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direttore Paolo Pagliaro

Amazon, fine
della baldoria?

Amazon, fine <br> della baldoria?

di Paolo Pagliaro

Quando aveva vent’anni Lina Khan – figlia di pachistani emigrati negli Stati Uniti -  sognava di fare la giornalista investigativa. Voleva diventare un “watchdog”, un cane da guardia a difesa dei cittadini contro gli abusi del potere. Adesso che di anni ne ha 34,  Lina  ha raggiunto il suo scopo anche senza passare per il giornalismo: è diventata infatti la potente presidente della Federal Trade Commission, l’antitrust americano. E in questa veste l’altro giorno ha deciso di portare in Tribunale  Amazon, accusando il colosso fondato da Jeff Bezos  di esercitare un monopolio e di applicare pratiche illegali per boicottare la concorrenza.
E’ un processo che potrebbe cambiare il mondo del commercio così come lo abbiamo conosciuto dopo l’avvento di Internet.

In un’intervista che appare oggi sulla prima pagina di  Milano Finanza, Lina Khan illustra le ragioni dell’accusa. Ricorda che le leggi vietano alle aziende di usare il loro potere monopolistico per punire o precludere la concorrenza. Amazon lo fa impedendo ai commercianti di  vendere i loro prodotti a un prezzo inferiore su altri siti. E obbligando i venditori che vogliono raggiungere i loro clienti sulla piattaforma. a pagare una commissione che arriva fino al  50%. Lì approdati, i consumatori – che saremmo noi – vengono peraltro indirizzati verso i prodotti più costosi.  E’ un circolo vizioso reso possibile dal monopolio e dal lungo sonno degli arbitri del mercato. 

E’ giusto ricordare che l’antitrust americano arriva buon ultimo. Quando era Commissario Europeo per la concorrenza Mario Monti inflisse a Microsoft una sanzione da 500 milioni di euro. Mentre un paio d’ anni fa l’antitrust italiano ha presentato ad Amazon un conto da un miliardo e 128 milioni.  

 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)