Un’esposizione che si propone di offrire l’esperienza di un contatto primordiale con la natura. Si tratta dell'immersione visiva ed emotiva nel complesso rapporto tra individui e natura che prende vita con la mostra fotografica personale di Cristina Vatielli, dal titolo "Terra Mater", che si terrà dal 12 al 30 aprile nel nuovo spazio espositivo Supernova, nel cuore di Trastevere a Roma. Al centro dei 25 scatti in mostra emerge il tema della fertilità della Terra in relazione a quello della specie umana. Partendo dalla propria esperienza personale, l’artista esplora e analizza la fragilità antropica, il bisogno di rinascita e di riconnessione con la natura, offrendo allo spettatore un invito a prendersi cura di sé e del pianeta. Le fotografie “aeree”, che ritraggono il corpo dell’artista immerso nei diversi paesaggi terrestri, catturate grazie all'ausilio di un drone, si alternano a dettagli, giochi di luce ed elementi naturali. L'allestimento fotografico è curato da Annalisa D'Angelo, arricchito da installazioni immersive a cura di Ippolito Simion e Mauro Pace, sonorizzazioni di Giulio Maresca e allestimento del verde di Eugenia Lecca. Durante il periodo espositivo, il pubblico avrà l'opportunità di partecipare a eventi collaterali come visite guidate, talk e incontri tematici focalizzati sui contenuti della mostra. Il 18 aprile alle 18.30 è previsto un incontro con Marco Cattaneo, direttore del National Geographic, per approfondire il tema del cambiamento climatico. Il 23 aprile alle 19.00 è in programma l’incontro con Francesco Raganato, regista della docuserie “Le Fotografe” prodotta da Sky Original e andata in onda su Sky Arte che racconterà il progetto "Terra Mater" nel dettaglio con l’ausilio delle immagini video. Il progetto, presentato dall’Ass. ZIP_Zone, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Raccolta di Proposte progettuali per la realizzazione di eventi, manifestazioni, iniziative e progetti di interesse per l’Amministrazione capitolina di rilevanza cittadina” promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Cristina Vatielli, romana classe '83, dopo aver studiato storia dell'arte e fotografia, ha iniziato a lavorare nel 2004 come assistente per Paolo Pellegrin, specializzandosi nella postproduzione delle immagini. Successivamente ha intrapreso il proprio percorso di ricerca personale con un approccio storico-documentaristico, talvolta ricorrendo alla messa in scena di eventi e personaggi. Ha collaborato con le principali testate italiane e internazionali e alcuni dei suoi lavori hanno ricevuto riconoscimenti quali il Burn Magazine Emerging Photographer Grant, i Sony Awards e altri importanti premi. Nel 2023 SkyArte ha prodotto un documentario, parte della serie “Le Fotografe”, sulla sua carriera, con un approfondimento sul progetto “Terra Mater”. “Il progetto Terra Mater esplora la complessa tematica della fertilità umana in stretta correlazione con quella del nostro pianeta, mettendo in evidenza le fragilità dell'individuo in contrasto con la grandiosità della Terra e la complessa relazione tra l'uomo e la natura - dichiara Vatielli - L'obiettivo è portare l'attenzione sulla delicata condizione dell'infertilità umana, un argomento ancora avvolto nel tabù, spingendo al bisogno urgente di condivisione delle emozioni legate alle difficoltà nel diventare genitori e focalizzandosi sui motivi che hanno portato a tale realtà. Motivi che, purtroppo, coinvolgono il nostro stile di vita e il modo in cui interagiamo con il pianeta che chiamiamo casa. Il progetto fotografico nasce in collaborazione con Ippolito Simion, mio compagno di vita e di lavoro, con il quale abbiamo realizzato le immagini con il drone e da anni riflettiamo su questa mostra non solo come un’esposizione fotografica, bensì come un'installazione immersiva. La mostra infatti rappresenta il frutto di collaborazioni significative. L'unione di competenze e visioni diverse rende Terra Mater non solo una mostra fotografica, ma un'esperienza artistica e concettuale che invita a riflettere sulla connessione profonda tra l'umanità e il nostro prezioso pianeta”. (gci)
“VATTENDROPPAR”: QUANDO L’ARTE IMITA L’ACQUA
