Il massimo imperativo, se non é troppo tardi perché potrebbero essersi giá messi in moto meccanismi inarrestabili, é deporre le armi e avviare trattative di pace senza condizioni almeno in Ucraina e a Gaza. Mi vergogno di affermarlo, perché le altre decine di guerre nel mondo hanno pari indegnitá. Ma sono per ora meno pericolose per lo scoppio di una guerra mondiale, in quanto finalizzate prevalentemente ai profitti derivanti dalla produzione di armi.
Se nell'Unione Europea avessimo politici simili a quelli che ci hanno guidato nella seconda metá del secolo scorso, non si concentrerebbero nel sottoporsi a tutele inutili, perché in caso di guerra le ogive nucleari non hanno intelligenza selettiva, o a discussioni velleitarie come la difesa europea comune, basti pensare che questa postulerebbe la rinuncia della Francia al suo status di potenza nucleare, o all'inutile aumento della spesa per le armi convenzionali, che nulla potrebbero contro quelle nucleari.
“Ogni guerra, anche la piú mite, con tutte le consuete conseguenze, la distruzione, le rivolte, i saccheggi, le rapine, gli stravizi, le uccisioni, con le scuse della necessitá e della legittimitá, con l'esaltazione delle gesta militari, con l'amor della bandiera e della patria, con le finte premure pei feriti, perverte in un sol anno piú gente che non migliaia di saccheggi, d'incendi, di omicidi commessi durante un secolo da persone isolate spinte dalle passioni" (L. Tolstoi, La salvezza é in voi).