A ROMA IN SCENA “MARILYN – HER WORDS” DI E CON LOREDANA CANNATA
Questa sera nell’ambito della rassegna “I Solisti del Teatro”, a Roma, presso i Giardini Della Filarmonica (via Flaminia, 118) è di scena “Marilyn – Her words” , monologo teatrale scritto, diretto ed interpretato da Loredana Cannata, che racconta una delle ultime sere in vita dell’attrice, nell’estate del 1962, in cui, alle sofferenze di una vita, si aggiunsero il tormentato rapporto con il senatore Robert Kennedy e il licenziamento dal suo ultimo e incompiuto film, “Something’s got to give”. Nella sua camera da letto, sola col suo telefono, i barbiturici e lo champagne, Marilyn riflette su stessa, sulla sua vita, si racconta, si arrabbia, ride, piange, e lo fa rivolgendosi al suo psichiatra, il Dr. Greenson, per il quale incide questa sorta di seduta al registratore come parte integrante della sua terapia, come realmente faceva. Il testo è stato scritto usando solo ciò che Marilyn disse e scrisse di se stessa: interviste, lettere, poesie e stralci della sua incompiuta autobiografia, parole che rivelano la sua anima fragile e sensibile e aneddoti poco conosciuti della sua breve, tragica e straordinaria vita.“Ho deciso di scrivere un monologo su Marilyn usando solo le parole che disse e scrisse di sé stessa perché volevo prestarle la mia voce per poter raccontare la sua anima più intima e vera, un modo per renderle omaggio e ringraziarla. Cominciai a sognare di fare l’attrice a 7 anni, quando trovai una sua piccola foto e me ne innamorai. Fu l’unica luce in molti anni bui, la sua storia mi diede forza, ispirazione e consolazione, e continua ancora a farlo. Marilyn mi ha salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata”, racconta Loredana Cannata. Il progetto I Solisti del Teatro, è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE. (PO / red / Gil)
TORINO: “LA COLONIA” DI MARIVAUX CON LA REGIA DI BEPPE NAVELLO
Dopo il successo al Teatro della Pergola di Firenze, dove ha debuttato in anteprima nazionale, arriva al Teatro Romano di Torino il 3 e 4 settembre La Colonia, testo utopistico scritto da Marivaux nel 1750, ripreso e tradotto per la prima volta in italiano dal regista Beppe Navello. Un’opera di straordinaria attualità sulla condizione femminile che narra di una rivolta di donne, dopo un naufragio su un’isola deserta, contro i mariti che vogliono legiferare senza coinvolgerle, per costruire un nuovo mondo in quella colonia sperduta in mezzo all’oceano. Con le scene e costumi di Luigi Perego, le musiche di Germano Mazzocchetti e le luci di Orso Casprini, la commedia è pensata per numerosi personaggi – più della metà sono donne, rarità nella tradizione teatrale – ai quali Marivaux offre la possibilità di misurarsi con molteplici registri interpretativi. La compagine di interpreti, che fa parte de la “Compagnia di Sala Prove”, nata una decina di anni fa proprio grazie a Navello – è composta da Daria Pascal Attolini, Marcella Favilla, Luigi Tabita, Luchino Giordana, Maria Alberta Navello, Fabrizio Martorelli, Giuseppe Nitti, Cecilia Casini, Giulia Lanzilotto, Claudia Ludovica Marino, Erica Trinchera e Alessandro Panatteri. Le tematiche espresse, che risuonano straordinariamente contemporanee alle nostre orecchie, erano uno dei più controversi argomenti nel dibattito filosofico e sociale dell’Illuminismo francese. “Nel 1750 – ricorda Navello - Marivaux decise di riadattare una sua vecchia commedia in tre atti che non aveva avuto successo, ricompattandola in un atto unico: ventuno anni prima, il 18 giugno 1729 quella commedia, sotto il titolo La nouvelle colonie, era stata rappresentata al Théâtre des Italiens e, nonostante il cast annoverasse alcune star dell’epoca come Silvia Balletti e Pierre François Biancolelli, era stata ritirata dopo una sola rappresentazione. Colpa del testo ispirato a una delle questioni filosofiche più scottanti sollevate dagli illuministi? Colpa di un eccesso di verbosità in un teatro come quello italiano che i parigini continuavano a considerare erede della Commedia dell’Arte? Una scarna cronaca del “Mercure de France” è tutto quel che ci rimane della recita del 1729 e non consente valutazioni storico critiche convincenti”. “Ma è un fatto significativo – continua il regista – che Marivaux, autore ormai affermato e consacrato alla fama, decida di rimettere mano a quell’opera dopo tanti anni: il problema dell’uguaglianza dei sessi poteva, sì, essere impopolare nella Francia ancien régime, ma non doveva essere rimosso per sempre nella storia contemporanea, proiettando la sua forza ineluttabile in un futuro prossimo nel quale le donne sarebbero state protagoniste. La