di Paolo Pagliaro
Con i tempi che gli sono propri, e che riflettono la necessità di mettere d’accordo i deputati di 27 paesi, il Parlamento europeo si accinge a votare un documento il cui oggetto è chiarissimo. Si intitola infatti “Rapporto sulle lezioni della pandemia e sulle raccomandazioni per il futuro”. E’ la prima volta che una grande istituzione politica si cimenta in un bilancio della tragedia sanitaria e sociale che ha segnato la nostra storia recente. Il documento potrebbe avere un impatto su vari piani: la revisione della legislazione sui farmaci, l’ambizione di dar vita a un’Unione Europea della Salute, le iniziative della Commissione e delle diverse agenzie, dall’Ema alla neonata Autorità per le emergenze. Centrale sarà la questione del rapporto tra l’Europa e le aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini, con l’annessa questione dei brevetti.
La commissione che ha redatto il documento si è avvalsa di consulenze qualificate, tra cui quella di Massimo Florio, professore dell’Università di Milano ed esponente del Forum Disuguaglianze e Diversità. Florio ha portato in dote uno studio che documenta come il rischio finanziario per la realizzazione dei vaccini sia stato assunto soprattutto dai contribuenti, con 30 miliardi di fondi pubblici spesi per sovvenzioni e contratti anticipati. Circa il doppio di ciò che ha rischiato l'industria farmaceutica , che poi ha però venduto i vaccini a prezzi monopolistici, pesando sulle casse pubbliche fino a dieci volte il costo di produzione. Due dollari il costo, 20 dollari il prezzo di vendita. Pfeizer e Moderna hanno peraltro fatto sapere ai loro investitori di voler quintuplicare il prezzo.
La proposta del Forum italiano, che sarà messa ai voti, è che per lo sviluppo di nuovi farmaci e vaccini si crei un'infrastruttura pubblica europea autonoma e senza finalità di profitto.