Sofia Goggia, trentenne di Bergamo residente in Valle Astino, è l’unica atleta italiana ad aver vinto una medaglia d’oro in discesa libera alle Olimpiadi di Pyeongchang nel 2018, ma pure un argento a Pechino 2022, quindi trionfatrice in ben quattro Coppe del Mondo di discesa libera e due medaglie ai campionati mondiali. Fra l’altro detiene anche il record nazionale di podi in una singola stagione, ben tredici nel 2017, risultando peraltro la prima sciatrice italiana capace di ottenerne in quattro specialità. Si è parlato dei suoi successi (e infortuni) nell’incontro “L’Arte di vincere”, parte delle iniziative del Festival dello Sport di Trento, assieme ad Urbano Cairo, presidente di Torino FC e RCS MediaGroup, e al vicedirettore vicario della Gazzetta dello Sport, Gianni Valenti. “Avevo quattro anni - racconta Goggia - e già sognavo di diventare una campionessa di sci. Ma più che l’opportunità è importante essere pronti a compiere un percorso. L’opportunità di essere un atleta sempre migliore è la chance più bella di cui un atleta può avvalersi”. “La mia prima grande opportunità - ha raccontato invece Urbano Cairo - è arrivata a 24 anni quando ho voluto chiamare Berlusconi. Mi ero procurato un libro che parlava di alcune idee valide per la televisione e che funzionavano bene in America Eravamo negli anni 80 e le tv commerciali stavano decollando. L’ho chiamato per un appuntamento, mi ha voluto incontrare, gli ho sottoposto le mie idee e poco dopo mi ha proposto di diventare il suo assistente. E questa è stata la mia grande opportunità”. La campionessa poi, parlando delle proprie radici, ha raccontato che “Sul mio casco di gara ho riportato lo skyline di Bergamo, quello che si vede passando dall’autostrada. Essere di Bergamo ti dà un imprinting forte per come lo vivo io. Io vengo da una famiglia normale, senza un imprinting culturale in fatto di sport. È sempre stata accanto a me e senza i loro mezzi non avrei potuto affrontare questo percorso”. Si è parlato anche di talento: “Il talento è fondamentale nello sport - ha detto Goggia - ma lo sport ci insegna che in tanti, senza talento e solo con la costanza e la perseveranza sono riusciti a fare grandi cose. ll talento, se non è coltivato, può rivelarsi una meteora, è destinato a spegnersi. Se invece il tuo percorso è stato alimentato da costanza, perseveranza, allora è qualcosa che diventa molto più solido. E questo ha valore universale”. “Non posso che essere d’accordo con Sofia - ha aggiunto Cairo - Anche nel calcio ho visto giocatori con un talento incredibile, ma che poi non hanno la testa, che è fondamentale, di fare con perseveranza ciò che potrebbero fare. Sul lavoro ogni talento deve essere messo alla prova, confermato continuamente, non bastano i colpi di genio”.
Sulle nuove generazioni, il presidente del Torino ha sottolineato che “Oggi vedo ragazzi che hanno potenzialità incredibili, solo perché nati in un momento diverso. Ognuno ha di fronte la possibilità di fare bene. Il nostro paese che ha 2800 miliardi di debiti. Abbiamo fatto buone cose, ma certamente anche errori. I giovani credo siano in grado di risolverli. Ogni generazione ha un grande potenziale”. La sciatrice, invece, ha affermato: “La mia vita sociale è stata un po’ fuori dagli schemi e non ho goduto di un tessuto sociale con cui parlare e discutere di temi importanti. Se guardo ai più giovani c’è troppa esaltazione a livello sportivo da parte dei genitori che vedono lo strumento per realizzare il loro sogno e disegnano loro il loro percorso. Io ho scelto per me stessa. Oggi lo sport rischia di essere asfissiante per i più giovani che devono asservire il percorso che qualcuno ha creato per loro”. E sugli obiettivi per la prossima stagione e quella Coppa del Mondo di Sci generale ancora da conquistare ha assicurato: “Sarebbe la consacrazione, un sogno ma bisogna essere realisti ed essere consapevoli di ciò che possiamo fare. Con una Schiffrin che eccelle in tre discipline è impossibile. Qualcuno mi ha ricordato che Alfand ci è riuscito da discesista. Sarebbe un sogno certo, ma adesso sto cercando di riconquistare quella compattezza per essere al top in due specialità. Non so pensando tanto alla Coppa generale, ma a quella di Super G. L’obiettivo è avere la stessa continuità nei SuperG. Per essere una velocista completa. Poi mi piacerebbe venire davanti a voi e dire ho fatto come Jean Luc Alphand”.
FOTO. Archivio ufficio stampa PAT - Alessandro Eccel
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