colonia, quel secondo tentativo, Marivaux lo destinò soltanto alla lettura “in una Società”: come a ribadire che i tempi non erano maturi per declamare tanta sovversiva originalità sulle tavole del palcoscenico; come era successo d’altronde a un altro testo ispirato alle idee dei philosophes, L’Isola della Ragione, che l’autore si rammaricava di aver portato all’insuccesso teatrale dopo il buon esito riscontrato invece attraverso le letture ad amici e intellettuali”.”Si dirà – conclude – che mettere in scena una commedia sulla rivolta delle donne non solo non comporta rischi, ma è così politicamente corretto da rischiare quasi il conformismo. Eppure, non è conformista ascoltare le parole di un classico (cioè di un autore che non finisce mai di essere contemporaneo, per ricordare una delle più felici definizioni della parola) a proposito della questione femminile, tema sociale e filosofico ben lontano dall’essere definitivamente risolto duecentosettantatré anni dopo. Proprio perché tiene conto con autoironia delle timidezze, delle resistenze, delle paure ancestrali che accompagnano da sempre l’accettazione di una parità completa tra le due metà del cielo. E poi perché è una commedia, forma teatrale che non si prende sul serio neanche quando fa finta di predicare, ma gioca con gli strumenti del buon teatro, con i caratteri, con le battutacce, con l’invenzione del naufragio in un’isola deserta, mitologica risorsa in teatro per rappresentare utopie palingenetiche. E se nel testo di Marivaux il finale resta prudentemente senza esito rispetto alle speranze che ha generato durante tutto il tempo dell’azione, è inevitabile sentire che quella conclusione è provvisoria e prefigura un futuro diverso affidato alle generazioni che verranno. È quanto cerca di esprimere questa messa in scena, la prima in italiano e nel nostro Paese, per quanto io sappia, della storia plurisecolare di questo testo”. La Produzione è realizzata dall'Associazione Teatro Europeo in collaborazione con il Teatro della Toscana e con il sostegno di MIC Direzione Generale Spettacolo nell’ambito del Progetto “Marivaux: le utopie”. Un'iniziativa con il patrocinio dell'Institut français Italia. L'evento è in collaborazione con i Musei Reali di Torino.(red /Gil)
A POZZALLO (RG) IL FASCINO DELL’OPERA DEI PUPI SICILIANI
A partire dal prossimo 26 agosto si svolgerà a Pozzallo (RG) “Teatri a Mare”, la rassegna estiva di teatro per l'infanzia e le famiglie promossa dal Comune di Pozzallo con la direzione artistica dell’Associazione culturale “Nave Argo”. Cinque spettacoli, proposti da altrettante compagnie teatrali siciliane, per lasciarsi incantare dal fascino dell’Opera dei Pupi Siciliani, dalla magia del circo teatro di strada e dalla delicatezza del teatro di narrazione e d’attore. Sede di svolgimento della Rassegna è l’Arena Raganzino sul lungomare del Comune ragusano. L'inaugurazione della rassegna, sabato 26 agosto sarà a cura della compagnia Red One Duo che presenterà lo spettacolo "Di Pezza" di e con Chiara Serges e Gabriele Gonzo. Una sorprendente e divertente rappresentazione in cui si intrecciano varie tecniche circensi: il tessuto aereo, il trapezio in coppia, il mano a mano, le verticali, la manipolazione/micro-magia e il clown contemporaneo. “Le imprese di Orlando per amore di Angelica” è il titolo dello spettacolo della Marionettistica Fratelli Napoli di Catania che verrà presentato lunedì 28 Agosto. Una rappresentazione che permetterà ai piccoli e grandi spettatori di immergersi nella magia del teatro dei pupi di tradizione catanese “custodita” da una tra le più importanti compagnie siciliane. Giovedì 31 agosto andrà in scena lo spettacolo “Lentamente…la favola della lumaca" della Compagnia OTQA / Casa Teatro di Palermo in scena Miriam La Mantia, Davide Lo Coco e Enrica Volponi, anche autrice dei testi e della regia. Una storia delicata e commovente, a metà strada tra fiaba e "storia morale", che parla di coraggio e libertà. Lunedì 4 settembre saranno in scena Andrea Arena e Maria Elena Rubbino della Compagnia Sbadaclown che presenteranno “Grande spettacolo di Circo”: in un susseguirsi di comici imprevisti e destrezze i due artisti in scena si esibiranno in numeri di giocoleria, equilibrismo, acrobatica, manipolazione del fuoco e clownerie che divertiranno gli spettatori. La conclusione della rassegna, mercoledì 6 settembre, è affidata alla Compagnia Decalè di Palermo che presenterà lo spettacolo "Hamelin - la città del silenzio": in scena Giorgio Cannata, Giovanni Ruffino e Andrea Saitta, anche autore della regia. Una storia ispirata alla nota fiaba del “Pifferaio magico” che vedrà il protagonista, dopo tante comiche disavventure, riuscire a portare gioia ai cittadini di Hamelin grazie alla sua musica. La Rassegna è realizzata con il sostegno della Regione Siciliana – Assessorato della Funzione Pubblica e delle Autonomie Locali e in collaborazione con Latitudini, la rete siciliana di drammaturgia contemporanea costituita nel 2011 da alcuni tra i più interessanti organismi teatrali attivi in Sicilia. L'inizio degli spettacoli è previsto per le ore 20:30. (red / Gil)
