di Paolo Pagliaro
Bocciando la legge di iniziativa popolare sul suicidio assistito fatta propria da Luca Zaia, i consiglieri del Veneto hanno sconfessato non solo il loro governatore ma anche e soprattutto i loro elettori. Secondo un recente sondaggio Demos-il Gazzettino, l’82% dei cittadini del Nord Est (Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia) è infatti d'accordo con l'idea che "quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se lei lo richiede".
Altri sondaggi confermano che questa opinione è condivisa dalla maggioranza degli italiani, convinti chesia giusto anche dal punto di vista etico rispettare le volontà dei singoli, alle condizioni stabilite ormai quasi cinque anni fa dalla Corte Costituzionale. .
Molti dei consiglieri di centrodestra che , con il contributo decisivo di una dissidente del Pd, hanno affossato la legge sul fine vita, dicono di averlo fatto perche il tema non è di competenza regionale. Motivazione che suona singolare dopo anni passati sulle barricate per strappare allo stato quote sempre più ampie di autonomia. Possibile che si riferisse a loro lo stesso Zaia, quando ha parlato di ipocrisia.
In ogni caso l’associazione Luca Coscioni segnala che, grazie a migliaia di firme raccolte tra i cittadini, leggi analoghe hanno iniziato il loro cammino, o si accingono a farlo, in Piemonte, Toscana, Abruzzo, nelle Marche, in Sardegna, in Calabria. Mentre in Basilicata la proposta di legge è venuta dai comuni e in Lombardia il deposito delle firme è avvenuto oggi.
Si resta in fiduciosa attesa di un gesto di responsabilità da parte del parlamento
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