Universali’ - dichiara il curatore della mostra, Francesco Stocchi - presenta un dialogo che assume la forma di un innesto tra la dimensione minerale, ampiamente presente nella Galleria Borghese, e quella organica che caratterizza l’opera di Penone. Un’interrogazione sulla scultura libera da ogni sensazionali­smo, volta a indagare la rappresentazione della natura in relazione al tempo di un passato storico. Un dialogo di idee e materiali, rispetto a un confronto di forme e simboli, che esprime tutta la vitalità della natura umana e di quella vegetale”. “Questa mostra - afferma Giuseppe Penone - è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi”.

“HALF EARTH”: A MILANO L’ARCHITETTURA METAFISICA DI STEVEN HOLL

L’architettura come viaggio tra realtà e finzione, in cui i grandi edifici fungono da contenitori monumentali che catturano il passaggio del tempo e il ruolo della natura. Dallo scorso 26 maggio fino al 14 luglio, Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano presenta “Half Earth”, la nuova mostra dell’architetto, artista e educatore Steven Holl (Washington, 1947) a cura di Steven Holl Architects. Il progetto espositivo, a cinque anni dalla prima mostra “One Two Five” curata da Marco Sammicheli, è una riflessione sul ruolo dell’architettura come attività, oggi inevitabilmente e imprescindibilmente, legata ai doveri dell’uomo nei confronti della natura. La mostra, nata da un'idea di Fulvio Irace, prende il titolo dall’opera omonima sulla biodiversità dello studioso Edward Osborne Wilson, che, negli anni Settanta, tentava di mappare specie animali e vegetali di tutto il mondo, per identificare i luoghi in cui l’uomo avesse più margine d’azione sull’ambiente comunque proteggendolo. L’idea di ripensare gli insediamenti urbani e la loro densità è, oggi più che mai, un compito fondamentale, nonché un dovere per urbanisti e architetti. Lo stesso Holl ha provato a rispondere a questa esigenza nel corso del tempo ideando mini-utopie che potessero preservare e/o ripristinare gli ecosistemi in difficoltà grazie a un’architettura ecologica alimentata da fonti di energia rinnovabili. L’esposizione comprende progetti come “Edge of a City” (1988-1991), che racconta alcune proposte di ripristino del paesaggio naturale ai margini delle grandi città americane, o “Spatial Retaining Bars for Phoenix” e “Spiroid Sectors for Dallas”, dedicati all’ideazione e costruzione di nuovi insediamenti comunitari: riscaldate e raffreddate geotermicamente, queste nuove comunità includono vita, lavoro, attività ricreative e culturali. Su una parete della galleria trova posto anche un’immagine a grandezza naturale del Gran Sasso accompagnata da modelli e studi per una nuova piazza pubblica della comunità, il padiglione del Gran Sasso e trasformazioni alberghiere. Accanto a progetti e maquette, anche grandi disegni ad acquerello ispirati alle idee di John Cage sulla creazione controllata dal caso: più della metà delle forme è infatti lasciata all'acqua e alla casualità. Catalogo con testi di Evan Douglis, Steven Holl e Fulvio Irace. “Per me lo schizzo, il disegno fatto a mano, è una forma di pensiero - sottolinea l’architetto - È attraverso i miei dipinti che si precisano i pensieri: dipingendo o disegnando riesco a stabilire una connessione tra l’elemento soggettivo e quello oggettivo. È una maniera imprevedibile di aprire la mente e di sentire liberamente”.

(© 9Colonne - citare la fonte)