di Paolo Pagliaro
La guerra tra guardie e ladri - gioco che appassiona cronisti e pubblico - talvolta riserva clamorose sorprese. In alcuni casi le sentenze dicono che i ladri non erano ladri e che le guardie avrebbero dovuto fare meglio il loro lavoro. Ieri è accaduto per ben tre volte.
Dopo 11 anni, la Corte di Cassazione ha assolto Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, presidente e direttore generale del Monte dei Paschi quando la banca iniziò a tracollare. Le accuse andavano dal falso in bilancio alla manipolazione del mercato. Quando scoppiò lo scandalo Mussari era anche presidente dei banchieri italiani, incarico che ovviamente dovette lasciare. Oggi sappiamo che non aveva commesso alcun reato.
Dopo sei anni, una sentenza ha restituito ieri l’onore anche al giornalista Roberto Napoletano, l’ex direttore del Sole 24 Ore costretto alle dimissioni perché imputato di aggiotaggio e false comunicazioni sociali. Lo accusavano di aver contribuito a truccare i conti del giornale gonfiando il numero delle copie vendute. Dopo l’assoluzione, ora il Quotidiano del Sud - dove Napoletano si è trasferito - non sarà più diretto da un pregiudicato. E molti amministratori di giornali potranno tirare un sospiro di sollievo.
Ma la sentenza più clamorosa è quella che ha mandato assolto dai reati più gravi l’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, in primo grado condannato a 13 anni e due mesi di carcere. Lucano, sindaco dal 2004 al 2018, e inventore di un modello di integrazione dei migranti studiato in tutto il mondo, doveva difendersi dall’accusa infamante di avere utilizzato i fondi destinati all'accoglienza per "trarre vantaggi economici personali". Non era vero e bastava essere stati a Riace per rendersene conto.