(2 mag ) “La figura di Penelope mi ha sempre affascinato. Ho sempre amato questo mito: Penelope è una donna sola e nello steso tempo eroica. Un giorno, dopo aver letto gli articoli di Anna Politkovskaya, ho pensato di poter accostare il mito omerico alla tragica realtà della guerra in Cecenia”. Marco Calvani, pratese doc, classe 1980, racconta così la nascita del suo spettacolo “Penelope in Groznyj”, un “dramma reale accostato a una storia classica” in scena dal 3 al 13 maggio al teatro Vascello di Roma. Scritto e diretto dallo stesso Calvani, lo spettacolo ha debuttato in anteprima mondiale al Kunsthaus Tachleles di Berlino il 5 dicembre 2009: “Un posto straordinario - dice il regista – dove abbiamo avuto un’accoglienza sorprendente sia dalla stampa locale che dalla comunità italiana che vive in Germania”. E’ partendo dalla testimonianza della giornalista russa che Calvani ha riscritto il mito greco e i suoi personaggi epici con “uno sguardo a Pasolini” precisa: “In ‘Penelope in Groznyj’ il mito di Penelope e della sua controversa solitudine si trasferisce nella Cecenia di oggi, un paese dove la tortura è la norma, le esecuzioni senza processo sono routine e le razzie e i saccheggi un luogo comune. Ho cercato di ricostruire la vita quotidiana in tempo di guerra, dando così vita a una metafora violenta di cosa il potere fa ai corpi e alla parola”. Il regista, tra i giovani autori italiani più rappresentati in Francia, parla del suo lavoro “bello ma difficile” con entusiasmo e passione : “Scrivere per me è come una medicina. Ho sempre scritto quello che penso e credo che il teatro sia l’unico posto dove poter dare spazio alla libertà di espressione. Quello che ho messo in scena è uno spettacolo ambizioso. Non è facile gestire sedici attori (quelli che compongono il cast dello spettacolo sono spagnoli, tedeschi, inglesi e italiani). Per fare questo lavoro – continua - bisogna avere una motivazione forte ma è certo che l’impegno e la fatica vengono sempre ripagati”. “Penelope in Groznyj” è “un’opera dedicata alle donne”, ammette lo stesso regista che riflette sul fatto che oggi come oggi siamo circondati da “Penelopi”: “Sono quelle donne che lottano quotidianamente per un lavoro, per un figlio, per i propri diritti. Quelle donne a volte ‘nascoste’, sole o abbandonate”. “Penelope in Groznyj – conclude – è una parabola sprezzante di qualsiasi regime totalitario che invita a riflettere sul tema della guerra, delle violenza, degli abusi”. (Gil)
SCHEDA / CHI E’ MARCO CALVANI?
Marco Calvani, attore formatosi alla scuola del Teatro della Limonaia e al Duse Studio di Roma, debutta come drammaturgo nel 2002 con Quasi, commissionato dal Social Forum Europeo dei Teatri. Altri lavori includono: Teloleggonegliocchi! (2003), Prima che tu dorma, commissionato dal Todi Arte Festival 2004, La vita bassa/Low Life (2005) commissionato dal Phoenix Theatre di Londra, Le mani forti (2006), pièce liberamente ispirata alla tragedia di Novi Ligure e Olio (2008). Nel 2009 su commissione della Grec Fundaciò di Barcellona scrive e dirige La città sotto/The city beneath presentato poi in anteprima mondiale al La MaMa Theatre di New York, e Penelope in Groznyj che debutta al Kunsthaus Tacheles di Berlino. È stato inoltre ospite dell’Ubud Writers and Readers International Festival di Bali. Nel 2010 scrive assieme a Marco Marra Unghie per la rassegna di teatro omosessuale Garofano Verde di Roma ed insegna all’Obrador Internacional d’Estiu presso la Sala Beckett di Barcellona. E’ tra i giovani autori italiani più rappresentati in Francia con Les Mains Fortes.Nel giugno 2011 è invitato dal Théâtre de la Ville di Parigi a rappresentare l’Italia in un progetto di scrittura internazionale, il Bal Littéraire, sotto la direzione di Fabrice Melquiot, nell’ambito di Face à Face e Chantiers d’Europe. Nello stesso anno vince una residenza alla Cité Internationale des Arts di Parigi e riceve il Premio Siae come migliore autore teatrale nell’ambito del 54° Festival di Spoleto. Attualmente sta lavorando assieme a Neil LaBute ad un progetto di scrittura e di regia per una messa in scena tra New York e Roma. E’ fondatore e direttore artistico di Mixò, centro culturale internazionale che riunisce attori e autori nella promozione di opere originali di teatro e di cinema. I suoi testi sono tradotti e rappresentati in sei lingue.
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