AD ANAGNI (FR) “IL PERDONO NUTRE IL MONDO”
Ha preso il via il 24 agosto e si concluderà il 2 settembre, la 30esima edizione del Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale di Anagni, che porterà in scena gratuitamente a Piazza Innocenzo III, dalle 21, un cartellone prestigioso di classici, realizzati da artisti e compagnie di grande fama, selezionati dal direttore artistico, Giacomo Zito, affiancato dal direttore teorico-critico, Gaetano D'Onofrio, e dal direttore tecnico, Peppino Scandorcia. Martedì 29 agosto andrà in scena “Il Perdono nutre il mondo”, ispirato alla Perdonanza celestiniana, di Sara Cecala e Angelo De Nicola, con ensemble musicale e 'Nduccio; mercoledì 30 agosto è il momento della presentazione del libro “De manageribus”, di Mario Andrea Sarasso, sulle orme di Machiavelli; per “segnali dal territorio”, uno dei capolavori del grande Fiorenzo Fiorentini, “Morto un Papa…”, nel ventennale della scomparsa dell’autore, animerà piazza Innocenzo III, giovedì 31 agosto, per la regia di Monica Fiorentini; venerdì primo settembre è il momento di Luca Ward, con la pièce “Ordine e giudizio dell’uomo”, una sensazionale narrazione per raccontare con parole e suggestive proiezioni la Cripta della Cattedrale di Anagni; si conclude il festival, sabato 2 settembre, con “Il Re muore”, di Eugène Ionesco, nella prestigiosa versione di Maurizio Scaparro, con musiche di Nicola Piovani, interpretato da Edoardo Siravo e Isabel Russinova. Il Festival è dedicato proprio a Maurizio Scaparro, grande maestro della regia scenica, scomparso a febbraio di quest’anno. (Gil / red)
IN SICILIA IL “POLIFEMO INNAMORATO” DI GIOVANNI CALCAGNO
Il parco Archeologico di Naxos, a Taormina, inaugura lunedì 28 agosto la prima alba teatrale, in programma nella suggestiva cornice del Teatro della Nike con “Polifemo innamorato” di e con Giovanni Calcagno, (produzione La Casa dei Santi/Statale 114, con il contributo del Parco Archeologico di Naxos). Lo spettacolo andrà in scena alle 6.00 del mattino con ingresso libero dalle 5:30. Si tratta di un evento speciale della rassegna Interpretare l’Antico, dedicata a spettacoli ispirati al Mito, con la direzione artistica di Gigi Spedale, organizzata dalla Rete Latitudini, con il contributo dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, con la collaborazione del Festival NaxosLegge, diretto da Fulvia Toscano ed è parte integrante del più ampio progetto Comunicare l’Antico. L’intera rassegna è sostenuta dal contributo di Regione Siciliana ed ERSU Messina, con il patrocinio del Comune di Giardini Naxos e la collaborazione del COSPES e del DAMS dell’Università di Messina. Giovanni Calcagno presenta così il suo spettacolo: “Polifemo innamorato è una riscrittura declinata in cinque quadri e in cinque lingue: il greco antico, il romanesco, il veneto, il siciliano e il napoletano. Le scritture sulle quali si basa sono quelle di Teocrito e, in particolare, il suo Idillio che parla del Ciclope innamorato della ninfa Galatea e che, non corrisposto, si trasforma in un poeta. Una lezione fondamentale, perché un uomo burbero può trasformare il proprio cuore quando si innamora. Diversa, invece, la lezione che viene da Ovidio e dalle Metamorfosi, perché comprende la storia di Polifemo e Galatea nella sua totalità, cioè inglobando anche l’epilogo con l’uccisione di Aci e la sua trasformazione in un fiume. In questa sonata per cinque voci e con un solo narratore, Polifemo esprime il suo protagonismo dentro questo meraviglioso paesaggio etneo, che è la Timpa di Acireale e, con la montagna alle spalle, che risuona potente in questi versi che vogliono avere il crisma e il carattere della narrazione popolare e il linguaggio fresco delle più importanti lingue teatrali italiane”. Il successivo appuntamento con Interpretare l’Antico è in programma giovedì 31 agosto alle 21.30 con lo spettacolo “MITO, navigazione musicale con approdo nel Mito” di e con Cettina Donato (pianoforte e composizioni) e Zoe Pia (clarinetto, launeddas, percussioni sarde e composizioni), featuring tracks di Ninni Bruschetta ed Elio Martusciello, (produzione Statale 114). (red/ Gil)
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