di Paolo Pagliaro
Nell’arco di cinque anni le priorità dgli italiani sono cambiate. Un po’ perché sono emerse nuove difficoltà un po’ perché è cambiata la cosiddetta narrazione. Dall’agenda delle urgenze è scomparsa ad esempio l’immigrazione, benché gli sbarchi siano aumentati.
Il primo sondaggio Demopolis dell’anno ci dice che i temi più sentiti sono inflazione e costo della vita, sanità, pressione fiscale, occupazione. Al quinto posto viene la criminalità, al sesto c’è la richiesta di nuovi investimenti nella scuola.
Cinque anni fa al primo posto c’erano le politiche per l’occupazione, ma al secondo c’era l’emergenza immigrazione che preoccupava il 70% degli italiani. La percentuale oggi è scesa al 40. Sono aumentati invece i timori per la tenuta del sistema sanitario.
Le questioni economiche dunque sono centrali nelle preoccupazioni dell’opinione pubblica: per appena 1 italiano su 6 la situazione è destinata a migliorare nei prossimi mesi. Il 35% immagina invece un peggioramento. Per la maggiorana relativa, lo scenario economico è destinato a rimanere sostanzialmente invariato. In tema di risposte istituzionali, l’Istituto diretto da Pietro Vento ha chiesto quali riforme sono oggi prioritarie per l’Italia. Il 68% cita la riforma della giustizia, pensando in particolar modo alla riduzione dei tempi dei processi civili. Il 63% auspica una semplificazione della burocrazia. Per 6 su 10 sarebbe utile anche una riorganizzazione del fisco. Ben lontane dalle attese degli italiani, sono invece le 2 riforme istituzionali al centro dell’ agenda politica. Il presidenzialismo interessa i 35% dei cittadini, l’autonomia differenziata viene citata da appena il 22% degli intervistati.