Il 12 giugno 1929 nasceva a Francoforte Anna Frank, divenuta simbolo della Shoah dopo essere morta a soli 16 anni nel campo di concentramento di Bergen Belsen ed aver lasciato il suo celebre diario che comincia proprio il 12 giugno 1942, giorno del suo 13.mo compleanno, quando con la famiglia del padre banchiere vive già ad Amsterdam, per sfuggire alle persecuzioni naziste e dove di lì a poco, dal 6 luglio, sarà costretta a nascondersi in una alloggio segreto. Nel suo diario Anna confessa ad una amica immaginaria, Kitty, le sofferenze della sua prigionia, le paure, le ansie, le speranze. Tutto viene tragicamente interrotto il 4 agosto 1944 quando, a seguito di una soffiata, la Gestapo scopre il nascondiglio in cui Anna, il padre e la madre e la sorella vivevano insieme ad un’altra famiglia. Il 2 settembre 1944 i Frank vengono deportati ad Auschwitz. Qui la madre Edith muore per consunzione il 6 gennaio 1945. Nel febbraio 1945 Anna e la sorella Margot, trasferite a Bergen Belsen, si ammalano di tifo. In poche settimane, a marzo, la malattia condurrà alla morte Margot e quindi Anna. I loro corpi vennero gettati in una fossa comune. Tre settimane dopo le truppe inglesi liberarono Bergen Belsen. Il diario, ritrovato nell'alloggio segreto, verrà consegnato dopo la guerra al padre di Anna, Otto, che era sopravvissuto. Fu pubblicato ad Amsterdam nel 1947, col titolo di “Het acherhuiscil” (il retrocasa).
(© 9Colonne - citare la fonte)