Una serie di tele ispirate ai movimenti dell’acqua che riflettono sul contrasto tra naturalità e rigore: Cadogan Gallery ha annunciato “Vattendroppar”, la seconda personale dell'artista svedese-messicano Andreas Diaz Andersson e la prima ospitata negli spazi della galleria milanese, visitabile dal 9 aprile all'11 maggio. “Vattendroppar”, che in svedese significa gocce d'acqua, presenta una nuova serie di opere in cui i cerchi concentrici costituiscono il soggetto principale. Le forme, realizzate con piccole linee rette cucite sulla tela grezza, sono regolari ma al tempo stesso naturalistiche, a emulazione delle onde che si formano quando si lascia cadere qualcosa nell'acqua. Così facendo, le opere di Diaz Andersson si caratterizzano per una natura ambivalente che unisce un linguaggio visivo fluido e naturalistico con un formalismo geometrico e ordinato. La mostra sarà accompagnata da un’installazione sonora, ideata da Diaz Andersson a completamento delle sue tele ricamate. (gci)
IL MUSEO NOVECENTO DI FIRENZE FESTEGGIA I DIECI ANNI CON “RITORNI”
Il Museo Novecento di Firenze celebra i dieci anni dalla propria inaugurazione, avvenuta nel 2014, ospitando “Ritorni. Da Modigliani a Morandi”, una grande mostra dedicata alla storia di una delle sue raccolte più pregiate: la Collezione Alberto Della Ragione. L’esposizione, ideata dal direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti e curata da Eva Francioli, Chiara Toti e dallo stesso Sergio Risaliti, sarà visitabile dal 23 marzo al 15 settembre nelle sale delle ex-Leopoldine al secondo piano del museo. Grande attesa, inoltre, per l'arrivo di un capolavoro di Amedeo Modigliani al Museo Novecento. L’Autoritratto di Modì eseguito dal pittore livornese, una tra le opere più valutate al mondo, raggiunge Firenze in occasione della mostra, che vede riunite per la prima volta una quindicina di opere di grandi maestri del Novecento italiano appartenute ad Alberto Della Ragione. Assieme al mitico Autoritratto di Modì, saranno esposte la Natura morta metafisica di Morandi, la Camera Incantata di Carrà e la grande Crocifissione di Guttuso, tutti prestiti di inestimabile valore storico artistico giunti dai grandi musei italiani e stranieri. (gci)
A CASTEL IVANO (TN) GLI SCATTI DI JOEL-PETER WITKIN E ROGER BALLEN
Una mostra che attraverso opere sovente descritte come provocatorie ed inquietanti cerca di incoraggiare l’esplorazione della mente inconscia attraverso la fotografia e di offrire una visione più approfondita che evidenzi il rapporto di Joel-Peter Witkin e Roger Ballen con il Surrealismo e la storia della fotografia. Si tratta di “The Uncanny Lens/ La Lente Inquietante”, esposizione a cura di Fortunato d’Amico che presenta, per la prima volta in dittico, le opere fotografiche che ripercorrono decenni di carriera dei due maestri contemporanei. La mostra si terrà dallo scorso 16 marzo fino al 13 aprile a Castel Ivano (TN). Entrambi gli artisti sono noti per il loro approccio distintivo e non convenzionale alla fotografia in bianco e nero, alla condizione umana, alla psiche e al grottesco. Il riferimento al “perturbante” in questa mostra è duplice: si riferisce alla qualità intrinseca alle opere stesse, nonché alle strane e straordinarie relazioni visive che il confronto innesca. Il progetto espositivo rivela un profondo dialogo instaurato negli anni tra i due artisti ed è proprio nella giustapposizione delle loro fotografie che si ottiene una comprensione più chiara della loro estetica unica attraverso i riferimenti stilistici e iconografici al mito e alla fantasia e un apprezzamento più approfondito della fotografia surrealista. (gci)
ALLA RICERCA DELLA SEMPLICITA’ CON “ORIGIN OF SIMPLICITY”
Una lettura culturale inedita del design giapponese: la mostra “ORIGIN of SIMPLICITY. 20 Visions of Japanese Design” è uno sguardo trasversale tra design e artigianato per comprendere le origini del concetto di semplicità, ora declinabile come vuoto (ku), spazio o silenzio (ma), talvolta leggibile come povertà (wabi) e consunzione legata all’uso nel tempo (sabi), altre come asimmetria, non definitezza e imperfezione. La mostra, a cura di Rossella Menegazzo su progetto di allestimento e progetto grafico di Kenya Hara e produzione di ADI Design Museum, sarà ospitata dall’ADI Design Museum di Milano dal 23 marzo al 9 giugno. Nel percorso espositivo sono presenti oltre 150 opere, molte mai presentate prima in Italia, progettate dai nomi più rappresentativi del design moderno e contemporaneo, che hanno segnato la storia del design giapponese a partire dagli anni Sessanta del Novecento, ma anche esponenti delle ultime generazioni, meno note al pubblico internazionale. (gci)
NELLA FOTO. Forca d’Acero, Abruzzo 2021
Credit: Cristina Vatielli