Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Vita maledetta
di Benvenuto Cellini

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

Vita maledetta <br> di Benvenuto Cellini

“VITA MALEDETTA DI BENVENUTO CELLINI” RACCONTATA DA ALESSANDRO MASI

“Vita maledetta di Benvenuto Cellini”: in tutte le librerie il nuovo romanzo di Alessandro Masi sulla straordinaria vita dell’artista fiorentino (Neri Pozza). Scultore, orafo, musico e scrittore, autore di una delle più celebri e avvincenti autobiografie della storia dell’arte, Benvenuto Cellini rappresenta il volto più controverso e sofferto di tutto il Rinascimento. Forse più ancora di quella di Caravaggio, la sua esistenza è stata segnata dalla violenza, dal crimine e dalla provocazione, ricca di colpi di scena, di avventure e leggendari cimenti.  Il protagonista di questo racconto è capace di grandi imprese e di atti eroici, come la coraggiosa difesa di Roma dalle mura di Castel Sant’Angelo durante il Sacco del 1527, ma anche di memorabili scontri con i pontefici Clemente VII e Paolo III, che pur non risparmiando riconoscimenti al suo genio artistico, gli procurarono sofferenze e delusioni. Incarcerato nelle segrete della Mole Adriana e liberato grazie all’intervento del re di Francia, Benvenuto Cellini conobbe onori e gloria con la realizzazione di capolavori come la Saliera di Francesco I, oggi nel Kunsthistorisches Museum di Vienna, o, successivamente, con la straordinaria impresa della fusione in bronzo del Perseo, realizzato a Firenze per il duca Cosimo I.  Alessandro Masi, attraverso le parole dell’orafo fiorentino, ripercorre le incredibili gesta di un uomo privo di scrupoli, assassino e ladro all’occorrenza, omosessuale dichiarato e per questo più volte processato, condannato e imprigionato: una vita maledetta, insospettabile e al contempo modernissima. Masi, storico dell’arte e giornalista, è segretario generale della Società Dante Alighieri. I suoi interessi spaziano dal futurismo (Zig Zag. Il romanzo futurista, il Saggiatore) a trattati di politica culturale del ventennio fascista (Giuseppe Bottai. La politica delle arti. Scritti 1918-1943, Editalia). Il suo recente studio sull’arte italiana a cavallo tra fascismo e repubblica (Idealismo e opportunismo della cultura italiana. 1943-1948, Mursia) ha dato vita a un lungo dibattito sulla figura di Palmiro Togliatti e gli intellettuali. In L'artista dell'anima. Giotto e il suo mondo racconta il forte legame tra Dante, Giotto e San Francesco (Neri Pozza, 2022).  

 

 

 

ARGENTINA: RUBBETTINO PUBBLICA IL LIBRO DEL MAESTRO DI MILEI, BENEGAS LYNCH

 

Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina. Libertario, anarco-capitalista, il neo-eletto presidente ha fatto discutere molto di sé durante l’accesa campagna elettorale per le presidenziali. Qualcuno in queste ore continua a descriverlo come un estremista di destra eppure Milei è un politico difficile da inquadrare in categorie tradizionali che, per la verità, sembrano essere sempre meno capaci di racchiudere i nuovi fenomeni politici (basti pensare al M5S).

Per comprendere a pieno il suo pensiero forse, piuttosto che i classici del pensiero reazionario, bisognerebbe compulsare i classici del libertarismo. O, ancora meglio, leggere i libri di Benegas Linch, uno dei più illustri economisti argentini, professore e rettore universitario e presidente della sezione Economia dell’Accademia Nazionale delle Scienze del quale Milei è allievo. Lo stesso Lynch, durante un dibattito televisivo ha affermato: “Con Milei siamo in piena sintonia”. Di Benegas Lynch Rubbettino ha da poco lanciato in libreria una interessante collezione di scritti dal titolo “La postverità socialista”, all’interno della collana “La Politica” diretta da Dario  Antiseri e con la curatela di Claudia Razza e un saggio introduttivo di Renato Cristin. Il pensiero di Lynch si rivela dirompente in un Paese come l’Argentina in cui il peronismo ha contribuito a cementare un diffuso sospetto verso il libero mercato e a erodere sempre più gli spazi della libertà individuale.

 

L’idea che Lynch ha della libertà però, non si arresta al solo agire economico. “Lynch – scrive Renato Cristin nell’introduzione – concepisce il liberalismo come una scienza complessiva dell’esistenza dell’uomo in società, una visione del mondo in cui la struttura economica è armonizzata con quella culturale, in una sedimentazione storica che coinvolge e include la tradizione, culturale e religiosa. E al tempo stesso rifiuta l’idea che si possa essere liberali in politica e non in economia, o viceversa. Il suo è un liberalismo integrale che, pur non scivolando né a sinistra né a destra (da lui intese come forme di statalismo ipertrofico), non esprime una posizione semplicemente centrista, perché rifiuta non solo l’omologazione al conformismo politicamente corretto, ma anche i tatticismi tipici del centrismo politico”.

