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ITALIA-MALTA, INTESA SU CONFINI MARITTIMI

ITALIA-MALTA, INTESA SU CONFINI MARITTIMI

Arriva, del tutto casualmente, all'indomani dell'ennesimo tragico naufragio di una imbarcazione nel Mediterraneo, l'incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e il suo omologo maltese Robert Abela, e ovviamente il tema principale del vertice non poteva che essere la questione migratoria. "Abbiamo condiviso che per migliorare lo scenario sia importante la definizione dei confini marittimi, delle rispettive zone economiche esclusive – spiega la premier - un'antica materia sulla quale c'è da parte di entrambi la volontà di fare passi avanti". Abela concorda sul fatto che siano stati fatti passi avanti nella definizioni di confini marittimi precisi, una questione che riguarda da vicino anche la Grecia dopo è avvenuto il naufragio di ieri (l'imbarcazione con a bordo 750 migranti però puntava verso l'Italia). E spiega: "la migrazione è una grande sfida per i nostri Paesi, e su questo Italia e Malta parlano a una sola voce. I trafficanti di esseri umani, gli scafisti sfruttano la disperazione di tanta gente sfortunata nella nostra regione e i nostri due Paesi siamo vittime. Non deve essere una sfida solo per Malta e Italia ma per l'Europa". Malta si impegna "a non sfuggire alle nostre responsabilità, soprattutto per le procedure ai confini, e riconosciamo l'approccio approvato dai ministri ma -riteniamo che un impegno più robusto con i Paesi di transito deve essere sviluppato".

Non si placano, intanto, le polemiche per la tragica della maggior parte delle persone che erano a bordo del peschereccio che si è capovolto ieri al largo delle coste del Peloponneso. Alarm Phone, come sempre la prima ad essere entrata in contatto con i migranti a bordo, accusa che "le autorità greche e altre autorità europee erano quindi ben consapevoli di questa nave sovraffollata e inadatta alla navigazione. Non è stata avviata un'operazione di salvataggio. Dopo che il peschereccio si è capovolto, le autorità greche si sono affrettate a giustificare pubblicamente il loro mancato salvataggio. La realtà è che erano stati allertati molte ore prima che la nave si capovolgesse ed erano stati informati da diverse fonti che si trattava di una barca in pericolo". Secondo quanto riferito, però, sul posto erano presenti mezzi della Guardia costiera ellenica e un aereo di Frontex. Per questo, secondo Alarm Phone, "le autorità europee avrebbero potuto inviare risorse di soccorso adeguate senza indugio. Non ci sono riusciti perché il loro desiderio di impedire gli arrivi era più forte della necessità di salvare centinaia di vite".

(Sis)

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