Tra le proteste internazionali, il Giappone inizierà a rilasciare le acque reflue della disastrata centrale nucleare di Fukushima da giovedì, in aperta sfida in particolare all'opposizione delle comunità di pescatori, della Cina e di una lunga lista di scienziati di ogni parte del mondo. A dare il disco verde allo sversamento è stato il primo ministro Fumio Kishida che ha ufficialmente chiesto al gestore dell'impianto, Tokyo Electric Power (Tepco), “di prepararsi rapidamente per lo scarico dell'acqua” in conformità con i piani approvati dai regolatori delle centrali nucleari, aggiungendo che il rilascio inizierà giovedì, “condizioni meteorologiche e oceaniche permettendo”. Kishida ha affermato che lo smaltimento di oltre un milione di tonnellate di acqua immagazzinata nel sito è stata una parte essenziale del lungo e complesso processo di smantellamento dell'impianto.
La decisione è giunta alcune settimane dopo che l’ente preposto al controllo delle centrali nucleari delle Nazioni Unite, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), ha approvato l’operazione, affermando che l'impatto radiologico sulle persone e sull'ambiente sarebbe “trascurabile”. Una presa di posizione fortemente criticata da Greenpeace, i cui esperti hanno descritto il processo di filtrazione come “viziato” avvertendo che una quantità “immensa” di materiale radioattivo sarà dispersa in mare nei prossimi decenni. Da parte sua Shaun Burnie, esperto nucleare di Greenpeace East Asia, ha affermato che il governo giapponese “ha optato per una falsa soluzione – decenni di deliberato inquinamento radioattivo dell’ambiente marino – in un periodo in cui gli oceani del mondo stanno già affrontando enormi stress e pressioni. Questo è un oltraggio che viola i diritti umani delle persone e delle comunità di Fukushima, e di altre prefetture vicine e della più ampia regione dell’Asia-Pacifico”, ha detto. (22 ago - deg)
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