Roma, 13 dic - Sull’entità del fondo sanitario, decantata dalla premier Giorgia Meloni come la più amplia di sempre per il 2024 “pensiamo che la sua narrazione della presidente del Consiglio sia distorcente della realtà. È vero che in valore assoluto, in questo momento i fondi alla sanità sono molto alti, ma non possiamo scollegare questo valore da quello che è il potere d'acquisto del denaro in questo momento, e dalle necessità della sanità e soprattutto dal fatto che bisogna bilanciare l'aumento dei costi dovuto all'inflazione. Ed è proprio per dare un valore che sia indipendente dal numero assoluto ai finanziamenti, che questi vengono sempre valutati in proporzione al PIL, come ad esempio il famoso 2% che dovremmo destinare alla difesa. Allora perché quando si parla di difesa e di armi vale l'aggancio rispetto al PIL, e invece quando si parla di sanità si parla in valore assoluto?”. Così la senatrice del Movimento 5 Stelle, Elisa Pirro, protagonista di una accesa protesta nel corso della replica di Giorgia Meloni alle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani. “Perché - prosegue - vogliamo raccontare una storia che non è quella della realtà dei fatti, e con i soldi che ci sono oggi sulla sanità non si coprono neanche le spese che affrontavamo fino a ieri”. Proprio sulle armi si è giocata l’altra sfida dialettica tra M5S e Meloni stamattina in Senato: “Si vuole far considerare la fornitura di armi come un investimento e quindi non farla pesare sul Patto di stabilità: perché non si fa lo stesso ragionamento sugli investimenti in sanità, sulle terapie innovative, sulle spese fatte per prevenzione che ci consegnano domani i cittadini più in salute e quindi anche meno spesa sul welfare? - rilancia Pirro - Su questa che sarebbe una battaglia sacrosanta e su cui noi appoggeremo questo governo, non si fa nulla. Invece si cerca di scorporare le spese per armi. Abbiamo ragione quando chiamiamo questo governo guerrafondaio”.

(PO / Sis)