di Paolo Pagliaro
L’ultimo aggiornamento fornito da Banca d’Italia dice che il 5% delle famiglie possiede quasi la metà della ricchezza nazionale. E’ in costante aumento anche da noi il numero degli ultra-ricchi, che secondo i parametri internazionali sono gli individui con oltre 30 milioni di dollari in attività finanziarie liquide. Il 60% di loro vive in quattro paesi: Stati Uniti, Giappone, Germania e Cina, In Italia gli ultra-ricchi sono circa 300 mila e – come nel resto del mondo - la loro ricchezza non porta alcun beneficio alla società. Negli ultimi decenni, al costante aumento dei loro patrimoni e redditi si sono accompagnati infatti la riduzione delle aliquote fiscali, e vari escamotage “legali” per pagare meno imposte . L’Italia si distingue per i suoi eccessi di zelo come nel caso dell’imposta di successione, che varia tra il 4 e l’8% mentre ad esempio in Germania è proporzionata al patrimonio e per le eredità milionarie può andare dal 19 al 50% del valore.
Una documentata analisi firmata dall’economista Vito Vacca sul sito Lo Spessore dimostra quanto sia fallace la teoria secondo cui i benefici a vantaggio del ceto al vertice della piramide sociale favorirebbero giù per li rami l’intera società, compresa la classe media e le fasce di popolazione più disagiate. L’esperienza dimostra che è vero il contrario . L’autore suggerisce di dedicare meno tempo del dibattito pubblico ai migranti - che lavorando non ci impoveriscono - occupandoci, invece, di come far pagare le imposte agli ultra ricchi, che drenano ingenti risorse alla finanza pubblica e quindi ai servizi di cui tutti i cittadini usufruiscono.