 

Leggendo il libro di Lynch si comprendono anche le ragioni della difficoltà di inquadrare l’agire politico di Milei  in categorie tradizionali. Scrive infatti Lynch:

“L’espressione ‘destra’ è incompatibile con il liberalismo, poiché all’inizio essa cominciò a legarsi all’idea conservatrice che proviene dalla rivoluzione inglese del 1688 (…). Il liberale certamente conserva il valore della libertà, ma non è ancorato allo statu quo, anzi intende progredire in un contesto evolutivo che nelle sue estremità rimane aperto. Semmai, la genealogia collega il liberale originariamente alla sinistra, collocazione che nella suddetta assemblea della Rivoluzione francese scelsero molti di coloro che si opponevano agli abusi di potere dell’antico regime, intenzione che, come si sa, naufragò con la controrivoluzione, e inoltre, con il tempo, le sinistre si trasformarono in patrocinatrici dell’abuso di potere”.

 

Ma non è solo la difficile collocabilità a destra o sinistra a far percepire Milei come un outsider; a tenere banco durante la campagna elettorale sono state alcune sue posizioni pro-life che sembrano cozzare con la sua fede nella libertà. Eppure anche queste traggono origine dalle idee liberali del suo maestro Lynch che nel libro edito da Rubbettino scrive: “Ritengo che la migliore definizione di liberalismo sia quella del rispetto incondizionato nei confronti dei progetti di vita degli altri, il che infatti rinvia al campo morale. In questa linea argomentativa risulta di vitale importanza il rispetto della proprietà, del corpo di ciascuno in primo luogo, poi del suo pensiero e della libera espressione del medesimo”. Da qui discende la conclusione che (come ha spiegato Milei) il corpo del nascituro non è di nessuno se non del nascituro stesso e per questa ragione nessuno può disporne in alcun modo.

 

Come si può intuire da questi passaggi il libro di Lynch è davvero la bussola necessaria per comprendere e decodificare le idee di un uomo come Milei la cui elezione è destinata a cambiare per sempre il volto dell’Argentina.

 

 

 

YALOM, CREATURE DI UN GIORNO E ALTRE STORIE DI PSICANALISI  

Irvin D. Yalom, autore di "Le lacrime di Nietzsche", e di altre importanti opere di narrativa che hanno conquistato il favore di pubblico e critica nei numerosi paesi in cui sono apparse, presenta nelle pagine di “Creature di un giorno. E altre storie di psicoanalisi” (Beat, traduzione di Serena Prina) la grande esperienza accumulata in più di cinquant'anni di pratica psicanalitica, e con onestà intellettuale ci pone dinanzi a una serie di casi in cui, assieme ai suoi pazienti, ha affrontato il problema della perdita, dell'invecchiamento, della malattia e della solitudine. In pagine pervase da una grande umanità, con garbo e tuttavia con la precisione propria dell'analista, Yalom delinea una schiera di personaggi diversi tra loro per età, estrazione sociale, prospettive di vita, tra i quali uno scrittore vittima di un blocco creativo che, dopo aver letto "Le lacrime di Nietzsche", chiede di essere preso in cura; una ex prima ballerina della Scala che fa il suo ingresso teatrale, nello studio con in mano una fotografia che la ritrae giovane, splendida étoile della danza; un uomo d'affari con tutte le cose giuste attorno a lui, ma nessuna giusta dentro; e una redattrice in punto di morte, con l'aspetto esteriore di una malinconica figlia dei fiori degli anni sessanta.

 

L’AUTORE. Nato in una famiglia ebraica, è cresciuto in un ambiente povero. Si laurea Bachelor of Arts alla George Washington University nel 1952 e Doctor of Medicine alla University School of Medicine di Boston nel 1956. Dopo due anni di servizio nell'esercito al Tripler General Hospital di Honolulu, Yalom inizia la carriera accademica presso la Stanford University nella quale entra nel 1963 per restarvi fino al 1968. Insegna psichiatria alla Stanford University. All'attività clinica affianca quella di scrittore, che gli ha permesso di ottenere successi e gratificazioni importanti (soprattutto con il suo romanzo E Nietzsche pianse, i cui titolo è successivamente stato ritradotto da Neri Pozza in Le lacrime di Nietzsche). Tra gli altri suoi romanzi, pubblicati da Neri Pozza, ricordiamo: La cura Shopenhauer (2005), Il problema Spinoza (2012), Il dono della terapia (2014), Sul lettino di Freud (2015), Creature di un giorno (2015), Il senso della vita (2016), Fissando il sole (2017), Diventare se stessi (2018), Chiamerò la polizia (2019), Il problema Spinoza (2019), Terapia allo specchio (2020, con Gynny Elkin). Ha scritto anche un saggio uscito per Neri Pozza intitolato Psicoterapia Esistenziale (2019). Per Cortina Raffaello è uscita la sua raccolta di racconti Guarire d'amore. Storie di psicoterapia (2015).

