Per la prima volta dopo trent’anni la Williams F16 di Ayrton Senna torna nella posizione in cui si trovava il giorno in cui partì per l’ultimo giro della vita del più grande pilota della storia, l’1 maggio del 1994, quando il campione brasiliano prese posto nella piazzola numero uno dell’autodromo, la pole position per il Gran Premio di San Marino che si correva proprio a Imola. L’auto in pista che gli appassionati vedranno ne “La notte di Ayrton”, oggi all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola - è l’unica copia originale esistente dell’auto andata distrutta durante l’incidente in cui Senna perse la vita, 30 anni fa. Alle ore 21 l’attore e musicista Stefano Fresi prenderà posto sul rettilineo del traguardo dell’autodromo per recitare il monologo dal titolo “Fresi racconta Senna” tratto dal libro “Perdere Senna” del regista e scrittore Giorgio J. Squarcia in uscita il 21 maggio per Paperfirst. Il monologo diventerà un vero e proprio spettacolo aperto al pubblico all’interno del Teatro Comunale Ebe Stignani di Imola. In scena Fresi sarà accompagnato da una band di 5 elementi e da una cantante. Lo spettacolo, che alternerà parole e musica, è ad ingresso gratuito su prenotazione tramite il sito www.ayrton-senna.it. Inoltre sulla torre del circuito verranno anche proiettate integralmente in esclusiva le immagini che riprendono Senna nei minuti precedenti la partenza di quell’ultimo Gran Premio, immagini su cui si sono scritte pagine e pagine di inchiostro e che per la prima volta verranno mostrate nella loro interezza insieme alle fotografie di Angelo Orsi, amico fraterno di Ayrton. La Williams Rothams Renault FW15D telaio numero 08 proveniente dalla collezione Jonathan Giacobazzi ha una storia che la rende una leggenda. Il telaio n. 08 fu utilizzato da Alain Prost per vincere il Mondiale 1993 su Williams FW15C in livrea Camel. Al termine della Stagione 1993, il telaio 08 fu destinato ad Ayrton Senna come monoposto di prova in preparazione ai nuovi regolamenti della stagione 1994, ribattezzato FW15D con nuova livrea Rothmans Renault. Il telaio n. 08 fu dunque il primo ad apparire con sospensioni passive e modificato per funzionare senza aiuti elettronici alla guida (vietati dal 1994). Ayrton utilizzò questa monoposto sia ad Estoril per la presentazione del Team (nel gennaio 1994), sia per tutti i suoi test invernali fino agli ultimi di marzo 1994 proprio ad Imola. Inoltre domani, dalle ore 13.30, in una celebrazione, si ricorderà anche il campione austriaco di Formula Uno Ronald Ratzenberger morto sullo stesso circuito il 30 aprile 1994, il giorno prima di Senna - con il vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, il ministro delle relazioni estere della Repubblica Federativa del Brasile, Mauro Vieira ed il ministro degli Affari Esteri dell’Austria, Alexander Schallenberg. Presenti anche il sindaco di Imola, Marco Panieri, il ceo di Formula Uno, Stefano Domenicali, il presidente di Formula Imola Gian Carlo Minardi, il presidente della Regione Emilia Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, il presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani, il padre di Roland Ratzenberger. In programma un contributo da parte della Fondazione Senna. Il programma della cerimonia prevede alle ore 14.17 un minuto di silenzio e la deposizione di fiori alla Curva del Tamburello e, a seguire, un’ulteriore deposizione di fiori alla Curva Villeneuve in ricordo di Roland Ratzenberger. La commemorazione di domani sarà seguita in diretta da Imola dal MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile di Torino che a Senna dedica la più completa mostra mai realizzata finora. Prevista una intera giornata di approfondimenti con giornalisti, tecnici e piloti. Curata da Carlo Cavicchi, “Ayrton Senna Forever” intreccia la storia sportiva di uno dei più grandi campioni automobilistici di tutti i tempi con una narrazione personale profondamente umana, in un percorso espositivo che diviene il ritratto corale del mito. Si realizza così un inedito dialogo tra la collezione automobilistica del museo, tra le più vaste e complete al mondo, e diverse forme creative, in una contaminazione espressiva che restituisce al visitatore la ricca storia di Senna con un taglio critico dal valore fortemente umano. In mostra fino al 13 ottobre un itinerario che affianca le automobili più significative guidate da Ayrton Senna nel corso della sua carriera, dalle prime Formula Ford all’ultima Williams, all’importante corpus di pubblicazioni e memorabilia, tra cui la vasta selezione di tute da corsa e caschi mai esposta. Il filo rosso della carriera sportiva del pilota si arricchisce di elementi intimi e personali, restituiti al pubblico attraverso l’ampia documentazione riunita negli spazi del MAUTO. Tra filmati in Super8 e installazioni audiovisive, spiccano le centinaia di fotografie scattate dai più grandi autori dell’epoca che contribuiscono a costruire un ritratto a tutto tondo di Ayrton Senna: dall’amico e fotografo Angelo Orsi a Keith Sutton, da Ercole Colombo a Bernard Asset, da Steven Tee a Rainer Schlegelmilch. Il libro “Perdere Senna”, da cui è tratto il monologo interpretato da Fresi, è una storia di redenzione e motivazione che attraversa il decennio 1984-1994 della vita del pilota brasiliano, dalla prima all’ultima gara in Formula Uno ma è anche il percorso parallelo di Senna e di un giovanissimo ragazzo italiano, il narratore. Il primo alle prese con gli ostacoli delle gare, l’altro con i problemi di una vita difficile. All'epoca della prima gara di Ayrton, il narratore ha solo 13 anni e un destino segnato. Guardando Senna, trova la forza per superare le difficoltà e il coraggio di non arrendersi mai. Il monologo racconta, infatti, la grandezza del pilota ma anche, e soprattutto, dell'uomo, non solo attraverso le sue leggendarie vittorie ma anche e soprattutto attraverso le sconfitte. Sconfitte da cui si è sempre rialzato. Più forte di prima. Molti gli interventi nel libro di Squarcia, da Cesare Cremonini a Luca Cordero di Montezemolo, Stefano Domenicali, Rocco Benetton, Paolo Barilla, Giampaolo Dallara, Massimo Zanetti, piloti di Formula Uno di ieri e di oggi. (30 apr - red)
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