 

 

 

PINOCCHIO, UN BUGIARDO DI SUCCESSO

Nel 1883, dopo tre anni di uscite settimanali sul “Giornale per i bambini”, vedeva la luce presso Felice Paggi Libraio-Editore in Firenze la prima edizione in forma di libro di “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”, di Carlo Collodi. Centoquaranta anni dopo, Pinocchio è un testo che resiste al tempo e al divenire di tutte le altre narrazioni dedicate all’infanzia, perché la storia in esso raccontata è, sostanzialmente, il percorso di nascita (o meglio, di rinascita) dell’essere umano. Una storia universale che ne ha fatto il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e il titolo italiano moderno di maggior valore nel mercato del collezionismo internazionale, che vanta una innumerevole serie di epigoni, conosciuti come Pinocchiate. Un modello che ha ispirato gli illustratori e disegnatori di tutto il mondo (Chiostri, Mussino, Mattotti, Disney, STO, Mazzanti, Accornero, Frezzato, Fravega, Jacovitti) e che rivive nel volume “Pinocchio. Un bugiardo di successo” (La Nave di Teseo) curato da Matteo Luteriani – attraverso una scelta di contributi che esplorano argomenti spesso poco conosciuti e un prezioso apparato iconografico – dando la possibilità, anche al lettore più attento e preparato, di scoprire un volto nuovo di questo “discolo eterno”. Testi di: Santo Alligo, Rodolfo Biaggioni, Antonio Castronuovo, Alessandro Danovi, Remo Danovi, Cesare Fabozzi, Giuseppe La Scala, Anna Maria Lorusso, Matteo Luteriani, Maurizio Nocera, Paola Pallottino, Fabrizio Parachini, Marco Rocchi, Gianfranco Schialvino.

 

 

LAURA SCHETTINI FA LUCE SULL’ “IDEOLOGIA GENDER”   

 

L’‘ideologia gender’ minaccia la nostra società! Confonde l’identità e le menti dei nostri figli, mette a repentaglio l’ordine naturale delle cose, quello che distingue in maschi e femmine! Ma davvero esiste un progetto globale per renderci tutti ‘fluidi’? Dove nasce l’ossessione per le questioni di genere e gli orientamenti sessuali non conformi? E quali sono le fratture politiche che si nascondono dietro a questi temi? Già a metà degli anni Novanta, destra populista e cattolicesimo tradizionalista hanno cominciato a lanciare allarmi contro i pericoli a cui una fantomatica ‘teoria del gender’ esporrebbe la società (o anche la nazione, la famiglia, la civiltà, la gioventù, l’infanzia e chi più ne ha più ne metta). Oggi, il nemico è l’‘ideologia gender’, un’etichetta che serve a evocare l’attacco, unitario e programmatico, che una molteplicità di soggetti (le femministe e le persone Lgbtq+ prima di tutti) starebbero sferrando all’ordine naturale alla base della nostra società. Da chi si aggirerebbe per le scuole a confondere l’identità sessuale di ignari bambini agli uomini che mettono la gonna, fino ai fanatici delle lettere e simboli finali (schwa, u, *). Ma sono davvero questi gli oggetti del contendere? Perché ci si accalora tanto su questi temi? Quali sono le istanze portate avanti dagli antigender e, sul fronte opposto, da chi sfida l’ordine ‘naturale’? Se gender è una parola moderna, questa sfida è iniziata molto tempo fa. Una lunga storia a cui conviene prestare attenzione, oltre le comode semplificazioni. Prova a fare chiarezza il saggio “L'ideologia gender” è pericolosa di Laura Schettini.

L’AUTRICE. Laura Schettini è ricercatrice in Storia contemporanea presso l’Università di Padova, dove insegna anche Storia delle donne e di genere. È stata membro del direttivo nazionale della Società italiana delle storiche, è redattrice della rivista “Genesis” e collabora con l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani come autrice, redattrice e consulente. Tra le sue pubblicazioni Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento (Le Monnier 2011, premio Sissco 2012), La violenza contro le donne nella storia. Contesti, linguaggi, politiche del diritto (secoli XV-XXI) (a cura di, con Simona Feci, Viella 2017) e Turpi traffici. Prostituzione e migrazioni globali 1890-1940 (Biblink 2019 e Viella 2023, premio Gisa Giani 2020-2021).

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